Intervista alla veggente di Medjugorje, Mirjana
Cara Mirjana, con parole tue, che cosa significa Medjugorje per te, per la parrocchia, per la Chiesa universale e il mondo?
Per me è un grande dono. Il più grande dono che mai avrei potuto immaginare sulla terra. Dio mi ha permesso di vedere nostra Madre e di ricevere il suo amore: un amore gratuito che tutto dà senza chiedere nulla in cambio. È lei che mi sprona, che mi aiuta a conoscere e a capire la vita, è lei che con la preghiera mi aiuta.
Per la parrocchia è lo stesso, perché noi abbiamo una Mamma che ci guida nella nostra vita spirituale.
Ma Maria non si ferma a me, alla comunità di Medjugorje: desidera che, attraverso quello che fa con me, con la parrocchia, tutto il mondo veda, creda e si decida per Lei. La Madonna è qui per tutti; un dono del Signore per l’umanità, come Lei stessa ha detto in occasione del XVI anniversario: «Io sono con voi da così tanto tempo perché tutti capisca no quanto Dio vi ama».
Torniamo alla parrocchia. È un caso unico nella storia delle apparizioni che Maria si ponga come maestra di un ‘intera comunità: sei d’accordo?
Lei si è concentrata su una parrocchia — questa parrocchia — perché la gente che ne fa parte le apra il cuore, si converta, per poi aiutarla a raggiungere tutti gli altri. Ci chiede di essere a nostra volta strumenti visi bili, perché chi ci incontra possa percepire l’apertura del cuore che ci chiede. Abbiamo il compito di dare un buon esempio; è la Madonna che lo vuole, e una volta mi ha detto che tutti coloro che si professano credenti possono effettivamente cambiare il cuore dei non credenti. Possiamo aiutare quelli che cercano il Signore, ma solo con il buon esempio, che poi è frutto della preghiera. È questa responsabilità che ci vie ne chiesta: a me, agli altri veggenti, alla parrocchia.
In molti sono sorpresi che le apparizioni continuino…
Maria aspetta evidentemente che tutti possano conoscere il suo amore:
sono vent’ anni dall’inizio delle apparizioni, ma mi sta capitando di incontrare moltissime persone che sono qui per la prima volta. Noi forse no, ma Dio sa perché le apparizioni continuano; e io penso che la Ma donna sia molto contenta di quest’occasione che le è data di lavorare nel cuore dei suoi figli affinché scelgano la via del Signore.
Lei è come una mamma, una mamma vera; e finché ci sarà anche so lo un non credente al mondo, Lei sarà triste e piangerà per lui. Di conseguenza, più rimane con noi in questo modo così straordinario, più abbiamo tempo di cambiare, di convertirci e di cominciare a camminare con Gesù.
Tu sei stata la prima a cui le apparizioni quotidiane sono finite: come l’hai presa? È un sacrificio che la Madonna ti ha chiesto?
Quando la Madonna mi ha detto nel giorno di Natale del 1982 che non avrei più avuto le apparizioni quotidiane, ma che l’avrei vista una sola volta all’anno nel giorno del mio compleanno, io non credevo di poterlo sopportare. Com’è possibile?, mi sono chiesta. Come potrò vivere d’ora in avanti? E per diversi giorni ero come morta, e in famiglia erano preoccupati per me: passavo ore intere a pregare e in ginocchio, sperando che Lei sarebbe tornata. Ma piano piano, proprio grazie alla preghiera. ho compreso che dovevo essere più umile, essere serva del Signore e che quello che si doveva compiere attraverso di me Egli l’aveva fatto. E mi sono rasserenata, e ho ritrovato il giusto equilibrio, accettando con gran de gioia nell’agosto del 1987 il nuovo compito che mi è stato dato.
Quale compito?
La Madonna mi ha chiesto di pregare per i cosiddetti non credenti, ma non ha mai usato questo termine. Lei dice «quelli che non hanno conosciuto l’amore di Dio».
Sì, le apparizioni quotidiane sono terminate, ma dal 1987, ogni due del mese, si fa visibile per pregare con me e il mio gruppo per i non credenti. È stata una grande consolazione, sai: la vedo ogni mese e preghiamo insieme finche lo vorra per me e sufficiente
Quindi hai un ‘apparizione mensile, oltre all‘apparizione nel giorno del tuo compleanno?
