La preghiera è stare con Dio, è vivere con Dio, è amare Dio. Lo ha ricordato con un tweet il Pontefice in questo pomeriggio del 2 maggio.
Un mese di maggio dedicato alla preghiera per la pace: l’intenzione spirituale di Papa Francesco, già manifestata al Regina caeli di domenica 29 aprile, si è resa concreta martedì 1° maggio, durante la visita compiuta al santuario della Madonna del Divino Amore, a Castel di Leva. Nell’antica chiesa che custodisce l’immagine mariana tanto cara alla devozione dei romani, il Pontefice ha recitato il rosario per invocare «frutti di pace, di riconciliazione e di speranza per il mondo intero, a cominciare dall’amata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede la fine», come aveva detto il 1° aprile scorso nel messaggio urbi et orbi pronunciato dalla loggia centrale della basilica vaticana per la solennità di Pasqua. Un motivo che Francesco ha richiamato anche attraverso un tweet, invitando i fedeli «a prolungare per tutto il mese di maggio la preghiera del rosario per la pace».
Nella solennità di san Giuseppe lavoratore il Pontefice non ha mancato di ricordare poi la questione del lavoro e ha rimarcato in un altro tweet che esso «è un elemento fondamentale per la dignità della persona». In mattinata, inoltre, Francesco ha ricevuto in udienza i dirigenti e il personale del quotidiano cattolico italiano «Avvenire», ai quali ha raccomandato di essere voce di una Chiesa che «non guarda la realtà né da fuori né da sopra, ma si cala dentro, si mescola, la abita e — in forza del servizio che offre — suscita e dilata la speranza di tutti».
Anche durante l’udienza generale di mercoledì 2, in piazza San Pietro, il Papa è tornato sulla necessità della preghiera per la pace. «Durante le funzioni del mese di maggio — ha chiesto in particolare ai pellegrini polacchi presenti — affidate a Maria, regina di Polonia, la vita della Chiesa, la vostra patria e le vostre famiglie. Pregate per la pace nel mondo, e in modo particolare nel Medio oriente».
In precedenza, proseguendo nel ciclo di riflessioni sul battesimo, il Pontefice aveva dedicato la catechesi ai momenti centrali del rito liturgico del sacramento dell’iniziazione cristiana. In particolare aveva parlato dell’invocazione dello Spirito sull’acqua e della rinuncia a Satana seguita dalla professione di fede: due atti, aveva spiegato, «strettamente connessi tra loro», perché «nella misura in cui dico “no” alle suggestioni del diavolo — colui che divide — sono in grado di dire “sì” a Dio che mi chiama a conformarmi a lui nei pensieri e nelle opere».
Fonte: Osservatore Romano, 2-3 maggio 2018
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