A quanti casi di esorcismo ha partecipato?
Ho assistito a oltre cento casi. Sono stato assistente del famoso esorcista padre Gabriele Amorth, fondatore e presidente onorario dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti.
Cosa succede quando una persona, credente o no, arriva al suo studio e le dice di percepire presenze soprannaturali?
Sicuramente è molto importante accogliere le persone che si rivolgono a noi. È importante sia per un sacerdote che per un medico. Ascoltare le persone, consolarle, aiutarle a capire se si tratta di un timore ingiustificato, di una paura, di un problema psicologico, psichiatrico, o di un problema preternaturale.
Lei come psichiatra quando si è convinto dell’esistenza del diavolo?
Per fede. Conoscendo il magistero della Chiesa e il contenuto delle Sacre Scritture. Ho riconosciuto l’esistenza dell’attività demoniaca. Nella Bibbia viene citato 118 volte Satana, il diavolo, il maligno. 84 volte nel Nuovo Testamento e 34 nell’Antico. Basterebbe questo per credere alla presenza del diavolo. Nel frattempo, per grazia di Dio, ho avuto la possibilità di rendermi conto, assistendo tante persone, dell’attività del maligno nell’uomo.
Cosa dicono i suoi colleghi?
C’è molta ignoranza tra medici e psichiatri, al di là del fatto di credere o no. Queste cose esistono realmente. E allora io dico: chi tocca il cavo dell’alta tensione muore, sia chi lo sa che chi non lo sa. L’effetto non cambia. Bisogna essere prudenti perché le conseguenze possono essere drammatiche.
Il demonio non vuole essere scoperto?
Una delle sue strategie è l’inganno, che nella nostra società è sempre molto presente, soprattutto nelle persone che privilegiano la ragione e l’intelletto e non vivono la fede. Si dice che è un’eredità di altre epoche come il Medioevo. Non è vero. È una realtà che oggi è presente come quando Gesù duemila anni fa realizzava esorcismi; liberava dal demonio.
Quali strategie usa il demonio?
La strategia più comune è farci credere che non esista. Basta leggere la Bibbia, ma mi piace citare un autore non cattolico come Charles Pierre Baudelaire, che dice che “l’inganno del diavolo consiste nel farci credere che non esista”.
Lei ha paura del diavolo?
Restiamo costernati, commossi di fronte all’attività demoniaca, ma soprattutto di fronte alla grande sofferenza di tanti nostri fratelli. Non dobbiamo temere il diavolo perché crediamo in Dio. Se le persone hanno paura del diavolo è perché si sono allontanate da Dio. Invito tutti coloro che temono l’attività del maligno ad allontanarsi dal peccato. Ricordo che l’attività demoniaca ordinaria con la tentazione ci porta a peccare perché è la porta per la quale entrano tutti i disturbi di cui abbiamo parlato.
La depressione è il male del nostro secolo. Ne soffrono milioni di persone. È possibile che la depressione nasconda una presenza demoniaca?
Anche in questo caso non possiamo confondere problemi psichiatrici provocati da una causa naturale. I problemi psichiatrici non si devono confondere con disturbi che si trovano al di fuori dell’essere, dello stato naturale della persona (preternaturali), e hanno origine nell’attività del maligno. La depressione è una malattia psichiatrica che non deve essere confusa con la tristezza, lo stato d’animo che tutti abbiamo sperimentato qualche volta nella vita e che è passeggero.
La depressione è una tristezza profonda, vitale, che tende a durare e non dipende da fattori esterni. È un dislivello dell’asse del timo. La depressione viene curata con buoni risultati dagli psichiatri. Quanto ad alcuni casi di depressione, soprattutto quando c’è un desiderio di morte o di suicidio, si sa che il maligno si manifesta anche in questo modo.
Ad ogni modo, bisogna valutare con attenzione segni, sintomi, contesto clinico della depressione per sapere se è di origine psichiatrica e valutare con attenzione la problematica spirituale che può essere collegata a questi sintomi.
L’Associazione che lei rappresenta si occupa anche della formazione di sacerdoti esorcisti?
L’Associazione Internazionale degli Esorcisti promuove la formazione di base e quella permanente, oltre a favorire gli incontri tra gli esorcisti a livello nazionale e internazionale. L’idea è che condividano le proprie esperienze e riflettano insieme sul ministero conferito. Allo stesso modo, l’AIE favorisce l’ingresso dell’esorcista nella dimensione comunitaria e nella pastorale ordinaria della Chiesa locale.
L’Associazione promuove la retta conoscenza di questo ministero tra il popolo di Dio, oltre a promuovere studi sull’esorcismo nei suoi aspetti dogmatici, biblici, liturgici, storici, pastorali e spirituali. Ovviamente l’AIE cerca di promuovere una collaborazione più stretta tra gli esperti in campo medico e psichiatrico che hanno anche una conoscenza della realtà spirituale.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia
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