Daniela Corriano si è spenta lunedì a 29 anni nel suo letto all’ospedale della Versilia. Originaria di Gioia Tauro, diplomata al Matteotti e impiegata in una ditta di Montacchiello (ma da qualche tempo in cassa integrazione), viveva a Nodica con il marito Alessio e l’altro figlio di due anni e mezzo
. Il suo piccolo sta bene: è ancora mantenuto in incubatrice al reparto di Neonatologia del Santa Chiara, ma cresce, diventa ogni giorno più forte. «Pesa un chilo e 400 grammi» dice il fratello di Daniela, Giovanni, distrutto e commosso. Quasi un miracolo: al primo vagito, pesava solo 800 grammi. La sua nascita è stata una gioia e, insieme, un dolore che lascia senza parole.TUTTO è successo in meno di tre mesi proprio quando la vita aveva deciso di regalare tanta felicità alla sua famiglia: «Anche le nostre due sorelle — racconta ancora il fratello Giovanni — sono rimaste incinta del secondo figlio e hanno partorito poco tempo fa». Poi il colpo durissimo: un dolore al collo, penetrante, continuo che Daniela ha iniziato a sentire con insistenza intorno ad aprile. «Eravamo al battesimo di uno dei nipotini. Abbiamo pensato ad una classica ‘frescata’.
Ma il dolore non passava, nonostante massaggi e terapie — dice Giovanni — alla fine Daniela si è rivolta al pronto soccorso dove le è stato consigliato un ciclo di agopuntura perché, essendo incinta, non poteva prendere farmaci. Ma ancora niente. Dopo aver contattato la sua ginecologa e amica Valeria Valentino, che opera all’ospedale della Versilia, è stata fatta una risonanza. E’ da lì che abbiamo scoperto tutto». La notizia terribile, all’inizio di maggio. E il calvario
. Per Daniela è scattato il ricovero all’ospedale della Versilia ma la situazione, sin da subito, è apparsa disperata. Lei però era decisa:«Voglio che il mio bambino nasca» ripeteva.Ed è stato grazie all’equipe di medici e infermieri del Versilia e al professor Angiolo Gadducci dell’ospedale di Pisa (ai quali la famiglia rivolge un sentito e straziante grazie) che ce l’ha fatta: «Si è anche sottoposta ad una forma di chemioterapia compatibile con la gravidanza in modo da andare avanti un altro mese, giusto il tempo di far arrivare il suo piccolo alla 26esima settimana e farlo nascere». Poi il parto a Viareggio, il ricovero del piccolo in Neonatologia a Pisa, l’addio. Parenti e amici si sono riversati alla camera ardente allestita alla Pubblica Assistenza di via Bargagna. «Era una ragazza speciale econ il marito formava una coppia ideale — dice don Baldo Batini, parroco di Nodica dove oggi alle 15.30 si svolgeranno i funerali — li ho sposati io quattro anni e mezzo fa. Sono andata a trovarla più volte in ospedale e mi sono tenuto in contatto con i cappellani. Era sempre contentissima di vedermi. Ed era consapevole del suo triste destino. Mi aveva comunque promesso che, se fosse guarita, sarebbe venuta in parrocchia per fare la catechista. La sua perdita è una tragedia, un dolore per tutti noi». di Francesca Bianchi
Dall’archivio PAPABOYS 3.0 pubblicata nell’estate 2014
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