Un’ apparizione diversa da quella annuale o da quelle quotidiane che ancora hanno Marija, Vicka e Ivan, perché non c’è il messaggio e non c’è spazio per parlare. Non posso farle domande come in un’ apparizione «normale» tuttavia posso affidarle le mie intenzioni e pregare con Lei per quelle che Lei stessa mi suggerisce, legate sempre a coloro che non conoscono l’amore di Dio Padre.
Vuoi dire che viene esclusivamente per pregare?
Viene per pregare. E noi dobbiamo pensare al perché di questo gesto, dobbiamo essere attenti e intelligenti da capire la grandezza e il senso di tutto ciò, specialmente nel tempo che viviamo, che sembrerebbe così sordo all’amore di Dio.
Che cosa ti chiede di fare in concreto per loro?
La Madonna dice come prima cosa di accettarli profondamente, fino a sentirli nostri fratelli e sorelle Fratelli meno fortunati perchè non hanno mai provato l’amore del Signore E in quest’opera sui nostri cuori Lei ci educa a non giudicare mai a non criticare a non forzare le coscienze ma a aspettare i tempi di ciascuno e al tempo stesso ad amarli e a pregare per loro dando il nostro esempio.
Qual’è il destino ultraterreno di chi vive e muore senza conoscere l’a more di Dio, oggi e prima della venuta di Cristo?
« Questa domanda non è per me, ma per il Signore. E poi non guardiamo o ai non credenti: anche noi dobbiamo pensare alla nostra vita, a come ci comportiamo. Perché chi può dire «sono bravo, ho accettato tutto, faccio tutto quello che piace al Signore»? E Dio che tira le somme di Ciascuno, è Dio che giudica. Noi possiamo solo affidarci al suo amore, suo amore di Padre, certi che per questo sguardo paterno non sarà un giudice troppo severo, perché ci ama tantissimo.
Aspetta un momento: hai detto che le apparizioni sono cessate nel 1982, ma che poi «ti ha chiesto» di pregare per i non credenti? Che cosa pensi di quelli che, anche all ‘interno della Chiesa, dicono che bisogna lasciare le persone libere di credere quello che vogliono… Un paio di esempi: se in Italia ci sono delle classi con un ragazzo non cattolico, per non offenderlo si arriva a togliere il crocifisso… Molte scuole, poi, hanno abolito la festa del Giovedì Santo recuperando il giorno di vacanza in occasione di qualche ponte. Poi, ci sono le critiche seguite alla dichiarazione pontificia «Dominus lesus»…
Guarda, io non sono così «democratica», perché sono cresciuta nella fede cattolica sotto il regime comunista: perseguitata fin da piccolina, da prima delle apparizioni, mi hanno insegnato che se ci è chiesto di morire per Dio e per Cristo non ci si deve pensare neanche un secondo. Io rispetto moltissimo chi professa un’ altra fede religiosa, e tra l’altro sono cresciuta a Sarajevo dove vivono parecchi musulmani e moltissimi ortodossi profondamente religiosi; ma il rispetto non scalfisce la convinzione che la mia fede è l’unica fede.
Non credo, dunque, che siano giuste queste cose che si fanno in Italia per «non offendere», anche se poi non sono io quella che deve giudicare, perché la mia unica preoccupazione dev’essere quella di dare con la mia vita e non con le parole una buona testimonianza. Però, faccio notare che, se un cattolico va a vivere in Iran, o in Iraq, nessuno gli metterà un crocifisso alle pareti in suo onore, perché gli faranno sapere che si trova in uno Stato musulmano; analogamente penso che così si dovrebbe fare da voi: accogliere con il cuore tutti quelli che arrivano, aprendo le scuole, offrendo case e lavoro, ma senza compromettere la propria identità cattolica, in cui dovremmo riconoscere il nostro tesoro.
Questo discorso vale anche per la Madonna, che tu chiami Mamma. Del resto Paolo VI l’ha definita Madre della Chiesa, ma della Madonna a volte non si parla per non intralciare, si dice, il dialogo ecumenico. Si può fare a meno della Mamma?
