Quella notte del 1981, mi imbarcavo su un aereo, a Chicago, in Illinois; mi sedetti stanco. Mentre i passeggeri imbarcavano, l’aereo si riempiva del brusio delle conversazioni. D’improvviso la gente ammutolì (…). Mi girai per vedere cosa succedeva e restai a bocca aperta.
Due religiose avanzavano nel corridoio, vestite di un semplice abito bianco bordato di azzurro. Riconobbi subito il viso di una di loro, la pelle tutta rugosa, gli occhi di una calorosa intensità. Questo viso l’avevo visto sulla copertina della rivista Time.
Le due religiose si fermarono e capii che la mia vicina di sedile sarebbe stata Madre Teresa. Quando gli ultimi passeggeri si sedettero, Madre Teresa e la sua compagna di viaggio presero il loro rosario. Notai che ogni decina era formata da grani di differente colore. Madre Teresa mi spiegò, in seguito, che le decine rappresentavano le differenti parti del mondo e aggiunse: “Prego per i poveri e i moribondi di ogni continente.”
Le due donne si misero a pregare in maniera poco udibile, come un sussurro. Considerandomi un cattolico poco religioso, praticante più per abitudine, mi unii a questa preghiera, quasi senza rendermene conto. Madre Teresa si girò verso di me e in quel momento il suo sguardo mi invase con un sentimento di pace. “Giovanotto”, domandò, “recita spesso il rosario?” “No, davvero”, confessai.
Lei mi prese le mani, scrutandomi e mi sorrise. “Ebbene, lo farà adesso.” E mi pose il rosario nelle mani. (…) Dopo questo inatteso incontro in aereo, la mia vita cambiò. (…) Cerco adesso di ricordarmi che ciò che veramente conta non è il denaro, né i titoli o i beni, ma il modo con cui si amano gli altri.
Redazione