Mi chiamo Nunzio, sono un ingegnere informatico di 44 anni, padre di una dolcissima ragazza di 22 anni e marito di una donna meravigliosa che con la sua pazienza e perseveranza ha contribuito a salvare la mia anima e la mia famiglia.
Ho vissuto 41 anni della mia vita nella completa perdizione, per farla breve sguazzavo letteralmente nei 7 vizi capitali, credetemi, un vortice da cui pensavo di non poterne mai più uscire. Ho sofferto di una dipendenza di cui non vado fiero, un disturbo ossessivo – compulsivo legato alla sessualità e provo un profondo dolore pensando al male che mi facevo e al male che facevo a Dio.
Un giorno di Febbraio del 2011 casualmente mi ritrovai a vedere un servizio televisivo su Medjugorje nella trasmissione “Mistero”. In cuore mio, ho sempre lasciato un angolino, seppure molto piccolo alla speranza (sebbene non potessi dare un nome a quella speranza) e nonostante non avessi più controllo delle mie azioni e dei miei pensieri, ho sempre sentito che lassù in Cielo esiste un Dio ma mi mancava la fede.
Ricordo che quel giorno rimasi letteralmente incollato alla TV, non riuscivo a distogliere l’attenzione dalla testimonianza della gente e dei veggenti e poi dai luoghi, era tutto così diverso ai miei occhi, era come se vedessi dietro e dentro quelle immagini, mi sentivo bene, sentivo una rilassatezza interiore che da molto tempo non provavo.
Il giorno seguente continuai a pensare a Medjugorje, e quello successivo ancora, e così ancora i giorni seguenti per almeno due settimane ma non ne capivo il senso, ciò che sentivo era un forte bisogno di approfondire l’argomento. Così un giorno della prima settimana di Marzo 2011, ho cercato su internet notizie su Medjugorje, ciò che non potrò dimenticare è che quel giorno mi documentai per ore, ero avido di conoscenza, più trovavo e più volevo cercare nuovo materiale.
Finchè arrivai in un sito web che colpì la mia attenzione: Associazione Medjugorje Como. Un messaggio in evidenza pubblicizzava il Festival di Primavera. Non sapevo nemmeno cosa fosse. Poi capii che si trattava di un incontro di preghiera e raccoglimento spirituale e che c’era anche una veggente di nome Marjia e la testimonianza di Paolo Brosio.
Mi domandavo cosa mai potesse profetizzare Marija e pensavo che Brosio fosse presente in veste di giornalista per un servizio televisivo. Ebbene, io che fin ad allora non sono entrato in una Chiesa se non per un Matrimonio o una prima Comunione, ho sentito la necessità, sebbene combattuta, di partecipare a quell’evento.
Ci pensavo tutti i giorni, ricordo che ero agitato, avevo un’ansia interiore che mi impediva di dormire. La mente non voleva andarci ma il cuore mi spingeva sempre più verso quella direzione. Poi arrivò il giorno, era la domenica del 13 Marzo 2011. Fino all’ultimo istante ho esitato, quasi cercavo una scusa, un impedimento e infine mi dissi: “Se mi ci accompagna mia moglie vado…” . Sapevo che mia moglie non avrebbe mai detto di sì. Mia moglie è una donna rumena e a causa del ferreo comunismo non è stata educata alla preghiera. Le Chiese venivano addirittura abbattute dall’allora dittatore Ceausescu.
Ciò nonostante, mia moglie è sempre stata una donna generosa, socievole, aperta verso il prossimo. E proprio questa sua predisposizione mi spiazzò perché contro ogni mia previsione mi disse che mi avrebbe accompagnato.
Non potevo più tirarmi indietro…Arrivammo nelle prime ore del pomeriggio e nella confusione della folla non mi rendevo nemmeno conto di dove fossi.
