L’accordo di Dayton fermò lo spargimento di sangue, ma non la guerra in Bosnia-Erzegovina
Il 14 dicembre è una data che è entrata nella storia di Medjugorje, se non in qualla delle apparizioni, sicuramente in quella della Bosnia ed Erzegovina infatti, in quel 14 dicembre del 1995, a Parigi, venne formalizzato l’accordo di Dayton, per la pace nella Ex Jugoslavia.
Con questo accordo, stipulato appunto a Dayton, cittadina dell’Ohio, dopo trattative comprese tra il 1° novembre e il 26 novembre 1995, si concluse la guerra in Jugoslavia. Agli incontri erano presenti i maggiori rappresentanti politici delle varie Repubbliche.
Per la Bosnia ed Erzegovina c’era Alija Izetbegović e il ministro degli esteri bosniaco Muhamed “Mo” Sacirbey. Per la Croazia c’era il presidente Franjo Tuđman. Mentre per la Serbia c’era il presidente: Slobodan Milošević.
BOSNIA ED ERZEGOVINA
Per la verità, nonostante gli accordi di Dayton firmati a novembre e ratificati a Parigi, per un paio di mesi ci furono ancora, alcune rappresaglie e azioni di brigantaggio di gruppi non controllati, ma la guerra ufficiale ormai era finita.
Le forze della NATO si imposero con la SFOR, cioè la Stabilisation Force -Forza di Stabilizzazione- forze multinazionali, con l’incarico di far rispettare gli Accordi di Dayton.
Questi Accordi stabilirono le frontiere delle varie Repubbliche e, per la Bosnia-Erzegovina, vennero create 2 entità: la Federazione Croato-Musulmana, e l’altra la Repubblica serba (da non confondersi con la Serbia, che è la Nazione accanto).
In poche parole, Medjugorje fa parte della Regione Narentana, prende il nome della Neretva, il fiume che attraversa la regione e passa per Mostar, e che al tempo dei romani si chiamava Narenta.
Questa Regione è una delle 10 Regioni che formano la Federazione croato-musulmana. Oltre a questa, la Bosnia-Erzegovina (siglata BiH), è composta, come dicevamo, dalla Repubblica Serba. Sono due entità con poteri autonomi in vari settori, ma unite in un solo Stato.
C’è una Presidenza, composta da un serbo, un croato e un musulmano che, a turno, ogni 8 mesi, si alternano nella carica di Presidente.
TANTA STRADA DA FARE
Gli accordi di Dayton interruppero la guerra ma non hanno dato una pace sicura, una serenità interna. Prima che torni a stabilizzarsi ci vorranno un paio di generazioni. Anche la sicurezza economica fatica a essere garantita.
Monsignor Franjo Komarica, che è vescovo di Banja Luka, l’anno scorso si espresse con le seguenti parole: “L’accordo di pace di Dayton ha fermato lo spargimento di sangue, ma non la guerra in Bosnia-Erzegovina perché, purtroppo, non ha portato né diritto né giustizia agli abitanti di questo paese distrutto”.
Secondo lui, le persone comuni cercano di andare d’accordo e sono disponibili al perdono e alla riconciliazione. A livello politico la situazione è problematica, perché c’è molta corruzione e instabilità, intanto nel Paese è cresciuta la criminalità.
È anche necessario riscoprire la verità sul passato e stabilire la giustizia. Ma per vivere in armonia e uguaglianza nello stesso territorio sono necessarie delle riforme istituzionali, che mirano al bene comune, non unicamente a quello della propria etnia; sono necessarie delle scelte che portino sviluppo economico e sociale.
UN BENESSERE INTERIORE
Da pellegrini che vanno a Medjugorje, e quindi non da osservatori politici, riscontriamo che in Medjugorje c’è una forte crescita economica sempre più evidente.
Possiamo considerare questa piccola cittadina un’isola felice, un luogo di benessere, dove prima c’era tanta povertà. Ci auguriamo che il benessere si allarghi, che prenda altri paesi e città lontane.
Ma soprattutto che ci sia un benessere, uno star bene che proviene dal perdono, dalla riconciliazione. Un benessere interiore, spirituale.
Una pace che ha la sua origine in Dio, che vuole il bene di ognuno e desidera che ci vogliamo bene fra di noi, dimenticando le offese ed operando a favore di chi è nel bisogno.
Secondo noi, la Madonna ha privilegiato questo luogo perché si possa vedere quanto la Fede, espressa nella preghiera, nel perdono con Dio e con il prossimo, vissuta facendo opere buone e confidando nel Suo aiuto di Madre, può cambiare il mondo.
Gli inviti che la Madonna diede nell’Avvento del 1981, il primo anno delle Apparizioni, erano continue richieste di preghiera e penitenza, come quello del 14 dicembre 1981:
“Pregate e digiunate! Vi chiedo solo preghiera e digiuno!”.
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