Ci sono ancora i personaggi come san Francesco d’Assisi o sant’Antonio di Padova, oppure i santi esistevano solo una volta? I santi sono sempre esistiti ed esistono anche oggi, ovviamente. Forse, più vicino di quanto tu creda, c’è qualcuno che si sta impegnando a scalare la vetta della santità, nella tua famiglia, nella tua città, tra le persone che ti sono vicine.
Impara a guardare con attenzione. Magari questo qualcuno lo fa in silenzio, fuori dalle telecamere, perché, se è vero che qualche santo fa parlare di sé già in vita, sono molti quelli di cui veniamo a sapere solo dopo la morte, e infinitamente più numerosi sono coloro di cui gli uomini non sanno proprio niente, ma che non sfuggono alla mente di Dio, che tutto vede e sa. Questi ultimi mi piace chiamarli i “santi di nessuno”.
E cioè? I “santi di nessuno” sono quelli che non si mettono sopra gli altari, che nemmeno immaginano di poter essere considerati come tali, ma che vivono la loro vita seguendo l’esempio di Gesù, semplicemente, senza tanto clamore, senza squilli di tromba. Tutti dovremmo vivere così. Essere santi è l’ideale di ogni cristiano.
È impossibile essere santi! Perché dici così? Essere santi non significa affaticare le ginocchia sui banchi della chiesa, o ritrovare il proprio nome scritto sul calendario, ma mettercela tutta per assomigliare sempre di più al Signore. La domenica, a Messa, cantiamo: «Santo, santo, santo il Signore Dio dell’universo». E cosa dobbiamo fare per essere come lui? «Dio è amore», leggiamo nella prima lettera di san Giovanni. Quindi, più ameremo e più saremo santi.
È così facile? Beh, facile non direi. Da soli non andiamo da nessuna parte, ma con l’aiuto di Dio, tutto è possibile. Essere santi significa cercare Dio per tutta la vita, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze, accogliendo con amore coloro che il Signore ci pone sul nostro cammino. Se vuoi sapere cosa significa essere santi, guarda Gesù e impara da lui: è il modello migliore. Lasciati toccare dal suo Spirito e imparerai ad amare come ha fatto lui. Fino in fondo, senza risparmiarti. Succederà sicuramente di inciampare per la via, certo, siamo umani, ma santo è colui che sempre trova la forza di rialzarsi e ripartire, perché pone tutta la sua fiducia in Dio. Come un bambino che muove i primi passi, attaccato alla mano di mamma e papà: non ha paura di cadere, perché ha fede in chi lo sostiene.
Pensavo che i santi dovessero fare dei miracoli! Intanto precisiamo una cosa: non sono i santi che compiono i miracoli, ma è Dio che li compie per mezzo di loro. E poi l’amore non è un miracolo meraviglioso? Ma ti dico dell’altro: spesso i santi sono raffigurati in atteggiamento di preghiera, le chiese sono ricche di quadri e affreschi che li ritraggono così, ma essere santi non significa trascorrere tutta la vita rinchiusi, bensì vivere con amore la vita che Dio ci dona ogni giorno. Con i piedi ben saldi a terra, ma con lo spirito rivolto al cielo, perché i santi pensano più all’eternità che al resto.
Che vuol dire? Non conta quanto è lunga una vita, cent’anni o solo dieci. Conta più come si usa il tempo che il Signore ci dona. Se lo usiamo per fare il bene e tutto ciò che Dio vuole da noi, non sprecheremo nemmeno un attimo e renderemo ancora più bello il regalo più importante che ci sia.
Redazione Papaboys (Fonte www.credere.it)
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