A due passi dal mare, sferzato dalla brezza, ogni fine settimana a Nettuno il santuario Madonna delle grazie e Santa Maria Goretti è meta di pellegrini che giungono da tutta Italia e non solo, circa 300 mila all’anno, arrivati a 500 mila durante il Giubileo.
«Spesso non ci avvisano, quindi arrivano i pullman sul piazzale antistante la basilica e li accogliamo sul sagrato, accompagnandoli nella visita con una breve catechesi sul senso del perdono», racconta padre Antonio Coppola, passionista, dall’ottobre 2015 rettore del santuario che custodisce l’urna con i resti del corpo della piccola martire, uccisa a neppure dodici anni. Una storia di femminicidio molto simile a quelle che oggi leggiamo sui giornali: la ragazza morì all’ospedale di Nettuno il 6 luglio 1902 dopo 24 ore di agonia per le ferite inferte da Alessandro Serenelli, un giovane vicino di casa che aveva tentato di stuprarla e che lei aveva respinto.
MEZZO MILLENNIO DI STORIA
Ma la chiesa ha origine diversi secoli prima della tragica morte della ragazzina di origine marchigiana, emigrata nell’Agro Pontino con la famiglia.
«Nel 1550 avvenne l’approdo della statua lignea della Madonna delle grazie, molto venerata in Inghilterra: partita da Ipswich per evitare la furia iconoclasta di Enrico VIII, giunse a Nettuno in circostanze che i contemporanei ritennero miracolose», spiega padre Antonio. «Infatti la nave che la trasportava era diretta a Napoli, ma ripetute burrasche non consentirono di proseguire il viaggio e i marinai compresero che la Madonna voleva restare proprio qui, sul litorale tirrenico vicino a Roma». La statua fu collocata in una piccola chiesa costruita in riva al mare. Dal 1888 la cura del santuario fu affidata ai religiosi Passionisti, fondati da san Paolo della Croce; con un suo decreto papa Pio X nomina i Passionisti custodi della statua della Madonna e del santuario.
IL CORPO DELLA SANTA
La morte di Maria Goretti fu subito considerata un martirio e nel 1950 la fanciulla fu proclamata santa. Dal 1969 le sue spoglie riposano stabilmente nella cripta della basilica, da quel momento meta di fedeli provenienti da tutto il mondo; nella chiesa era stata traslata 21 anni prima. Fra i pellegrini più illustri, anche due Pontefici: il beato Paolo VI, che il 14 settembre 1969 inaugurò il nuovo santuario, e dieci anni dopo san Giovanni Paolo II, giunto a Nettuno il 1° settembre 1979, dove pregò il Rosario davanti alla statua della Vergine e si raccolse davanti al corpo della martire. «In realtà si tratta di un reliquiario, con le mani e il volto di cera, che contiene in una cassa di zinco tutte le ossa della santa, tranne una parte dell’avambraccio che è custodita nella chiesa di Corinaldo (Ancona), suo paese natale. Riesumata dal cimitero di Nettuno nel gennaio 1929, Maria fu proclamata beata nel 1947 e tre anni dopo canonizzata da Pio XII», riferisce il rettore del santuario.
BATTERE IL MALE CON IL BENE
Nella cripta – arricchita dai mosaici del passionista Tito Amodei che ha voluto ripercorrere la breve e intensa vita della santa – arriva ai pellegrini un invito forte al perdono, sul suo esempio. «Sempre premurosa verso la sua famiglia e verso gli altri, pronta al servizio, aperta a Dio, Maria è arrivata a perdonare di cuore il suo uccisore e a chiedere di volerlo con lei in paradiso. Dobbiamo lasciarci contagiare da lei, imparare a rispondere al male con il bene», esorta padre Coppola. «Se non sappiamo perdonare, scatta in noi una “guerra a pezzi”, come ripete spesso papa Francesco. Invece perdonare fa bene anzitutto a noi stessi».
A questo proposito, non di rado approdano alla confessione fedeli che hanno subìto abusi sessuali anche all’interno della loro famiglia o stupri. «Spesso esplodono in un pianto a dirotto, liberatorio: la visita al santuario e l’ascolto della vita di Marietta fanno riemergere il ricordo doloroso della violenza subita; rivivono in un contesto diverso una realtà rimossa, che è motivo di grande sofferenza. Alcuni poi tornano di nuovo, risollevati, con un atteggiamento diverso, dopo aver maturato in loro un perdono non solo espresso a parole, ma fatto con il cuore. Ci vogliono un tempo e una grazia particolare per arrivare a compiere questo passo».
