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Maxi scontro sul Gra a Roma: tra i coinvolti muore Giammarco, aveva solo 24 anni

Maxi scontro sul Gra a Roma: tra i coinvolti muore Giammarco, aveva solo 24 anni

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Il destino è stato spietato con Giammarco La Malfa, 24 anni a ottobre, agente immobiliare di Guidonia, che dopo la nottata in discoteca all’Eur, all’alba di domenica, ha accettato il passaggio in auto di due amici, due fratelli di Palombara, ed è morto nell’impatto con una 500 sul Grande Raccordo Anulare.

Lo schianto è avvenuto intorno alle 5, sulla carreggiata esterna, nel tratto in curva tra le uscite di La Rustica e della Roma-L’Aquila. Prima il Fiat Doblò grigio su cui Giammarco viaggiava insieme ad Alessandro (alla guida) e a Fausto Amendola, ha tamponato una Scenic con a bordo una coppia di peruviani che, forse avevano avuto un guasto meccanico; poi i due fratelli scendono dalla macchina per vedere cosa era successo, Gianmarco invece resta seduto dietro. Ed ecco sopraggiungere la 500 guidata da Alessia F., 35 anni, che se li trova davanti, prova a frenare, ma non riesce a evitarli.


L’INCHIESTA

Un impatto tremendo. Il Doblò piroetta due, tre volte su se stesso, colpisce anche una Mini cooper di passaggio, Giammarco resta incastrato tra le lamiere. La 500 prima di fermarsi, investe Alessandro, 27 anni, sotto gli occhi del fratello. La conducente è sotto choc. Nel frattempo, sfrecciano le auto sul Raccordo, la situazione è pericolosa per tutti. Nella manciata di minuti che servono ai vigili del fuoco de La Rustica per arrivare sul posto, Fausto, disperato, tenta anche di montare il crick per sollevare la 500. Arrivano i pompieri, che non perdono altri istanti preziosi. Lavorano nonostante la strada non sia ancora chiusa, con i mezzi fermi tra la corsia di emergenza e quella centrale. Per il 25enne di Tivoli, purtroppo, però, non c’è nulla da fare. Invece Alessandro viene tirato fuori, viene portato in ambulanza all’ospedale di Tor Vergata dove si trova ora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Terapia Intensiva. Per almeno tre ore, quel tratto di Gra, è rimasto chiuso al traffico per consentire alla Polizia Stradale di effettuare i rilievi. Sull’asfalto i segni della frenata per una trentina di metri della 500. Sulla dinamica dell’incidente è stata aperta un’inchiesta. Sarà il magistrato, ascoltate le testimonianze e visionate le telecamere installate lungo il Raccordo, a stabilire come è avvenuto lo schianto fatale.

LA MAMMA

Il sorriso, la generosità, l’intelligenza brillante, la disponibilità sempre verso tutti. Lo raccontano così gli amici Giammarco che lavorava alla Tecnocasa di Settecamini. Viveva con il fratello più grande Alessandro e i genitori Simonetta e Francesco, al quartiere La Botte, a Guidonia. «Dove sei non vivo senza te Giammarco», è il disperato messaggio lanciato dalla mamma al figlio attraverso Fb ieri pomeriggio. La donna, è segretaria dello Spi-Cgil Guidonia-Monterotondo, che copre tutta l’area metropolitana e ora, attorno alla sua famiglia, si è stretta tutta la comunità della Cgil: «Una tragedia che ci colpisce al cuore dice Francesco Ciccotti, amico di famiglia e responsabile Cgil della provincia -, che ci lascia senza fiato. Giammarco era un ragazzo straordinario. Umile, intelligentissimo, altruista, gioviale. Un esempio. Conoscerlo è stato un privilegio. Sapere che non c’è più, è un dolore immenso e insuperabile».

IL RUGBY

Ed è «un vuoto incolmabile» quello che il 24enne lascia anche tra gli amici dei Tivoli rugby, dove sin da ragazzino e fino a qualche anno fa aveva giocato. «Giammarco ti ricorderemo sempre così. Non possiamo scordarci gli anni passati insieme», il messaggio lanciato da giocatori e società con una foto in campo. «Siamo devastati dice tra le lacrime che non riesce a contenere il presidente, Maurizio Piervenanzi Una persona eccezionale, uno dei nostri 300 figli. Ha vissuto con noi sin da quando aveva 13 anni. E anche se aveva smesso con le gare l’amicizia e la vicinanza è sempre continuata. Era contento e pronto a partire per le vacanze. Non possiamo davvero darci pace. Ci stringiamo forte alla famiglia».

Di Elena Ceravolo e Alessia Marani per Messagero.it

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