Sempre alta tensione tra Israele e palestinesi. Dopo l’uccisione di una coppia in Cisgiordania, nei giorni scorsi, il premier dello Stato israeliano, Netanyahu, annuncia il pugno duro contro il terrorismo.
Dalla sua, il governo palestinese intende portare davanti ai tribunali internazionali il dramma del bambino di 12 anni rimasto ucciso ieri durante scontri con l’esercito di Israele vicino Betlemme. Il presidente palestinese, Abu Mazen, chiede all’Onu protezione per il suo popolo. Sul rischio di una nuova Intifada, Giancarlo La Vella ha intervistato padre Ibrahim Faltas, della Custodia francescana di Terra Santa:
R. – Speriamo non ci sia una nuova Intifada. Penso che anche Abu Mazen non accetterà il disordine e la violenza e penso che stia facendo di tutto per calmare la situazione. Adesso la situazione è molto difficile: Betlemme è chiusa e c’è ora il funerale di questo bambino di 12 anni, che è stato ucciso ieri; a Gerusalemme c’è una forte tensione, e anche in tutte le città palestinesi, soprattutto tra i palestinesi e i coloni.
D. – Come fare per riportare la situazione sui canali del dialogo?
R. – Questo è responsabilità della comunità internazionale. Che cosa è stato fatto? Niente. E’ da tempo che non ci sono negoziati ed è tutto bloccato tra palestinesi e israeliani. Noi abbiamo detto tantissime volte, che, quando non c’è dialogo, c’è tensione, c’è violenza, c’è disastro, odio… Allora devono risolvere questo problema. La gente non ce la fa più e chi ne paga le conseguenze sono gli innocenti.
D. – In questo contesto, la Terra Santa è in forte sofferenza…
R. – Purtroppo abbiamo vissuto un anno molto difficile per la mancanza di pellegrini, un anno persino peggiore della Seconda Intifada. Questo danneggia molto la vita della gente. Sapete che il 90 per cento delle persone di Gerusalemme, di Betlemme, di Nazareth e di tanti altri posti lavora nel settore del turismo. In più la gente scappa, lascia la Terra Santa. Noi diciamo a tutti: “Dovete venire, dovete vincere la paura”. E’ vero che da tre o quattro giorni ci sono questi problemi, ma tutto l’anno è stato calmo e non c’è stato nessun problema. La gente, però, quest’anno ha avuto paura dell’Is. Ma noi non abbiamo l’Is e comunque i pellegrini, i turisti non sono venuti, avendo paura di tutta la situazione del Medio Oriente.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
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