Lunedì 16 marzo – Tutto è festa con te

In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea. Giovanni 4,43-54.

Difficile amare chi è della mia casa.
Difficile amare chi vive con me.
Difficile amare chi vive come vivo io, stessa terra, stessa casa, stessa vita.
Perché mi ricorda come dovrei essere. Come vorrei essere.
Perché è diverso da me.
E mi spaventa.
E voglio segni che sia veramente speciale.


Perché io non lo sono.
E lui allora come fa ad esserlo?
Difficile amare.
L’unico segno che l’amore può dare.
È che torna la vita.
Quando c’è l’amore, torna la vita.
E con lui la vita torna.

Credere a ciò che si vede. Non basta.
Credere a ciò che è segno e prodigio. Non basta.
Credere a ciò che si sente. Non basta
Credere alla fama. Non basta.
Non basta.
Ci vuole la parola.
Ci vuole che credo a quello che mi dici.
Che mi fido.
Anche se non lo vedo.
Anche se non lo so quello che sta accadendo.
Ma vado.
Ma torno.
Forte solo della tua parola.
Forte solo della mia fede.

Posso dire l’ora in cui ti ho visto per la prima volta.
Posso dire l’ora in cui mi hai parlato. A me.
Posso dire l’ora in cui mi hai lasciato. In cui mi hai detto di andare.
Posso dire l’ora in cui la mia vita malata, stanca, morta, ha ricominciato a vivere. Ad alzarsi.
Posso dire l’ora di tutto quello che tu sei e fai nella mia vita.
Sei tu che mi dai il tempo.

Se non vedo te.
Non credo.
Non mi muovo.
Non vivo.
Tutto è festa con te.
Tutto è vita con te.
Tutto è fede con te.
Ogni tua parola, sei tu. Interamente tu.
Ogni tuo sguardo sei tu. Interamente tu.

Di Don Mauro Leonardi

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