Nel messaggio del 25 gennaio 1991, la Madonna a Medjugorje, ancora invitò alla preghiera, in particolare alla preghiera del Rosario:
“Cari figli, oggi come mai prima vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace.
Satana è forte e desidera distruggere non solo la vita umana ma anche la natura e il pianeta su cui vivete.
Perciò, cari figli, pregate per poter essere protetti attraverso la preghiera con la benedizione della pace di Dio.
Dio mi ha mandato tra voi per aiutarvi.
Se volete, afferrate il Rosario; già solo il Rosario può fare i miracoli nel mondo e nella vostra vita.
Io vi benedico e rimango con voi finché Dio lo vuole.
Grazie perché non tradirete la mia presenza qui.
Grazie perché la vostra risposta serve al bene e alla pace.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata!”
Il Rosario ha una lunga tradizione nella Chiesa. La struttura della preghiera del Rosario, come la conosciamo oggi inizia con la pubblicazione (avvenuta tra il 1410 e il 1439) dell’opuscolo: “Rosario della nostra cara Madonna e come esso ebbe inizio” .
L’autore, Domenico Hèlion di Prussia, monaco certosino di Colonia, propose di unire alle cinquanta Ave Maria la meditazione dei misteri evangelici, ricordandoli al termine della prima parte di ogni Ave Maria, con una breve frase di riferimento (le cosiddette “clausole”).
Per questa sua “scoperta” che si rifaceva del resto alla analoga pratica del “Salterio del Signore nostro Gesù Cristo” con le 150 dichiarazioni di fede su Gesù, il monaco certosino può essere riconosciuto come il “padre” del Rosario.
Un “padre” molto saggio che seppe scrivere nel suo opuscolo dei consigli che sembrano dati da un parroco di oggi, per esempio: “Non ci si deve tanto preoccupare delle parole usate qua e là, nell’enunciato dei punti di meditazione.
Ciascuno può, secondo le sue capacità e secondo la devozione che prova, prolungare, accorciare o anche modificare la materia: sia in un modo che nell’altro.
Ciò dipende dal tempo di cui dispone e dalle condizioni in cui si trova. Difficilmente si potrebbe fare qualche cosa di meglio durante la «piccola ora» consacrata a questo Rosario”.
Delle clausole suggerite da Domenico Hèlion, 14 riguardavano la nascita, infanzia e vita a Nazareth di Gesù, 6 la vita pubblica, 24 la passione e morte, 6 la glorificazione di Cristo e di Maria sua Madre.
Contemporaneo di Domenico di Prussia fu il domenicano Alano de la Roche (1428-1478) che propose la recita delle 150 Ave con la meditazione dei misteri, suddivisi in tre gruppi: misteri dell’incarnazione, misteri della passione e morte di Cristo, misteri della glorificazione di Cristo e di Maria.
È la struttura che è rimasta immutata fino ad oggiNella sua struttura attuale, il Rosario ha circa 500 anni, ma il “Salterio della Beata Vergine Maria”, dal quale è nato, ha origini molto più antiche.
Fin dal sec. XII era invalsa l’abitudine, per i monaci illetterati, di sostituire la recita dei 150 salmi del salterio biblico con la recita di 150 Ave Maria, suddivise in tre cinquantine, con scadenza nell’orario della liturgia delle ore.
Questa “divina cantilena”, come la chiama Dante, venne presto usata anche dai laici devoti che così si affiancavano alla preghiera ufficiale dei monaci.
Fonte: per la parte della storia del rosario Gianni Sangalli sdb, donbosco-torino.it
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