C’è un bellissimo canto scritto dalla Mannoia In Viaggio che dice: “L’umiltà apre tutte le porte”. La parola umiltà deriva da humus, cioè terra. L’uomo è impastato di terra e di cielo, di finito e d’infinito, di miseria e nobiltà, di peccato e di grazia. L’umiltà ha la stessa radice etimologica di umanità e umorismo, chi è umile è anche umano e umoristico. L’umiltà contro la megalomania dell’uomo moderno che si crede di essere padrone dell’universo, ma come riporta un bellissimo pensiero di Pascal: “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura ; ma è una canna pensante”.
Un giorno Padre Pio passava attraverso i campi di grano e accompagnava per mano una bambina piccola. Per lei e per la sua mamma lui aveva pregato nel momento del parto, quando i medici avevano già asserito che sarebbero morti entrambi per le condizioni critiche in cui si trovavano. Ma, dopo la preghiera, andò tutto bene e si salvarono entrambi. Mentre passavano accanto alle spighe, disse P. Pio alla bambina: “Tu sai quali sono le spighe che hanno più frutto?”. E le spiegò: “A prima vista sembrerebbero quelle che sono più alte, che si ergono sulle altre e sembrano più belle. Invece sono quelle curve, perché il peso dei chicchi di grano le fa piegare…”. E poi aggiunse: “Così sono le persone; sono quelle più umili e nascoste che portano maggiore frutto!”.
L’umiltà è la conoscenza della nostra verità ed è la radice di tutte le virtù. Maria perché grande, perché Dio ha guardato l’umiltà della sua serva. Umiltà non è vergogna o nascondere i propri talenti, ma mostrarsi come uno è, senza maschere, senza bassa autostima, ma con la Dio-stima che, come diceva san Francesco: “L’uomo non è più e ne meno quello che è davanti a Dio”. Più diventi piccolo e più sei grande, più sei umile e più darai testimonianza autentica.
Concludo con una poesia di Douglas Malloch, scrittore e poeta statunitense:
Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii una macchia nella valle, ma sii
la migliore, piccola macchia accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba,
e rendi più lieta la strada;
se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico-
ma il persico più vivace del lago!
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio,
C’è qualcosa per tutti noi qui,
ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.
Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella;
Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.
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