In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. » Matteo 5,43-48
Ho inteso.
Ho inteso.
Ho sentito tante parole sull’amore.
Su come si vive.
Su come si fa.
Ho sentito tante parole sull’amore.
Ma erano chiacchiere.
Rumore per le orecchie.
Ho conosciuto una sola parola fatta di carne.
Ho conosciuto un solo uomo che parlava, non dell’amore, ma parlava dell’amore che era lui. Proprio lui.
Le sue parole erano come mani.
I suoi discorsi erano come abbracci.
Il suo amore come casa.
E quell’uomo sei tu, Gesù mio.
Dammi vita, amore mio.
Fammi figlia amore mio.
Perfetta d’amore, voglio essere.
Fammelo tu.
Amare tutti.
Amare tutto di ciascuno.
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Non ho meriti, hai ragione.
Io non riesco ad amare neanche chi mi ama.
Non ho alcun merito, hai ragione.
Fammi perfetta.
Fammi perfettamente trasparente e attraversami.
Attraversami con il tuo amore, con la tua vita.
E arriva tu ad amare tutti nella mia vita.
Fallo tu nella mia vita.
Fallo tu l’amore che vuoi, l’amore che desidero.
Fai tu in me.
Tu illumini le mie ombre.
Bagni la mia vita secca.
Mi chiami da lontano, anche quando mi nascondo.
Tu mi ami da sempre.
Hai amato me quando non ti amavo.
Hai detto il mio nome quando non conoscevo il tuo.
Mi hai messo vicino a te, a sentire te, la tua voce, il tuo cuore.
Finché non ho desiderato altro che te.
Eccola la perfezione: desiderare solo te.
Di Don Mauro Leonardi