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Ma tu in cosa cavolo credi? Io in un Dio delle sorprese e delle gioie inattese

Nel Vangelo di oggi, troviamo una delle parabole più affascinanti e significative raccontate da Gesù: la parabola del seme. Questo racconto ci porta a riflettere profondamente sul mistero del regno di Dio, sulla presenza del bene e del male nel mondo, e sulla straordinaria capacità di Dio di sorprenderci con la sua misericordia e tolleranza.

Gesù ci parla del “buon seme” seminato nel campo della Chiesa e del mondo. Questo seme rappresenta il bene, sempre presente e operante, anche se spesso silenzioso e invisibile. È un promemoria potente contro ogni visione pessimistica della realtà umana. Il bene non sempre fa notizia, non occupa le prime pagine dei giornali, ma è lì, costantemente all’opera, come un filo dorato che tesse la trama della vita quotidiana.

Tuttavia, la parabola non ignora la presenza del male. La “zizzania” seminata dal nemico rappresenta tutto ciò che contrasta con il regno di Dio, l’unico progetto di vita veramente degno dell’uomo. È inquietante notare come la zizzania venga seminata “mentre tutti dormono”, un chiaro richiamo alla nostra responsabilità e alla necessità di vigilanza. Non solo dobbiamo evitare di fare il male, ma siamo chiamati anche a impedirlo, ogni volta che possiamo.

Ma qui arriva la sorpresa più grande: la tolleranza e la misericordia di Dio. Il Signore, nell’attesa del giudizio finale, permette che il bene e il male crescano insieme. Questa attesa paziente non riguarda solo il mondo, ma anche la Chiesa e ciascuno di noi. Dio ci sorprende con la sua capacità di aspettare, di dare tempo al buon seme di crescere e di trasformarsi, anche in mezzo alle difficoltà e alle sfide poste dalla zizzania.

Questa parabola ci invita a essere fiduciosi e pazienti come il cuore di Dio. Siamo chiamati a coltivare la speranza, a riconoscere e valorizzare il bene che, anche se nascosto, è sempre presente. E soprattutto, siamo invitati a credere in un Dio che è sempre pronto a sorprenderci con le sue gioie inattese, un Dio che vede oltre le apparenze e che ci chiama a fare lo stesso.

In un mondo che spesso esalta il negativo e il sensazionale, ricordiamoci del buon seme. Ricordiamoci che Dio opera sempre per il bene, anche quando non ce ne accorgiamo. E cerchiamo di essere, noi stessi, seminatori di bontà e di speranza, confidando nella pazienza e nella misericordia di un Dio che non smette mai di sorprenderci.

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