I paradisi fiscali per gli evasori funzionano; i paradisi esotici per i vip vacanzieri, pure; i paradisi per gli animali, pare di no. Il Mare di Ross, un luogo dell’Antartide grande quanto Italia, Francia e Germania messe assieme, dove enormi balene, pinguini e seppie nuotano liberamente, potrebbe diventare la più grande area marina protetta del mondo. Ma perché questo sogno si avveri è necessario che ventiquattro paesi trovino un accordo. Ventitre ci sono ma ne manca uno: la Russia. Se non arriverà presto la firma di Putin, tra poco enormi flotte attrezzate per la pesca industriale lo invaderanno e inizierà il massacro. Nel mondo la domanda di pesce è sempre maggiore e il mare di Ross è lì, pieno di animali che tra un attimo saranno trasformati in confezioni famiglia per noi.
Questo non è solo un problema che riguarda gli amanti della natura. Mi sembra chiaro che ne siamo toccati tutti. È assolutamente necessario imparare a pensare al mondo come alla nostra casa. Uccidendo, desertificando, terre e mari, ci togliamo la sedia da sotto il sedere. Purtroppo però non finirà con un capitombolo che farà ridere chi ci sta intorno. Ci andremo di mezzo tutti e cadere sarà molto doloroso. Forse definitivo. È possibile che dopo il ruzzolone divenga impossibile rialzarsi.
Noi non abbiamo creato il mondo e quindi non possiamo ricrearlo, possiamo distruggerlo ma non rifarlo. Non è teologia. Non occorre fede in Dio per capirlo, basta l’amore per l’uomo. Ci può arrivare anche Putin, che sa tanto dei paradisi fiscali dei Panama Papers ma poco del paradiso per i calamari giganti.
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da Metro