Mi fa male il cuore vedendo che a volte la verità è messa da parte per pura paura delle reazioni di questo o di quello. Non si deve avere paura del la verità. Gesù portava la Croce e il male di tutti per amore nostro; analogamente noi impariamo a mettere in gerarchia ciò che dobbiamo fare e l’unica preoccupazione sia quella di fare tutto per amore del Signore. Se Maria è tua Madre chiamala con il nome che le spetta: e che tutti sappiano che la Chiesa cattolica ha una Madre e che quella madre è Maria.
Hai accennato alle persecuzioni dei comunisti ai tempi di Sarajevo. Hai avuto gravi difficoltà?
Si di ogni tipo. A quel tempo c’era ancora il regime instaurato dal maresciallo Tito. E devi sapere che il comunismo che abbiamo sperimento noi è del tutto diverso da quello italiano, che fortunatamente ha dovuto sempre fare i conti con un sistema democratico.
La fede era combattuta: io personalmente non sapevo nulla né di , Lourdes, né di Fatima, perché non si potevano leggere libri religiosi e a maggior ragione tenere la televisione in casa. Se pregavamo o recitavamo il Rosario dovevamo farlo di nascosto, alla sera coi genitori, perché era non concesso esternare la propria fede. Per il solo fatto di andare a essa la domenica, unico momento di religiosità pubblica tollerato, venivi schedato. Valeva sempre il detto «meno parli e meglio stai»: era la regola base per chi voleva vivere più a lungo e senza grane.
Potete allora immaginare come mi sono sentita da veggente in una situazione in cui già solo come credente non ero la benvenuta… C’è stato un tempo, che sembrava interminabile, all’inizio del conflitto, in cui i soldati della milizia mi arrestavano quasi ogni giorno; e poi facevano irruzione nella mia casa, all’alba o al tramonto, non importa quando, e ogni volta mettevano tutto a soqquadro, perquisendo e requisendo quel che capitava a tiro, così a caso. Lo scopo era quello di atterrire me e la mia famiglia, e io ero intimamente convinta che sarei dovuta morire. Il mio ragionamento portava alla stessa conclusione da qualunque parte lo analizzassi: i comunisti mi avrebbero uccisa perché dicevo di aver visto la Madonna e perché non erano riusciti a distogliermi da questa verità; del canto mio, il fatto stesso che la Madonna mi era apparsa, che mi aveva dato questa grazia in un tempo di persecuzione, significava che avrei dovuto preparami a offrirle tutta me stessa.
Di sicuro, pensavo, dovrò morire. Ero poco più di una bambina allora ma questi non erano ragionamenti da ragazzina, perché la mia con consapevolezza come la mia determinazione erano del tutto ferme: sarebbe stata questione di giorni, poi mi avrebbero ucciso.
Ma non ho mai avuto paura. Solo una grande sofferenza nel vedere i miei genitori e il mio fratellino, che aveva solo sette anni, così pesantemente coinvolti e così preoccupati per me. Ma per quel che mi riguarda ero salda e forte perché il Signore mi ha dato una grande sicurezza, una pace profonda. E, grazie al Signore, poi tutto è finito per il meglio.
Come vedi l’attuale situazione della Bosnia-Erzegovina: la divisione tra i musulmani e i croati; l’immagine che ne deriva sui media; il ruolo della Nato… La guerra può tornare?
Purtroppo la guerra ci ha resi tutti «politici»: anche i più giovani o le giovani coppie, quando si incontrano, per prima cosa discutono di politica. Comunque, se proprio vuoi il mio parere, sono convinta che non ci sarà una nuova guerra, ma è anche vero che la situazione resta turbolenta.
Gli uni dicono una cosa, gli altri sostengono l’opposto. Io non voglio entrarci, anche perché non saprei darne una lettura univoca, ma posso dire che quello che vedo attorno non è bello né tantomeno giusto.
Quello che so è che noi croati di Bosnia siamo cattolici e vogliamo rimanere cattolici, nella tradizione, con i nostri nonni, bisnonni e tutti i nostri avi che sono rimasti fedeli alla Chiesa nei lunghi secoli di domi nazione turca. Grazie ai sacerdoti francescani la fede è stata preservata in tutta la regione fino a noi, a cui spetta il compito di trasmetterla ai nostri figli.
