Nelle prime ore della mattina, prima di congedarsi dallo Sri Lanka e volare verso le Filippine, Papa Francesco si è recato presso l’Istituto Culturale Benedetto XVI a Bolawalana.
Il Papa all’interno della cappella dell’Istituto si è fermato in preghiera davanti all’immagine di Nostra Signora di Lanka. Il successore di Pietro è venuto a confermare nella fede i fratelli e a scuotere le coscienze per una reale e possibile riconciliazione.
Sono stati giorni segnati dalla gioia di un popolo che ha invaso le strade per salutare l’uomo venuto da lontano. Una felicità contagiosa, che le persone hanno mostrato fin dai primi momenti del suo arrivo. Le bandiere, i canti, i sorrisi, il trambusto nelle strade hanno dato il tono di quello che è successo qui a Colombo.
Il popolo dello Sri Lanka ha fatto in modo che il Papa si sentisse a casa, come un vecchio amico che veniva in visita. Ma in questo abbraccio ideale a Francesco non c’era solo la dimostrazione di affetto di cattolici e altri cristiani, ma anche l’espressione di un popolo intero: buddisti, induisti, musulmani, hanno guardato a questo pellegrino di pace, al “leader che bacia i piedi” – come uno dei giornali locali ha descritto la figura di Francesco – come ad una persona di casa.
La sua umiltà ha contagiato la gente, che anche se di religione diversa voleva vedere l’uomo vestito di bianco venuto dalla fine del mondo. Buddisti, musulmani, protestanti, cattolici, tutti sono felici per la visita di Francesco, convinti che il passaggio di Francesco sia una benedizione per un Paese che inizia una nuova fase della sua storia. “E’ stata la visita di un sant’uomo” – come ha scritto un giornale locale – “che veglia sulla pace e sul mondo”.
Silvonei Protz per la Radio Vaticana