In Siria non si fermano i combattimenti tra oppositori e truppe del regime. Uccisi ieri un giornalista, un cameraman ed un tecnico della Tv di Hezbollah, Al-Manar, nella città cristiana di Maalula, a nord di Damasco, da ieri tornata sotto il controllo dell’esercito. In questo scenario è nato il ‘Consiglio islamico siriano una nuova organizzazione che rivendica di avere il sostegno del ”90%” delle forze che si oppongono a Bashar al-Assad. Nel Dicembre scorso Maaloula era caduta nelle mani dei ribelli, molti dei quali militanti islamisti di al-Nusra – gli stessi che avevano rapito le suore libanesi dal loro convento di Santa Tecla, per poi liberarle poche settimane fa. Ma l’esercito del regime assicura: “Ora Maaloula è di nuovo tutta sotto il nostro controllo. Anche il convento di Santa Tecla”.
Accanto ai militari di Bashar al-Asad a combattere nella battaglia c’era anche Hezbollah, che da 18 mesi in Siria ha messo in moto le sue milizie per proteggere il potere di Damasco. Secondo lo stesso partito sciita, una troupe di al-Manar, la tv di Hezbollah, è stata urtata mentre copriva la battaglia di Maaloula. L’offensiva di Asad non solo contro la cittadina cristiana, ma verso tutta la regione di Qalamun, è solo all’inizio. Lo assicura l’esercito che mira adesso a riconquistate questa fascia al confine con il Libano in gran parte nelle mani dei ribelli. Già il mese scorso il tentativo era stato quello di bloccare le vie di approvvigionamento. Maaloula, un gioiellino scavato nella roccia e dove si parla ancora aramaico, sembra così solo l’inizio di una nuova recrudescenza.
di Marina Calculli