Ma se tornassimo a parlare di lealtà?

Ormai da diverso tempo il dibattito politico e sociale in Sicilia è caratterizzato dall’emergere e dal consolidarsi di una dialettica che trova nel termine legalità la sua primordiale espressione identificativa. Non passano settimane, infatti, che il Presidente della Regione Crocetta, i suoi assessori, i rappresentanti di Confindustria Sicilia, alcune e diverse forze associative e partitiche non si rifacciano in un modo o nell’altro all’impegno verbale o progettuale improntato alla legalità. Lo stesso Crocetta ha costruito la sua candidatura alla guida della Sicilia tramite la legalità proposta già come metodo nella città di Gela, di cui era sindaco, e termine apripista per la scalata alla conquista del governo regionale. Come anche tutta una schiera di imprenditori e professionisti che hanno sposato la legalità come formula e parola espressiva in sintesi di una modalità diversa di fare impresa, di sviluppo del territorio e di chiaro contrasto alla criminalità organizzata e non. Tutto ciò è da vedere senza dubbio in maniera positiva, poiché la Sicilia oggi come ieri ha bisogno di una reale presa di consapevolezza dei propri limiti e delle proprie speranze. E il principio della legalità è senz’altro importante per giungere ad una svolta culturale, politica e sociale di cui abbiamo ancora oggi un impellente bisogno. Dalla questione appare, però, un punto critico: la legalità per quello che rappresenta come principio – ovvero rispetto della legge, delle norme – è la prospettiva giusta e meglio calibrata che fa al caso della Sicilia e dei siciliani in vista del proprio radicale rinnovamento? Forse altre dimensioni valoriali come la lealtà sono maggiormente estensive e perciò più efficaci?

Il vocabolario online della Treccani alla parola legalità fa corrispondere il fatto di essere conforme alla legge e a quanto essa prescrive. Questa coinvolge sia il singolo cittadino che l’intera comunità. Al termine lealtà, invece, segue una considerazione più ampia che ingloba la sincerità, la franchezza, la dignità, la fedeltà alle istituzioni, al sistema politico in genere, l’attaccamento al dovere, i rapporti fra le persone, il mantenimento degli impegni promessi e assunti.

Ora fermo restando che la legalità, cioè l’essere a norma di legge, è qualcosa di assolutamente positivo, bisogna con chiarezza comprendere – e di conseguenza affermare e sostanziare socialmente e politicamente – che il termine lealtà è di gran lunga più significativo e utile, oltre che primordiale e fondante la stessa legalità. Poiché la lealtà ingloba la legalità e la propone e dispone in un panorama molto più ampio e ricco di valori il quale è davvero necessario per il bisogno educativo delle generazioni prossime e attuali dei siciliani. Inoltre, la lealtà riesce ad esprimere rispetto alla legalità tutta quella parte di esistenza umana che viene prima e va oltre la mera devozione alle regole che sono prescritte. Ovvero riesce a includere i rapporti umani tra conoscenti e non che al di là delle regole devono essere improntati al rispetto, alla franchezza, alla solidarietà che la legge di per sé non può prevedere e imporre. Dunque, a parer mio, la lealtà si configura come il vero progetto riforma di natura educativa per i siciliani del terzo millennio. Infatti l’eccessiva insistenza sulla legalità può a volte far giungere, e forse da qualche parte si è sperimentato, a degli scontri basati sul fatto di ritenersi più legalitari degli altri. Invece, per la lealtà non è così. Giacché l’onestà, la franchezza, la dignità o si possiede oppure pazienza. E pertanto il semplice rispetto di una regola seppur importante non può far divenire un uomo onesto, dignitoso e sincero. La lealtà insomma è quella dimensione pluri – valoriale che può, anzi deve, accompagnare il siciliano dalle giocate al pallone con gli amichetti della strada alla piena maturità e responsabilità civile, politica e imprenditoriale. È chiaro che quello di cui abbiamo bisogno non è sostituire i proclami di legalità con quelli sulla lealtà, ma di persone che nella politica, nell’impresa, nel mondo dei servizi pubblici e privati siano aderenti e proponenti un modo radicale di vita e impegno volto alla ricerca del bene di tutti. La lealtà ci induce ad estendere l’orizzonte di senso della proposta educativa che la società siciliana deve avanzare. Essa include la legalità, ma la precede e la supera. Quello che ci serve è fare un passo avanti. L’insistere sulla lealtà potrebbe consentircelo.

Rocco Gumina

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