Per il resto parlo da persona che legge diversi giornali e diverse fonti, e quello che ne ricavo è una sensazione di disagio; ho l’impressione che, con l’avallo delle forze occidentali, si stia ricreando in piccolo in Bosnia una sorta di ex Jugoslavia. Ma se quel progetto è risultato fallimentare, non sarà quanto meno azzardato riproporlo? Purtroppo ci rendiamo conto, e ogni giorno di più, che si ripropongono vecchie difficoltà: di nuovo hai problemi a dire che sei cattolico, a dire che sei croato… e, come accadeva ai tempi della Jugoslavia, la colpa dell’instabilità gira e rigira viene sempre addossata ai croati. Il disagio latente è dovuto al fatto che non siamo benvoluti in questa regione.
Se vi ricordate, quando è iniziata la guerra il mondo non voleva riconoscere la Croazia, perché i serbi che avevano tutti i media, le televisioni, le agenzie, e che da quarant’anni ci facevano passare per fascisti, erano riusciti a far filtrare il concetto che la colpa di tutto quello che sta va succedendo fosse del nostro popolo.
Recentemente mi trovavo in Italia per una testimonianza, quando si sono verificati dei disordini a Mostar: mi ha fatto male vedere i titoli dei giornali che equiparavano i nazionalisti croati ai nazionalisti albanesi della Macedonia. Ma qui non circolano armi, chi le ha mai viste? Né tantomeno qui prendono corpo quei giri di affari legati alla malavita che, da quanto si è scoperto, vedono invece coinvolti altri popoli balcanici.
La colpa non è dei giornalisti italiani, ma, evidentemente, dalla Bosnia Erzegovina vengono date notizie che non rispecchiano la verità.
Noi croati della Bosnia-Erzegovina non vogliamo il ricongiungimento alla Croazia, ma desideriamo che sia rispettata la nostra identità culturale: desideriamo godere degli stessi diritti civili e della libertà di cui godono i serbi e i musulmani che pure vivono qui.
Invece siete discriminati?
Sì, e lo si è visto alle ultime elezioni, quando il partito per cui abbiamo votato non è stato ammesso in Parlamento. La democrazia esige che chi viene eletto si prenda ciò che gli spetta, e non che si metta un altro al posto suo. È in gioco la libertà.
Ma ho fiducia per il futuro: non a caso Maria si è presentata qui come Regina della pace.
Maria è Regina della pace, ma nel Vangelo, come qui a Medjugorje, tutto ciò che riguarda la nostra fede lega indissolubilmente in vita pace e sofferenza, pace e dolore: che cosa vuoi dirci in proposito?
Attraverso le apparizioni ho capito che se desideri lavorare per il Signore, se vuoi veramente dedicargli tutta la vita, sulla tua strada non troverai niente altro che la Croce. Solo la Croce. Perché, per il Signore, «lavorare per Lui» significa essere pronti a portare la Croce con Lui.
La vera pace è questa, dunque?
Pace è anche la Croce. Se il Signore occupa il primo posto nel tuo cuore, tutte le croci che ricevi nella vita le porti con pace.
E così viene meno quell’attitudine — così tipica negli italiani — di chiedere sempre «perché, perché io, perché a me?»… Quando parlo con i gruppi italiani non finisco mai di sorprendermi per il fatto che, per ogni cosa, mi venga chiesto il perché. E ogni volta mi rendo conto che noi non abbiamo mai detto alla Madonna «perché?», dal momento che se Lei ci dice «fai quello o fai questo», Lei certo sa il perché. Chi sono io per chiederle ragione, dato che tutto ciò che Lei fa e chiede è per il nostro bene? Una mamma pretende dai figli solamente ciò che è bene per loro. E così anche la Madonna: se ti chiede il digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì, non hai bisogno di chiederle perché o di mettere in dubbio che ciò avvenga a tuo vantaggio.
Che cosa chiede la Madonna? Quali sono i primi passi da compiere sul la via della santità?
Maria vuole che preghiamo, e che lo facciamo con il cuore; cioè che quando lo facciamo sentiamo intimamente tutto quello che diciamo. Vuole che le nostre preghiere non siano ripetitive, con la bocca che pronuncia le parole e i pensieri che se vanno da un’altra parte. Per esempio, se dici il Padre nostro impara a sentire nel tuo cuore che Dio è tuo padre.
