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Marie Collins, amica di Papa Francesco, lascia l’incarico e accusa: ‘alcuni settori della curia non collaborano’

Era l’unica donna vittima di abusi rimasta nella Commissione istituita da papa Francesco nel 2014 per la tutela dei minori: «La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del Dicastero più strettamente coinvolto nel trattamento dei casi di abuso, è stata vergognosa».

Marie Collins, irlandese e vittima da bambina di abusi ripetuti da parte di un sacerdote, si è dimessa da membro della commissione internazionale contro gli abusi del clero istituita da papa Francesco nel 2014. Lo ha annunciato un comunicato della Commissione vaticana, presieduta dal cardinale di Boston Sean O’Malley. Nella nota si spiega che la Collins accusa “frustrazione e mancanza di cooperazione da parte di altri uffici della Curia romana”. Marie Collins era l’unica persona che aveva subito violenze sessuali rimasta a far parte della Commissione dopo le dimissioni un anno fa di un’altra vittima di preti pedofili, l’inglese Peter Saunders. Le sue dimissioni sono irrevocabili e sono state accolte da papa Francesco, come ha scritto nel pomeriggio L’Osservatore Romano, esprimendo “profondo apprezzamento per il lavoro svolto da lei a favore delle vittime degli abusi da parte di chierici”.

Anche il presidente, il cardinale O’Malley, ha diffuso una dichiarazione in cui ringrazia la signora e le esprime gratitudine, annunciando la disponibilità della Collins di a continuare a lavorare per la causa della tutela dei minori, probabilmente con un incarico di consulente. La signora irlandese aveva presentato le sue dimissioni il 13 febbraio al cardinale americano. Questa mattina nelle stesse ore della diffusione della nota della Commissione vaticana Marie Collins ha pubblicato un suo comunicato sul proprio account Twitter nel quale accusa il “dicastero maggiormente coinvolto nel trattare i casi di abusi”.

«CI SONO STATE RESISTENZE DA PARTE DI ALCUNI MEMBRI DELLA CURIA VATICANA»

Contemporaneamente Marie Collins ha pubblicato un durissimo articolo sul settimanale americano National Catholic Reporter in cui punta esplicitamente il dito contro la Congregazione per la Dottrina della fede. Spiega che anche la più semplice richiesta di rispondere “sempre” alle lettere delle vittime degli abusi inviate in Vaticano, secondo le indicazione del Papa, era stata “rifiutata da un ufficiale della Curia”. Ma non si ferma qui e le sue accuse si fanno pesantissime sulla mancanza dell’istituzione di un Tribunale speciale, secondo le indicazioni di Bergoglio, per giudicare i vescovi negligenti: «La raccomandazione della Commissione di istituire un tribunale per giudicare i vescovi negligenti era stata approvata dal Papa e annunciata nel giugno del 2015. Finora la Congregazione per la Dottrina della fede, come la baronessa Sheila Hollins ha dichiarato alla Royan Commission (la Commissione governativa australiana che ha indagato sugli abusi in Australia accusando circa 2 mila preti di abusi sessuali, cifra confermata dalla Conferenza episcopale,ndr), ha trovato dei problemi legali non meglio specificati e così non è mai stato istituito».






Per Marie Collins si tratta di una “situazione impossibile” alla quale “ho assistito con sgomento”. Su Twitter è molto esplicita: «Sin dall’inizio del lavoro della Commissione nel marzo 2014 sono rimasta impressionata dalla dedizione dei miei colleghi e dagli auspici sinceri di papa Francesco di fornire un’assistenza alla questione degli abusi sessuali del clero. Credo che la costituzione della Commissione, la proposta di far partecipare esperti esterni per consigliarla su ciò che era necessario per rendere più sicuri i minori, sia stata una mossa sincera. Tuttavia, nonostante il Santo Padre abbia approvato tutte le raccomandazioni fatte dalla Commissione, ci sono state battute d’arresto costanti. Questo è avvenuto a causa della resistenza da parte di alcuni membri della Curia vaticana al lavoro della Commissione. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del Dicastero più strettamente coinvolto nel trattamento dei casi di abuso, è stata vergognosa”.

Le dimissioni di Marie Collins rappresentano una perdita importante per la Commissione. Era l’unica vittima rimasta. L’inglese Peter Sanders se ne era andato un anno fa dopo aver attaccato pubblicamente il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l’economia, accusato in Australia di aver protetto sacerdoti pedofili e per questo ascoltato nelle indagini della Royal Commission. Sanders aveva usato pesanti insulti contro Pell, il quale aveva replicato con sdegno. Era stata la stessa Commissione a consigliare a Sanders di prendere un periodo di riflessione. Ma lui si era dimesso da team. Naturalmente più gravi sono le dimissione della Collins. Ora della Commissione fanno parte 16 esperti ed ecclesiastici, ma nessuna vittima. La prossima riunione è prevista in aprile.

Di Alberto Bobbio per Famiglia Cristiana

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