SANTITÀ DELLE PICCOLE COSE
Ma la santa testimonia anche il valore di una fede semplice, vissuta quotidianamente nelle piccole cose: «Maria Goretti non ha avuto visioni o incontri mistici con il Signore. Ha imparato dai genitori ad abbandonarsi alla Provvidenza, a essere strumento di carità per i familiari. Non abbiamo bisogno di vedere, ricevere messaggi, toccare; apriamo gli occhi, le orecchie e il cuore per diventare segni significativi della presenza di Dio in mezzo agli altri, come ha fatto questa piccola grande santa», auspica padre Antonio.
Il santuario custodisce anche ricordi e reliquie di Maria Goretti (dal lenzuolo steso sul tavolo operatorio nel disperato tentativo di salvarla, alla medaglia mariana che baciò poco prima di morire, dai giornali dell’epoca che ne annunciano la beatificazione alle foto della madre Assunta). La festa solenne del 6 luglio viene preceduta da una novena, a cui partecipano alcune parrocchie della diocesi di Albano, mentre il sabato precedente (quest’anno il 1° luglio) si tiene il consueto pellegrinaggio notturno a piedi dalla basilica alle Ferriere, circa 10 chilometri che la santa ha spesso percorso durante la sua vita per andare a rendere omaggio alla Madonna.
ALLE FERRIERE LA CASA DEL MARTIRIO
Non distante da Nettuno, nella località Borgo Le Ferriere di Latina, si visita il casale dove visse Maria Goretti con la sua famiglia e dove avvenne la violenta aggressione che ne provocò la morte. Il casale fu acquistato insieme all’edificio adiacente e al terreno annesso nel 1951 dai padri Passionisti, restaurato nel 1952 grazie al contributo del cardinal Francis Spellman, arcivescovo di New York, e trasformato in santuario. È stato di nuovo restaurato nel 1991 in occasione della visita di Giovanni Paolo II. È aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.30 e, durante l’ora solare dalle 15 e durante l’ora legale dalle 15.30 alle 19. Messe: sabato e domenica alle 18.
LA RELIQUIA PER IL PAPA
Lo scorso 13 dicembre padre Antonio Coppola, insieme a Marcello Semeraro, vescovo di Albano, ha consegnato a papa Francesco una reliquia di santa Maria Goretti, che Bergoglio aveva citato nell’Angelus del 3 luglio 2016 e ricordato in un messaggio inviato pochi giorni prima ai vescovi di Albano e Latina in prossimità della memoria liturgica della giovanissima martire. Il 20 dicembre 2016 il Pontefice ha voluto inviare a padre Coppola tramite la sua segreteria privata una lettera di ringraziamento, in cui confida di ripensare spesso alle ultime parole della bambina nei confronti del suo carnefice: «Lo perdono e lo voglio con me in Paradiso». Una frase scaturita da tutta la «sua esistenza semplice e povera, che si è fatta carico delle debolezze e delle difficoltà di ogni fratello per guadagnarne la redenzione. Una vera testimone della misericordia. La misericordia è l’essenziale e ci porta al cuore del Vangelo», scrive Francesco, che poi conclude: «Avere vicino il costante ricordo di santa Maria Goretti mi fa tanto bene!».
ORGANIZZARE LA VISITA
Il santuario Madonna delle grazie e Santa Maria Goretti si trova a Nettuno, sul litorale romano, in piazza San Rocco. Da Roma si raggiunge mediante la statale Pontina, oppure con il servizio di autolinee Cotral; in treno da Roma Termini. Da Napoli con l’A1 Roma-Napoli, uscita Valmontone in direzione Velletri, proseguire prendendo la strada provinciale 87 bis; oppure uscita Frosinone in direzione Latina.
ORARI E CELEBRAZIONI
La chiesa è aperta dalle 7 alle 12.30 e dalle 15 alle 19. Confessioni (all’interno del santuario, nella cappella in fondo a destra) in orario 7-12.30; 16-18.
Sante Messe: orario estivo feriale: 7; 9; 18. Festivo: 7.30; 9; 10.30 12; 18; 19. Il primo giovedì del mese, adorazione eucaristica alle ore 17; il primo e il terzo venerdì del mese alle ore 21, incontro sulla spiritualità passionista; ogni giovedì alle 20.30 si incontra il gruppo del Rinnovamento nello Spirito. Contatti: Tel. 06/98.57.58.28 www.santuarionettuno.it.
Fonte www.credere.it
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