Maria non chiede tanto, non chiede ciò che non possiamo fare, di cui non siamo capaci…
Chiede ogni giorno il Rosario e, se abbiamo famiglia, sarebbe bello che venisse recitato insieme, perché la Madonna dice che niente ci lega di più come quando si prega insieme. Chiede poi sette Padre nostro, Ave Maria e Gloria, con l’aggiunta del Credo. Questo è quello che ci chiede ogni giorno, e se poi preghiamo di più… non si arrabbia per questo.
Chiede il digiuno il mercoledì e il venerdì: per la Madonna il digiuno è a pane e acqua. Lei però dispensa le persone malate, veramente malate, non quelle che hanno un po’ di mal di testa o di mal di pancia, ma quelle che veramente hanno una malattia grave e non possono fare digiuno: a loro e a tutti chiede altre cose, come aiutare gli anziani, i poveri. Vedrai che, se ti lasci guidare dalla preghiera, troverai una cosa bella che puoi fare per il Signore. Anche i bambini non digiuneranno in senso stretto, ma a loro si può proporre qualche sacrificio, per esempio di non mangiare fuori dai pasti, o di rinunciare ai panini con il salame e la carne per merenda a scuola e di accontentarsi di quelli al formaggio… E così si può iniziare con loro il cammino per imparare il digiuno.
Maria desidera che andiamo a Messa, e non solo la domenica; una volta, eravamo ancora piccoli, ha detto in proposito a noi veggenti: «Figli miei, se dovete scegliere tra vedere me e avere l’apparizione o andare alla Santa Messa, scegliete sempre la Messa, perché durante la Santa Messa mio Figlio è con voi». Per la Madonna è sempre Gesù al primo posto: Lei non ha detto mai «pregate e io vi do», ma ha detto «pregate che io possa pregare mio Figlio per voi».
Chiede poi che ci confessiamo almeno una volta al mese, perché non c’è nessun uomo che non abbia bisogno di confessarsi ogni mese.
Infine vuole che teniamo in casa la Santa Bibbia, in un luogo ben visibile, e che ogni giorno l’apriamo e ne leggiamo anche solo due o tre righe.
Ecco, queste sono le cose che chiede la Madonna, e io mi sono convinta che non è poi tanto.
Quando ti dice queste cose, com ‘è Maria? Che tipo è? Gioiosa, riflessiva? Parlacene come si parla di una cara amica…
Io non la guardo come amica, la guardo come Mamma. Come una vera fiamma che mi vuole bene con tutti i miei difetti, perché mi conosce, ma mi prende come sono. E in questi vent’ anni Lei non è cambiata: è rimasta uguale; non è invecchiata con noi. Lei appare sempre come una giovane donna di venti, venticinque anni. Quando parla di Gesù è sempre molto gioiosa, si vede la luce che le esce dal viso. Quando invece parla dei «figli», così li chiama, «che non conoscono l’amore di Dio» è triste e qualche volta l’ho vista anche piangere.
Più di una volta?
Sì, più di una volta, quando è preoccupata. L’ho detto, è una mamma vera, e vedere un figlio che non va sulla strada giusta le fa molto male.
Che cosa la preoccupa fino a farla piangere?
Lo stato delle famiglie, a volte del mondo. Lei in questi casi ci chiede delle preghiere specifiche, per esempio per i giovani, o per chi non ama Dio…
Maria si preoccupa per noi fino alle lacrime. Ma in molti, di fronte al mistero del Male, alla guerra, al terrorismo, a un incidente, alle catastrofi naturali, alle morti innocenti, si chiedono: ma Dio dov ‘era?
Questa non è una domanda da fare a me. Per quel che mi riguarda, quando sento che c’è stato un terremoto o che è caduto un aereo prendo il Rosario e prego per la gente coinvolta: che il Signore dia soccorso, anche alle anime di coloro che sono morti; e che a chi resta dia la forza di sopportare la croce che hanno ricevuto. Mai mi è venuto da chiedermi il perché di questo o di quello, o a che cosa serva, o perché Dio l’abbia potuto permettere. Forse è il nostro modo di pensare che è un po’ diverso dal Vostro: subito dopo la guerra la chiesa era piena di donne in lutto che avevano perso i mariti e i figli, ma a nessuna è venuto in mente di pensare:
«Signore perché hai permesso questo?». Dio è amore e questo è un fatto, e il Male non viene da Lui e questa è la necessaria conseguenza. Se Dio permette la croce è forse che dobbiamo accettare di portarla con amore come il Signore ha portato la sua. Se non ricevo delle croci pesanti tanto meglio, ma se, un giorno, avvenisse il contrario, dovrei pensare che sono capace di portarla. Ricordiamoci che il male non è da Dio e accettiamo quello che vuole il Signore come un bene per la nostra vita.
