Rileggiamo alla luce di ciò che sta accadendo queste parole di Padre Livio di Radio Maria..
Caro amico, la preghiera umile non solo ottiene il perdono dei peccati, ma anche la grazia per non cadere di nuovo.
L’occhio limpido dell’umiltà preserva dalla presunzione. nella quale cade chi si illude di stare in piedi con le sue forze.
“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla” (Gv 15, 5).
Caro amico, l’umiltà è l’arma vincente nel combattimento contro il superbo.
Grazie ad essa nessuna caduta ti sarà fatale. Ponila a fondamento della tua preghiera.
Non esitare a fare tuo l’atteggiamento del pubblicano, l’accorata preghiera di Davide e le lacrime di Pietro e della donna peccatrice.
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La preghiera umile è la chiave d’oro che apre il cuore di Dio.
Vostro Padre Livio
Vi offriamo una meditazione, sulla corona di spine di Gesù
Per la comprensione
– Al termine del processo religioso, Gesù, condannato perché si è dichiarato Figlio di Dio, viene schernito e maltrattato dai Giudei come falso profeta e falso Cristo. Al termine del processo civile, in cui Gesù è stato accusato di farsi re, viene deriso e maltrattato come falso re. I soldati romani improvvisano una parodia dell’incoronazione dell’imperatore: deridono Gesù che non conoscono, per deridere i Giudei che odiano. Le spine usate per formare una grossolana corona erano rovi o simili, raccolti per alimentare il fuoco; esistono in Palestina spine lunghe diversi centimetri. Il manto rosso doveva essere una sdrucita mantellina militare color porpora.
Rifletti
– La flagellazione ha ridotto Gesù ad una larva umana; eppure le umiliazioni e i dolori non sono finiti per Lui. I soldati, approfittando del tempo di attesa per riprendere il processo, trattano Gesù da re di burla e Gli porgono le insegne regali, con una disgustosa parodia: un manto rosso, come la porpora degli imperatori, una corona di spine per diadema regale, una canna per scettro. Radunano intorno a Lui un grande numero di soldati, si inginocchiano davanti a Lui, Lo acclamano: “Salve, re dei Giudei!”, gli sputano addosso, Lo percuotono sul capo.
– Dolori atroci e umiliazione profonda. Il capo è una delle parti più sensibili del corpo umano: le spine, dure e acute, calcate sul capo dai colpi di bastone, penetrano fino al cranio in tutte le direzioni e fanno sgorgare sangue abbondante, che cola tra i capelli, sulle tempie, sulla fronte, su tutto il volto, come mostra la Sindone. Il dolore deve essere davvero straziante.
– Non meno dolorose sono le umiliazioni subite da Gesù: derisioni, insulti, parole volgari, sputi in pieno volto, percosse violente. Il volto del Figlio di Dio, il più bel volto tra i figli degli uomini, è ridotto a qualcosa di ripugnante, da non potersi guardare.
– Gesù non reagisce. Non fa nulla. Lascia che Gli facciano quello che vogliono. Diventa una specie di giocattolo nelle mani degli uomini. Nell’uomo dei dolori, in quel capo coronato di spine, in quel volto coperto di sputi, solcato da tanti rivoli di sangue, riconosciamo il nostro Dio, il nostro re, il nostro salvatore.
– È stato trafitto per i nostri peccati. L’orgoglio è il primo dei peccati. La superbia è la radice di tutti i mali, il peccato più difficile da estirpare. Diceva san Paolo della Croce: “Un granello di superbia butta a terra una montagna di santità”. Con le sue sofferenze e umiliazioni, il Figlio di Dio ha riparato per la nostra superbia, per l’orgoglio che vuole primeggiare e dominare, per le oppressioni dei poveri e dei deboli. Le trafitture strazianti delle spine hanno riparato tanti pensieri indegni della mente di un cristiano.
– Giacomo e Giovanni chiedono per sé a Gesù il primo posto: “Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti»” (Mt 20,24-28). Umiltà e servizio: ecco l’insegnamento e l’esempio di Gesù.
Confronta
– Contempla Gesù coronato di spine, umiliato, fatto servo per amore: impara l’umiltà, la disponibilità, il servizio. Sappi accettare qualche umiliazione, sappi vincere l’orgoglio. Sii umile nel trattare con il prossimo; rispondi sempre con dolcezza; non voler dominare sugli altri; ricordati che quello che fai al prossimo lo fai a Gesù.
– Non rinnovare mai la coronazione di spine di Gesù con i tuoi pensieri, con i sentimenti, con le vanità, con le fantasticherie, con i giudizi. Le nostre spine continuano anche oggi a pungere Gesù.
Pensiero di san Paolo della Croce: “Dio mi faceva altresì capire con quelle parole: «Figlio, chi abbraccia me, abbraccia le spine!»… che siccome il caro Gesù ha voluto che la sua santissima vita sulla terra fosse sempre in mezzo alle spine, così mi faceva intendere che abbracciando Lui dovevo vivere nelle sofferenze. Allora con quanta gioia la mia povera anima abbracciava ogni sorta di dolori!” (Cf. L.1, 194).
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