Papa Francesco si sforza oltre ogni limite nell’incontro di questo giovedì…. trovandosi di fronte i giornalisti ed i responsabili dell’informazione. Prova a smuovere il cuore, a parlare di ‘amore per la verità’, a responsabilizzare l’informazione (non clericalizzarla ndr), ma sappiamo già che le parole del Pontefice cadranno nel vuoto… Purtroppo. I media di oggi vivono di gossip e chiacchiericcio e uccidono la società. Soprattutto le giovani generazioni. Tutto il resto è quello che ogni giorno vediamo e leggiamo e che ci provoca senso di nausea. (Nota della redazione)
Così la Radio Vaticana, nel servizio di Alessandro De Carolis ha parlato dell’incontro
Il giornalismo contribuisca a far crescere la dimensione sociale delle persone, rispettandone la dignità e amando la verità dei fatti. Sono alcuni dei punti sui quali Papa Francesco ha sollecitato il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiano, ricevuto in udienza in Sala Clementina.
Il bianco e il nero, nettamente suddivisi, sono colori difficilmente rintracciabili nel “pezzo” di un giornalista. Un articolo di cronaca è più spesso il racconto di infinite sfumature di grigi, perché “dibattiti politici e perfino molti conflitti sono raramente l’esito di dinamiche distintamente chiare, in cui riconoscere in modo netto e inequivocabile chi ha torto e chi ha ragione”.
Amore per la verità
Papa Francesco dimostra di comprendere a fondo il mestiere del cronista. E tuttavia, davanti ai circa 400 membri del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, non rinuncia ad alzare l’asticella del mestiere verso i suoi valori più nobili. Anche se il flusso mediatico va di corsa tra “tempi di consegna” scadenze, “è indispensabile – dice – fermarci a riflettere su ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo”. Cominciando, indica, dall’amore per la “verità”, “fondamentale” – sostiene il Papa – per chi, pubblicando notizie, scrive in certo senso ogni giorno “la prima bozza della storia”:
“Amare la verità vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro (…) La questione qui non è essere o non essere un credente. La questione qui è essere o non essere onesto con sé stesso e con gli altri. La relazione è il cuore di ogni comunicazione. Questo è tanto più vero per chi della comunicazione fa il proprio mestiere. E nessuna relazione può reggersi e durare nel tempo se poggia sulla disonestà”.
Giornalismo e dimensione sociale
C’è poi un secondo atteggiamento che sta a cuore a Francesco, che sprona i giornalisti a “vivere con professionalità”. Non si tratta, precisa, di fermarsi al recinto della deontologia, ai doveri scritti nei codici, ma di “interiorizzare il senso profondo del proprio lavoro”:
“Da qui deriva la necessità di non sottomettere la propria professione alle logiche degli interessi di parte, siano essi economici o politici. Compito del giornalismo, oserei dire la sua vocazione, è dunque – attraverso l’attenzione, la cura per la ricerca della verità – far crescere la dimensione sociale dell’uomo, favorire la costruzione di una vera cittadinanza”.
Rispettare la dignità delle persone
Tutto quanto del Papa è un appello alla coscienza del giornalismo, che nella sua lunghissima storia ha annoverato tante “schiene dritte”, come quella di Giancarlo Siani, giovane cronista ammazzato 31 anni fa dalla camorra e ricordato dal presidente dell’Ordine, Enzo Iacopino, che ha donato al Papa un assegno per le vittime del terremoto. Un giornalismo sano, afferma Francesco, è quello che evita le chiacchiere ma informa sempre rispettando la “dignità umana”:
.
.
“Un articolo viene pubblicato oggi e domani verrà sostituito da un altro, ma la vita di una persona ingiustamente diffamata può essere distrutta per sempre. Certo la critica è legittima e dirò di più: necessaria, così come la denuncia del male, ma questo deve sempre essere fatto rispettando l’altro, la sua vita, i suoi affetti. Il giornalismo non può diventare un’’arma di distruzione’ di persone e addirittura di popoli. Né deve alimentare la paura davanti a cambiamenti o fenomeni come le migrazioni forzate dalla guerra o dalla fame”.
“Fattore di bene comune”
“Quanto sarebbe bello che il giornalismo sapesse raccontare le vicende di tante donne e tanti uomini che giorno dopo giorno, con dignità e fierezza, affrontano le questioni della malattia, della mancanza del lavoro, dell’impossibilità a costruire un futuro”, aveva detto mons. Dario Viganò, prefetto della Segreteria della Comunicazione in apertura di incontro. “Perché – aveva proseguito – non coltivare il gusto per le notizie buone, quelle che non fanno mai capolino tra i grandi titoli dei giornali e della Tv che sembrano preferire tutto ciò che è segnato da violenza e da sopraffazione?”. Nella stessa direzione, va l’augurio finale di Francesco:
“Auspico che sempre più e dappertutto il giornalismo sia uno strumento di costruzione, un fattore di bene comune, un acceleratore di processi di riconciliazione; che sappia respingere la tentazione di fomentare lo scontro, con un linguaggio che soffia sul fuoco delle divisioni, e piuttosto favorisca la cultura dell’incontro”.
.
Il video servizio sull’udienza a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO
.
.
di Redazione Papaboys
Ogni giorno una Lode a Maria, 5 novembre 2024. Vergine della Valle, prega per noi O Signore Gesu', che hai…
Sacro Cuore di Gesù insegnaci ad Amare come Tu ami! Preghiera del mattino, 5 Novembre 2024. PREGHIERA DEL MATTINO Signore,…
La potente orazione a San Giuseppe dormiente Anche Papa Francesco è molto devoto a San Giuseppe dormiente... Il Santo Padre…
Ogni Giorno Una Lode a Maria, 4 novembre 2024. Madonnina del Grappa, prega per noi Tu, o Madre dolce e…
Oggi la Chiesa ricorda San Carlo Borromeo: vescovo Carlo Borromeo, universalmente noto come San Carlo, è stato un cardinale e…
Oggi ricordiamo la figura di Beata Teresa Manganiello Teresa Manganiello è stata una terziaria francescana e considerata un personaggio chiave…