Il Male non viene da Dio: e tu lo puoi ben testimoniare. Si sa che una volta Satana ti è apparso travestito da Madonna…
Scusami, ma io non parlo di questo. Non ne ho più parlato, e non voglio parlarne.
D’accordo, ma restiamo sulle generali: non pensi che Satana nel mondo contemporaneo si travesta?
Può darsi, ma lo si riconosce, ti assicuro. Nessuno potrà mai dire di non aver riconosciuto il male. Perché il tuo cuore è tarato sul bene e, se lo vuoi, non puoi assolutamente non riconoscere ciò che è contro Dio. Altro discorso è se non vuoi smascherare il male perché ti va bene così; se dici cambierò, ma intanto gli permetti che ti penetri dentro, che scavi nel tuo cuore. Ognuno di noi, se vuole riconoscere il male ai diversi bivi della sua vita, lo riconoscerà immediatamente. Ha tutti i mezzi per farlo. Dipende solo da noi, da come viviamo, da quello che scegliamo.
Molti negano Satana: «Non esiste!», dicono…
Satana esiste, e soprattutto esiste dove si prega tanto, dove c’è il Signore presente, lui lo segue sempre per tentare di cambiare i suoi progetti, ma l’esito finale dipende dalle nostre scelte, dalla nostra volontà di combattere, di porgli resistenza, di dirgli di no. Ma quali che siano le nostre scelte non potremo dire di non averlo riconosciuto.
Dio ci ha lasciati liberi di scegliere, e questo per davvero. Così sta a noi: se al primo posto mettiamo il Padre, Gesù e la Madonna, Satana non potrà far nulla, ma se loro non abitano il nostro cuore…
Le tue apparizioni sono cessate perché a te per prima la Madonna ha confidato i suoi dieci segreti. È da curiosi, ma dicci solo: il mondo ha di che temere?
E normale essere curiosi sui segreti, fa parte della nostra natura; e posso dire una volta ancora che la Madonna ha promesso sulla collina delle apparizioni un grande segno indistruttibile che tutti potranno vedere e toccare. Ma, poi, ha anche aggiunto di non parlare di segreti, ma di , pregare, perché chi riconosce Lei come Madre e Dio come Padre non ha paura più di nulla.
Il mondo ha di che temere? Dipende. La paura è uno stato d’animo solo di chi non crede, che non ha fede, e noi di questo dovremmo preoccuparci. Invece — come è umano questo — siamo curiosi sui segreti, ci chiediamo che cosa succederà, e ci dimentichiamo il segreto più importante: ci dimentichiamo di chiederci se saremo vivi domani e se la nostra anima è viva oggi, e questo vale anche per noi che qui ci intratteniamo su questi ragionamenti. Ma Maria ci scuote, ci chiede di prepararci per tempo all’appuntamento, di farci trovare pronti in ogni secondo della nostra vita, e di dedicarvi tutte le energie, anziché rivolgerle ad altre cose, comprese le curiosità sul futuro. Perché se a quell’appuntamento arriveremo da figli di Dio, avremo vissuto bene e allora non avremo paura di nulla. Comunque, per dirti quanto siamo curiosi, ti dirò che perfino il sacerdote che ho scelto per sostenermi in questo compito che ho ricevuto di custodire i segreti, a volte mi dice: «Vieni a confessarti e dimmene almeno uno subito!».
Che cosa significa «custodire i segreti»?
Significa pregare tanto, e che quando verrà il tempo dovrò confidarli uno per uno a questo sacerdote che mi sostiene spiritualmente; e con lui pregare ancor di più e digiunare, per poi valutare insieme se sia il caso o meno di rivelarne i contenuti alla Chiesa e al mondo prima che si verifichino.
Tu rivelerai i segreti quando te lo dirà la Madonna?
Sì.
Dei tuoi segreti ce ne sono di privati?
Io non ho segreti che riguardano la mia vita: essi riguardano tutti, l’umanità.
Sono diversi da un veggente all’altro ? Si dice che alcuni hanno segreti che riguardano la loro vita e la parrocchia di Medjugorje.
