Che cosa muove Maria ad affrontare un viaggio faticoso nelle sue condizioni? È l’amore verso la cugina, con la quale desidera lodare il Signore, che ha fatto in lei ed in Elisabetta grandi cose. È l’ansia missionaria di donare alla cugina Cristo, il Figlio che porta in grembo. È la gioia di comunicare a lei la sua fede. È il bisogno profondo di servirla nelle sue necessità.
Maria insegna alle nostre comunità cristiane e a ciascuno di voi giovani a percorrere le vie della storia e degli ambienti della nostra vita, andando incontro alle persone, uscendo da voi stessi e offrendo segni, parole, gesti di amicizia, di annuncio, di preghiera, di servizio. Soprattutto, essa vi insegna a portare Gesù ovunque viviamo.
Ma per fare questo occorre assumere alcune scelte che Maria ci insegna e ci propone.
Maria ci insegna il coraggio di osare
Oggi assistiamo a una crisi della speranza, per cui si cerca di conservare l’esistente e si ha scarsa fiducia nel domani. A farne le spese siete soprattutto voi giovani, che vi vedete tarpare le ali da un mondo adulto spesso chiuso dentro i propri schemi culturali e sociali, che stenta ad aprirsi al nuovo e a lasciare spazio alla vostra progettualità e fantasia. Questo non deve abbattervi, ma semmai spingervi a lottare ancora di più per essere testimoni di speranza per voi, per i vostri coetanei e le vostre famiglie e comunità.
Maria, giovane fanciulla di Nazareth modello di gioia e di speranza nel Signore, insegna a tutti voi, carissimi giovani, il coraggio di osare di più e di scommettere sulla fede, confidando non solo su di voi e sui vostri propri progetti, ma nello Spirito Santo, grazie al quale possiamo vincere paure e timori e camminare con gioia, verso il mondo che ci circonda, fortificati da una speranza comune e da un unico obiettivo: quello di testimoniare la verità e la misericordia del Signore.
Per questo vi chiedo quello che Don Bosco sollecitava nei suoi ragazzi: imparate a credere in voi stessi e a stimarvi capaci di volare alto senza timore, non lasciandovi catturare da proposte e messaggi che sembrano rendere più liberi e ricchi di gioia ma in realtà vogliono solo portarvi via ciò che avete di più prezioso in voi: la vostra anima, i vostri più profondi ideali di vita.
Voi potete aspirare a cose grandi e meravigliose. E se tante sono le difficoltà e le prove cui il mondo di oggi vi espone, come la mancanza di lavoro e di prospettive positive di un’esistenza futura e serena, non scoraggiatevi mai, perché potete contare sulla sincera e forte amicizia con Gesù e su Maria che vi aiuta ad affrontarle con il suo stesso coraggio e la sua sicura confidenza nel Signore.
Maria ci insegna a investire il tempo non solo per noi stessi, ma per Dio e per gli altri Ci sono due note espressioni che oggi prevalgono nel costume sociale e nella mentalità di tanti.
1) «Il tempo è denaro», per cui tutto tende a fare soldi e tutto viene visto come via per raggiungere questo obiettivo, al quale si sacrifica anche il tempo che dovrebbe essere dedicato alla famiglia, ai figli, alla comunità e alla solidarietà. 2 «Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso?» ammonisce Gesù, che continua: «Che cosa potrà mai dare un uomo in cambio della propria anima?» (Mc 8,36-37). L’uomo non conta per quello che possiede o per quello che è capace di produrre e di guadagnare, ma vale per se stesso in quanto persona, soggetto di esigenze e di attese, che vanno oltre i beni materiali e provvisori e appellano a quelli spirituali ed eterni, i più preziosi da ricercare, che nessun ladro o svalutazione o crisi economica potrà mai dissipare. Dice il Signore: «Fatevi degli amici con l’ingiusta ricchezza, perché possano difendervi davanti a Dio quando dovrete riconsegnargli la vostra vita» (cfr. Lc 16,9). Gli amici sono i poveri e coloro che non hanno nulla da dare in cambio per quello che ricevono.
2) «Il tempo è divertimento»: questa è l’altra regola d’oro di tanti giovani e adulti nella nostra società, per cui l’incentivo al consumo e alla ricerca di emozioni sempre più forti viene reclamizzato in ogni modo dai mass media e dalla cultura dello “sballo”. È la situazione del ricco richiamata da Gesù nella parabola: «Godi anima mia e divertiti con i beni che hai accumulato e che ti possono rendere felice. Stolto – dice Gesù – questa notte morirai e dovrai lasciare tutto, senza un minimo di credito, nei confronti di Dio e degli altri, che ti possa salvare dalla condanna eterna» (cfr. Lc 12, 13-21).
Maria vi dia il coraggio di vivere una vita alternativa e di non lasciarvi mai catturare dalle sirene di questi messaggi dominanti, ma di dare corpo all’impegno di mettere sempre dentro al vostro cuore ogni persona e sopratutto i più poveri e sofferenti. Maria ci insegna a gioire per i segni di novità e di speranza che Dio semina nella nostra storia, nella vita della Chiesa e nel mondo L’inno del Magnificat, che Maria canta nella casa di Elisabetta, è un’esplosione di gioia e di speranza, perché è fondato sulla fede in Dio, onnipotente e misericordioso.
Maria vede, con occhi limpidi e chiari, il futuro a partire dall’agire di Dio nella storia e non si lascia irretire dal giudizio pessimistico sugli avvenimenti tragici del suo tempo. Crede fermamente che Dio agisce e opera nella storia, rovescia i potenti dai troni, esalta gli umili, e mostra di riconoscere tali segni in questa storia di Dio, che si intreccia con quella degli uomini peccatori.
Certo, per essere così aperti e lieti occorre “possedere” Dio, amare come ama Dio, guardare gli avvenimenti con il suo sguardo, andare oltre il presente e lasciarsi investire da quel futuro che la Provvidenza disegna già in germe nell’oggi della vita e della storia, ma che esige gli occhi e il cuore della fede per giudicare e agire.
Maria ci insegni dunque a passare dal fare l’elenco delle cose che non vanno e delle difficoltà a quello delle cose che vanno e delle realtà positive in atto, di cui, come giovani, siete partecipi e responsabili e da cui potete trarre motivi di fiducia in voi stessi e negli altri. Preghiamo Maria Consolata, perché la visita di Papa Francesco, che sa osare e sa guardare al futuro della Chiesa con sguardo profetico e carico di speranza, possa infondere nel vostro animo la volontà di scommettere sulle tante risorse che avete e che si moltiplicheranno nella misura in cui le investirete non solo per il vostro domani, ma per quello della Chiesa e della società.
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino e Custode Pontificio della Santa Sindone
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