Stasera, alle 20 e 30, con la Messa allo stadio Helvia Recina, celebrata dal segretario di Stato Pietro Parolin, avrà inizio il pellegrinaggio Macerata-Loreto. Il cammino notturno di 27 chilometri fra le due città marchigiane è arrivato ormai alla trentaseiesima edizione e monsignor Giancarlo Vecerrica, vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, spiega a tempi.it che «ormai fa parte della nostra storia». Il primo pellegrinaggio partì nel lontano 1978, quando Vecerrica era insegnante di religione. Insieme a lui camminarono 300 pellegrini. «Stasera, solo di volontari, se ne conteranno 3 mila». L’anno scorso i partecipanti sono stati circa 70 mila. «Come al solito, al centro del pellegrinaggio anche quest’anno ci sarà un titolo, una domanda: “Di cosa abbiamo bisogno per vivere?”», spiega Vecerrica. «La preoccupazione sulla vita, per noi, è centrale. Ci chiediamo come vivere, ci domandiamo cosa è necessario mettere al centro delle nostre vite». Tuttavia «questo gesto, questo cammino insieme, lo proponiamo non per dare una risposta alle domanda della vita ma per offrire una compagnia a chi come noi vuole cercare il Mistero».
Sono decine di migliaia i pellegrini attesi a Macerata, in arrivo da tutta Europa (e anche dal Sud America), pronti a intraprendere il pellegrinaggio, fra cui moltissimi giovani. «Oggi le persone vengono in pellegrinaggio anche per chiedere l’intervento della Grazia per questioni di lavoro – prosegue Vecerrica – dalle nostre parti, nella diocesi di Fabiano-Matelica, c’è una tremenda crisi: ogni giorno abbiamo a che fare con il disagio umano, culturale, politico, economico e lavorativo», però, osserva il vescovo, «questa situazione di difficoltà non ha seppellito le nostre domande». «Ecco perché la Macerata-Loreto attira sempre più in massa i giovani, spesso lontani dalla fede». «L’attrattiva di questo pellegrinaggio non dipende da noi, ma dal Mistero che ci ha ispirato. Questo ci costringe a continuare il cammino, anche se sembra sempre più difficile». Il 5 giugno è stata benedetta da papa Francesco la fiaccola che brucerà le intenzioni di chi parteciperà al pellegrinaggio. «Il Papa – racconta Vecerrica – ci ha chiesto di pregare per la pace. Si è molto impressionato della coincidenza del pellegrinaggio con la preghiera per la pace in Palestina e Israele che terrà con i capi di stato in San Pietro». A proposito di questo, Vecerrica spiega che cosa accomuna i due gesti: «Il Papa non fa un tavolo per la pace, non fa un accordo, non coordina un dialogo, ma va alle radici della pace dicendo: “Preghiamo insieme”. Questo è l’elemento di novità cristiano che emerge anche nel gesto del pellegrinaggio». Insieme al cammino, nel pellegrinaggio sono previste molte testimonianze: «Dal giovane maturando che viene per ringraziare Dio, a quella di José Berdini, responsabile delle comunità Pars. Ci sarà anche un collegamento con Daniel Wani, il marito di Meriam, la giovane madre cristiana imprigionata in Sudan». di Francesco Amicone