Dei segreti non abbiamo mai parlato tra di noi perché così ci è stato esplicitamente chiesto. L’unica cosa di cui siamo tutti e sei a conoscenza è il segno sul monte delle apparizioni. Ma questo, te lo ripeto, non è la cosa più importante: perché ciò che conta è la salvezza della nostra anima.
Alcuni sacerdoti sembrano oggi più preoccupati da problematiche che investono la sfera orizzontale dell’esistenza umana, come la solidarietà, le iniziative sociali, mentre in quello che dici c’è un costante riferimento allo spirito… Vuoi tirar loro un po’ le orecchie?
Ti dico con tutto il cuore, perché è così che mi è stato insegnato e per ché anche stando con la Madonna ne ho avuto conferma, che la Chiesa è la Chiesa e che il sacerdote è colui che rappresenta Gesù sulla terra… Per quanto mi riguarda mai avrò la forza di dire che sbaglia, perché è un pò come se dicessi che Gesù sbaglia. E Maria stessa ci ha insegnato a non criticare e a non giudicare nessuno, e in particolar modo i sacerdoti. Quello che possiamo fare per loro è invece pregare e amarli. Lei ha detto tante volte che se perdiamo il rispetto per i sacerdoti finiremo per perderlo per la Chiesa e per il Signore. Per questo io cerco sempre di vedere il bene in ciò che fa il sacerdote, e se mi viene da pensare male, subito mi metto a pregare per me e per lui, perché Dio ci aiuti entrambi; e, nel mio caso, mi aiuti a non giudicare.
Il primo per cui pregare sarà forse il vostro vescovo? Mi risulta che non ha voluto ancora incontrare te e gli altri veggenti, e che non è tenero verso Medjugorje…
Quello che posso dire è che lo rispetto come mio vescovo e che ogni giorno prego per lui. Io guardo a lui come a un padre, e spero che prima o poi desideri darmi un pò di tempo come a una figlia: anche per chiedermi una volta soltanto che ne è di me, che cosa mi accade, anche so lo per verificare chi sono. O che, allo stesso modo, si comporti con al meno uno di noi sei. Ma non provo alcun rancore per quello che pensa o dice: sono notizie su cui non mi soffermo mai perché mi sono riportate da altri, e io non voglio giudicare, né men che meno farlo su voci di seconda mano.
Non avrai incontrato il vescovo, ma, in compenso, ti ha ricevuto Giovanni Paolo II.
Sì, sono stata l’unica tra noi sei di Medjugorje, in via ufficiale… Ero a Roma nella Sala Nervi per un pellegrinaggio. È passato il Papa e qualcuno del suo seguito gli ha detto chi ero mentre mi benediceva; lui allora è tornato indietro e mi ha benedetto di nuovo: evidentemente pensava ne avessi bisogno. Poi mi hanno fatto sapere che mi avrebbe voluto incontrare la mattina successiva a Castelgandolfo. Un colloquio di una quindicina di minuti in cui Giovanni Paolo ii mi ha detto che se non fosse stato il Papa sarebbe già venuto a Medjugorje, e ha chiesto che tutti i pellegrini che si recano qui preghino sempre per le sue intenzioni. Non mi scorderò mai il suo volto: nei suoi occhi ho visto la Madonna, non in senso letterale, ma nel senso che ho visto quella capacità di ascoltare e di amare che si legge nello sguardo di chi è profondamente legato a Maria.
Beh, è il Papa che è stato restituito alla vita dalla Vergine, dopo l’attentato…
Sì, ma lui già da prima, da sempre, è innamorato della Madonna. Ce l’aveva già scolpito in volto. I sacerdoti che, come il Santo Padre, sono aperti a Maria, hanno gli occhi caldi, pieni d’amore; mentre chi ha minore devozione per la madre del Signore è di temperamento più schivo, più freddo, e ciò si riflette anche nel rapporto con la gente, con i fedeli. Ma il Papa è tutto per la Madonna.
Tu hai detto che chi crede non ha paura, ma quando ti muore una per sona cara come è successo con padre Slavko, che cosa è prevalso: la gioia per la sua salita in Cielo o il dolore per la sua perdita?
