Si celebrano in questi attimi i funerali di Salvatore Failla, a Carlentini in Sicilia, e Fausto Piano, a Capoterra, in Sardegna. A Carlentini è giunto anche Filippo Calcagno, anche lui rapito in Libia e rilasciato. E’ arrivato nella chiesa di Santa Tecla accompagnato dalla moglie di Failla, Rosalba Scorpo. Centinaia di persone si sono recate in chiesa per rendere omaggio a Salvo Failla, la cui salma è arrivata ieri sera in Sicilia alle 23.30 accompagnata dai familiari, la moglie Rosalba con le figlie Eva ed Erica, e i genitori Natale e Pina, che si erano recati a Roma.
Il sindaco di Carlentini, Giuseppe Basso, ha proclamato per oggi il lutto cittadino, invitando i commercianti a sospendere per un minuto la propria attività durante i funerali in segno di cordoglio. Tutta Capoterra per l’ultimo saluto a Fausto Piano E’ cominciata con il saluto dell’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio alla moglie e ai figli di Fausto Piano, la messa per i funerali del tecnico della Bonatti. Gremito il palazzetto dello sport di Capoterra, che ha ospitato le esequie: migliaia di persone hanno prima partecipato al corteo iniziato alle 14 che ha attraversato le strade del centro alle porte di Cagliari. E poi hanno riempito gli spalti e il parquet dell’impianto sportivo alla periferia del paese. “Il volto della guerra è questo – ha detto mons. Miglio ricordando anche la scomparsa del collega di Piano, Salvatore Failla – fatto di lacrime e strazio. Lo scopriamo quando entra e ferisce la vita di una famiglia. Questa è una di quelle morti che ci cambiano: ci fa guardare lontano nello spazio e nel tempo. Ogni nostra scelta e non scelta tocca sempre tutti”. Un monito, quello dell’arcivescovo, contro l’indifferenza. La folla ha seguito in silenzio le parole di Miglio. In prima fila, i familiari di Piano, con loro Gino Pollicardo, il collega scampato alla morte a Sabrata: durante il corteo è stato accanto a Isabella, la vedova di Piano. Presente tra gli altri il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, il sindaco di Capoterra Francesco Dessì e tanti altri primi cittadini della zona. L’autopsia in Libia? “Una macelleria” “Le nostre perplessità sull’autopsia eseguita in Libia si sono rivelate fondate. Il prelievo di parte di tessuti corporei ha reso impossibile l’identificazione dell’arma usata, la distanza e le traiettorie. Non è stata un’autopsia (quella in Libia, ndr) è stata una macelleria”.
Così l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. E’ stato fatto qualcosa – ha aggiunto l’avvocato – che ha voluto eliminare l’unica prova oggettiva per ricostruire la dinamica dei fatti”. Il penalista, che assiste i familiari di Salvatore Failla, ha tuttavia riconosciuto l’impegno dei rappresentanti italiani in Libia che “si sono battuti per evitare questo scempio”.
Redazione Papaboys (Fonte www.rainews.it)