Perché tutta quella gente? Cosa cercano e perchè vengono proprio qui? Queste e altre domande assillavano i miei pensieri. Ma allo stesso tempo ero profondamente colpito dalla partecipazione emotiva, collettiva, intensa e profonda, direi quasi divina della gente. E in effetti non mi rendevo conto che qualcosa di divino c’era veramente : la Santissima Vergine Maria…
Ebbene ero lì, ma mi sentivo un pò fuori luogo, perchè percepivo di non essere come loro, mi mancava la fede. Sentivo di essere lì non per mia volontà ma comunque dovevo esserci. Ho pregato con loro, ricordo che conoscevo solo il Padre Nostro ed ho imparato “sul campo” l’Ave Maria. Poi, all’improvviso, un momento di silenzio. La veggente Marjia era in estasi. Parlava con la Madonna oppure la vedeva, questo non lo so. Ciò che sentivo, però, è che veramente stesse accadendo qualcosa, la folla si era raccolta in silenzio e pregava, qualcuno probabilmente sperava in un miracolo, una guarigione o quant’altro. Devo ammettere che anch’io in quel momento ho pensato: “Chissà se vedrò qualcosa di straordinario…” . Senza pensare che qualcosa di straordinario era già accaduto: L’inizio della mia conversione.
I giorni seguenti a quell’incontro ero confuso, sentivo il desiderio di conoscere e di avvicinarmi a Dio, ma allo stesso tempo non sapevo da dove cominciare. E allora ho cominciato con quella che reputavo la cosa più semplice, recitavo una preghiera al mattino ed una alla sera, il Padre Nostro e/o l’Ave Maria (che adesso conoscevo).
Ogni tanto pensavo: “Non ce la farò mai!”. Ero cosciente che la dipendenza di cui ero vittima richiedeva l’intervento di psicologi. Mi demoralizzavo, piangevo… Più mi avvicinavo a Dio e a Maria e più mi sentivo distante. La strada che dovevo percorrere era troppo lunga per le mie forze. Mi sono allora avvicinato alla Chiesa perché ho pensato : “forse se vado in Chiesa la mia preghiera sarà più forte…” Tutte le domeniche mi presentavo puntualmente alla Santa Messa e ahimè di lì a poco scoprii che non potevo ricevere i sacramenti. Io ero sposato con il solo rito civile e dunque vivevo in un perpetuo stato di colpa. Ricordo che ci rimasi molto male, mi sembrava impossibile, cercavo Dio ma non potevo raggiungerLo.
Ero nuovamente demoralizzato, quasi in depressione, piangevo quando vedevo ricevere la Santa Eucaristia. Ho pregato la Madonna perché mi desse la forza per andare avanti . Lottavo contro la mia dipendenza che mi tormentava l’anima e allo stesso tempo lottavo per cercare Dio. Decisi allora con l’accordo di mia moglie di sposarci in Chiesa con rito cattolico. Dopo 7 mesi e con l’aiuto di Don Luigi, il parroco di Mariano Comense, potemmo realizzare il matrimonio.
Chiesi a Don Luigi di celebrare il Matrimonio a porte chiuse. Non volevo nessuno se non i miei stretti parenti. Eravamo in sette persone. Ho scelto mia figlia e mio nipote come testimoni. Due ragazzi giovani di 19 e 18 anni. Volevo che il Matrimonio fosse percepito come un dono di Dio, semplice nella forma ma grande nell’effetto.
Ricordo che subito dopo corsi al confessionale per riconciliarmi con Dio, potevo finalmente ricevere i sacramenti!. La Domenica successiva ricevetti la Santa Eucaristia, fu un giorno di gioia e festa per me perché lo desiderai con tutto il cuore. Ho sperimentato in quell’occasione un senso di liberazione, come se il Corpo di Cristo avesse spazzato via dal mio corpo e dalla mia anima ogni influenza malefica.
Da allora ho rafforzato la mia fede con la preghiera e la lettura della Sacra Bibbia. Oggi sono 2 anni e mezzo che non soffro più di alcuna dipendenza ma una ferita nel fianco è rimasta e questa credo rimarrà sempre.. Sono sempre un peccatore, ma un peccatore con un cuore pieno di gioia perché so di non essere solo. Ho due Genitori meravigliosi che mi hanno accompagnato in quel tormentato viaggio: Dio e Maria Santissima.
Oggi posso testimoniare con felicità di avere ricevuto una Grazia anzi due: la grazia della conversione di cuore e la guarigione da una dipendenza.
A marzo del 2012 sono stato a Medjugorje per ringraziare personalmente la Mamma, la Santissima Vergine Maria che bussò al mio cuore e nonostante io non abbia risposto subito, Lei non mi ha abbandonato, anzi ha perseverato e mi ha preso per mano e mi ha accompagnato lungo tutto il percorso così come si portano i bambini a scuola….
Con affetto
Nunzio
Fonte www.lalucedimaria.it
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