Trentotto anni ad attendere qualcuno.
Qualcuno che mi prende
Qualcuno che arranchi con me.
Qualcuno che entri nella mia vita.
La solitudine è la malattia più dolorosa.
Voglio guarire.
Voglio qualcuno che mi prenda.
Dammi uno sguardo e guarirò.
Dimmi una parola e guarirò.
Se sabato è il giorno del signore.
Allora è una festa.
È una gioia.
Quale festa più grande di un uomo guarito da trentotto anni di malattia e solitudine?
Quale gioia più grande di un uomo che finalmente prende la sua vita in mano, sottobraccio e se ne va?
Se è festa, è di Dio.
Se è gioia, è di Dio.
Può la vita avere un orario?
Può la salvezza avere un calendario?
Può l’amore avere dei giorni no?
Di che parlate?
Perché non amate?
Perché non vivete?
Ci sei sempre stato.
Anche quando non ti vedevo.
Mi hai sempre protetto, guarito, amato.
Anche quando non ti conoscevo.
Mi hai sempre rimesso in piedi.
Anche se non sapevo il tuo nome.
Non sapevo chi fossi.
Ma sapevo cosa mi avevi fatto.
Ce l’ho scritto sulla pelle, nel corpo, chi sei.
Gesù mio.
Di Don Mauro Leonardi
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