La Malaysia, conta oltre 28 milioni di abitanti in larga maggioranza musulmani (60%), i cristiani sono la terza confessione religiosa (dietro ai buddisti) con un numero di fedeli superiore ai 2,6 milioni; la pubblicazione di un dizionario latino-malese vecchio di 400 anni dimostra come, sin dall’inizio, il termine “Allah” era usato per definire Dio nella Bibbia in lingua locale
. Il 7 gennaio scorso il direttore di Herald Malaysia è stato interrogato per due ore dalla polizia di Selangor; al centro del colloquio, le dichiarazioni rilasciate dal sacerdote secondo cui organismi e istituti islamici non hanno diritti né giurisdizione verso enti e associazioni cristiane. Da questo deriva il fatto che il raid compiuto contro la sede della Bible Society of Malaysia (Bms) di Selangor e il sequestro delle Bibbie, è un atto “profondamente sbagliato” e “illecito”.Cresce il sostegno delle Chiese (cattoliche e protestanti) di tutto il mondo verso i leader cristiani in Malaysia, oggetto di attacchi e di una crescente pressione con l’approssimarsi del processo sull’uso della parola “Allah” per i non musulmani nel Paese. L’ultimo in ordine di tempo a fornire la propria vicinanza è il Consiglio metodista mondiale (Wmc), che esprime “shock e costernazione” in merito alla sentenza dei giudici di appello nell’ottobre scorso di vietarne l’uso al settimanale cattolico Herald Malaysia. In una lettera indirizzata alla Federazione cristiana della Malaysia il vescovo Ivan Abrahams, segretario generale Wmc, giudica il verdetto un “preoccupante” tentativo di affidare a una sola religione il possesso di una terminologia universale. Il Consiglio metodista mondiale rappresenta oltre 80 milioni di fedeli, sparsi in 130 Paesi di tutto il mondo. Secondo il vescovo Abrahams il verdetto potrebbe fomentare “divisioni non richieste fra cristiani e musulmani” in Malaysia; egli invita l’esecutivo di Kuala Lumpur a non “politicizzare” un aspetto che riguarda solo la sfera religiosa e privata. I figli di Abramo, spiega, condividono la fede nello stesso Dio, per questo “rivendicare il possesso esclusivo” di un nome “è un atto fortemente divisivo”. Le preghiere di milioni di fedeli della Wmc si uniscono alla solidarietà manifestata la scorsa settimana dalla Chiesa evangelica luterana in America (Elca), secondo cui tutta la controversia scatenata in Malaysia “non riguarda solo la fede, ma comprende pure la storia e la lingua”. I vertici di Elca condannano inoltre il raid del mese scorso, durante il quale le autorità malaysiane hanno sequestrato 300 copie della Bibbia. Anche le Nazioni Unite, attraverso Rappresentante speciale per la libertà di credo e di culto, intervengono nella vicenda e lanciano un appello a Kuala Lumpur perché ribalti la sentenza della Corte che vieta al settimanale cattolico l’uso della parola. a cura di Giovanni Profeta
La fonte dell’articolo è tratta dal sito: asianews
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