Dall’ altissimo suo seggio di gloria va dicendo: Ego in altissimis habito ut ditem diligentes me et thesauros corum repleam. Io abito il più alto trono di gloria per arricchire di benedizioni quelli che mi amano e per riempiere i loro tesori di celesti favori. Onde dalla sua Assunzione al cielo cominciò il costante e non mai interrotto concorso de’ cristiani a Maria, nè mai si udì, dice s. Bernardo, che alcuno abbia con fiducia fatto ricorso a lei che non sia stato esaudito.
Di qui si ha la ragione per cui ogni secolo, ogni anno, ogni giorno e possiamo dire ogni momento è segnalato nella storia da qualche gran favore concesso a chi con fede l’ha invocata. Di qui pure si ha la ragione per cui ogni regno, ogni città, ogni paese, ogni famiglia ha una chiesa, una cappella, un altare, una immagine, un dipinto o qualche segno che ricorda una grazia concessa a chi fece a lei ricorso nelle necessità della vita.
I fatti gloriosi contro i Nestoriani e contro agli Albigei; le parole da Maria dette a s. Domenico allora che gli raccomandava la predicazione del Rosario, che la stessa Beata Vergine nominò magnum in Ecclesia praesidium; la vittoria di Lepanto, di Vienna, di Buda, la Confraternita di Monaco, quella di Roma, di Torino e molte altre erette in vari paesi della cristianità, fanno abbastanza conoscere quanto sia antica e diffusa la divozione a Maria Ausiliatrice, quanto questo titolo torni a lei gradito e quanto vantaggio arrechi ai popoli cristiani. Sicchè poteva ben con ragione Maria profferire le parole che le mette in bocca lo Spirito Santo: In omni gente primatum habui. Sono riconosciuta padrona presso a tutte le nazioni.
Questi fatti cotanto gloriosi alla Santa Vergine facevano desiderare l’ intervento espresso della Chiesa a dare il limite e il modo con cui Maria potesse invocarsi col titolo di aiuto dei cristiani, e la Chiesa era già in certo modo intervenuta coll’ approvazione delle confraternite, delle preghiere e di molte pratiche di pietà cui sono annesse le sante indulgenze, e che per tutto il mondo proclamano Maria Auxilium Christianorum.
Una cosa mancava ancora ed era un giorno dell’anno stabilito per onorare il titolo di Maria Ausiliatrice, che è quanto dire, una festa con rito, Messa, Officio dalla Chiesa approvato, e si fissasse il giorno di tale solennità. Affinchè i Pontefici si determinassero a questa importante istituzione ci voleva qualche fatto straordinario che non tardò molto a farsi manifesto agli uomini.
In una domenica del maggio 1873, la signora Vaschetta Maria non avendo potuto per i suoi incomodi portarsi in Chiesa alle funzioni, era rimasta sola in casa pregando vicino al fuoco. Mentre se ne stava così seduta, una scintilla le volò sulle vesti, di che ella non si accorse se non quando già erasi sviluppata la fiamma. Spaventata a quella vista, si mise a correre per le stanze, facendo tosi divampare sempre più la fiamma. Già questa la circondava tutto intorno ed essa si sentiva venir meno, quando drizzando gli occhi stralunati alla finestra, le si affacciò da quella la statua di Maria Ausiliatrice che torreggia sulla chiesa di Valdocco, vicino alla quale si trovava la sua abitazione. La povera signora in quel frangente, alzate le mani supplichevoli verso quella statua, così esclamò: «Ma vorrete voi permettere, o Maria Ausiliatrice, che una vostra serva divota muoia in questa misera maniera?» (Era essa stata una delle pie benefattrici che avevano concorso alla edificazione di quella chiesa). Pronunciate appena quelle parole essa, quasi le si fosse versato sopra dell’acqua fresca, come diceva di poi, si trovò d’un tratto libera dalle fiamme e da ogni pericolo. Poco dopo giungeva il fratello e vistala così abbattuta e domandatole il motivo, la pia signora gli raccontava di qual maniera per evidente miracolo di Maria Ausiliatrice si trovasse scampata da terribil morte. Venuta di poi a ringraziare nella Chiesa la B. V. instava perché si stampasse pur pubblicamente il fatto a sempre maggiore rendimento di grazie e ad esaltazione di Maria onorata sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani.
Un medico stimatissimo nell’arte sua, ma incredulo e indifferente in fatto di religione, si presenta un giorno dal direttore dell’Oratorio di s. Francesco di Sales e gli dice:
– Sento che lei guarisce da ogni genere di malattia.
– Io? no.
– Eppure me l’hanno assicurato, citandomi ancora il nome delle persone e il genere di malattia.
– L’ hanno ingannata. Avviene bensì di frequente che si presentino da me persone per ottenere simili grazie per sé o per i loro conoscenti ad intercessione di Maria Ausiliatrice, facendo tridui o novene o preghiere con qualche promessa da compiersi per grazia ottenuta, ma in simili casi le guarigioni avvengono in grazia di Maria SS., non certo di me.
– Ebbene, guarisca anche me, ed io crederò a questi miracoli.
– E di qual malattia la S. V. è travagliata?
Il dottore prese qui a raccontare com’egli fosse affetto da mal caduco e che, massime da un anno a quella parte, erano così frequenti gli accessi, che più non si peritava ad uscire se non accompagnato. A nulla erano valse tutte le cure, ed egli vedendosi deperire ogni giorno di più era venuto da lui nella speranza di ottener esso pure, come tanti altri, la guarigione.
– Ebbene, dissegli il direttore, faccia ella pure come gli altri, si metta qui in ginocchio, reciti con me alcune preghiere, si disponga a rimondare la sua anima coi sacramenti della confessione e della comunione e vedrà che la Madonna la consolerà.
– Mi comandi altro, ma quel che mi dice nol posso fare.
– E perchè?
– Perché sarebbe da parte mia un’ ipocrisia. Io non credo punto nè a Dio, nè a Madonna, nè a preghiere, nè a miracoli.
Il direttore ne rimase costernato, pure tanto disse che, aiutando la grazia di Dio, il dottore si pose in ginocchio e recitò alcune preghiere in unione col detto sacerdote. Fatto poi il segno della santa Croce, alzandosi disse:
– Sono stupito di sapere ancor fare questo segno, sono quarant’anni che ho smesso l’uso di farlo!
Promise di più che si sarebbe disposto ad andarsi a confessare.
Mantenne infatti la parola. Appena confessato, si sentì come internamente guarito – né mai più ebbe alcun assalto di epilessia, mentre a detta di quei di sua famiglia, quegli assalti erano in prima così frequenti e terribili da far temere sempre di un qualche accidente.
Qualche tempo dopo venne alla chiesa di Maria Ausiliatrice, si accostò ai SS. Sacramenti e dopo andò in sacrestia e disse a’ parenti colà raccolti:
Date gloria a Dio. La Vergine celeste mi ha ottenuto la sanità dell’anima e del corpo; e dall’incredulità mi condusse alla fede cristiana, in cui io aveva pressochè fatto naufragio.
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