Padre Slavko non era solo la guida spirituale, perché era anche zio di mio marito e ciò me lo rendeva se possibile ancora più caro. Eravamo molto legati a lui, veniva sempre qui. Quando ho saputo che era morto, la prima cosa che ho pensato è stata «beato lui, perché ha trovato pace; beato lui che è con la Madonna e con il Signore e non può stare meglio». E poi: «Finalmente sei con la Madonna, anche tu la vedi, dopo tutti questi anni in cui mi hai chiesto ogni giorno di Lei». Ho avuto subito la certezza che fosse in Cielo, anche prima che la Madonna ce lo dicesse esplicitamente, perché lui ha lavorato tutta la vita per la Madonna, per il Signore, offrendo tutto, per vivere e testimoniare il Vangelo, i messaggi, per spiegare a tutti come ci vuole Gesù, come ci vuole la Madonna. Ma poi, egoisticamente mi sono chiesta come avrei fatto io senza di lui, in cui trovavo un grande appoggio.
Non hai detto: «Perché Signore»?
No, non ho detto: «Perché Signore?». Ho accettato subito i suoi piani.Ciò che mi sono chiesta è stato piuttosto: «Che cosa faccio io adesso? A chi posso affidare i miei pesi quaggiù in terra?».
Che gioia poi sapere che padre Slavko è in Cielo. Ho pensato che de vo mettercela tutta per guadagnarmi anch’io di vedere la Madonna e padre Slavko un giorno nella vita eterna. E ho chiesto a lui di starmi comunque vicino nella comunione dei santi, e di darmi la forza.
Ma tu la vedi la Madonna, le parli, la tocchi…
Io no. Non ho mai toccato la Madonna. Non ho mai avuto quel coraggio. Ho sempre avuto bene in testa che Lei è la Madonna e io sono io:una peccatrice pellegrina sulla terra.
C’è una cosa particolarmente bella, gioiosa, che la Madonna ti ha detto?
Non si può sceglierne una. Questa domanda me l’hanno fatta tante volte, ma che ti posso dire? Quando viene la Madonna viene il Paradiso e quando sei in Paradiso tutto è bello di una bellezza rara, senza che tu possa fare distinzioni. Tutto è bello: è bello vedere la Madonna, come è bello ascoltarla, pregare con Lei. Non puoi scegliere una cosa, un momento, perché finché sei con Lei vivi il Paradiso. E in Paradiso non c’è un momento più bello di un altro. Ti faccio un esempio: io amo tantissimo le mie bambine e come tutte le mamme normali dò la mia vita per loro, ma quando sono con la Madonna vedo solo Lei: e tutto intorno a me qui in terra finisce per scontornarsi e perdere di interesse. Quando c’è la Madonna c’è solo la Madonna: io vivo ogni secondo con Lei nel la pienezza delle mie emozioni, che saranno diverse da quelle di Marija, di Vicka, di Ivan, perché siamo tra noi molto diversi… Così, dopo l’apparizione devo assolutamente stare da sola e pregare per una, anche due ore, perché vivo con così tante emozioni l’incontro con Lei, che so lo nella preghiera il Signore mi aiuta a tornare alla vita e ai doveri del la vita normale.
Com’è la tua vita normale?
Una vita di mamma e di sposa. Prima della guerra ho lavorato alla Atlas di Medjugorje, un’agenzia di viaggi di proprietà dello Stato, che non ha ripreso l’attività. Così mi dedico interamente alle mie due figlie, Marija e Veronica, di 11 e 7 anni, e poi alla vita della parrocchia, ai pellegrini. Mio marito, Marco, lavora a Mostar e fa l’intermediario d’affari tra società italiane e croate.
Che cosa pensi dei movimenti e delle comunità che sono fioriti qui?
Non so molto. Sono stata all’Oasi della pace quando hanno consacrato la loro cappella, che è bellissima. Ma poi sono così presa dalla mia fa miglia, dalle funzioni in parrocchia, dalle testimonianze ai pellegrini, dai gruppi di preghiera in casa che, ti assicuro, le giornate scorrono veloci.
Le tue bambine come vivono il fatto che la loro mamma vede la Madonna? Ne parlate?
La situazione in casa è molto serena, grazie a Marco. Mio marito era già cattolico, e questo ci ha aiutato, perché lui ha subito capito che con me la vita non sarebbe stata normale, e l’ha accettato. Ora se c’è comunione nella coppia, se i genitori sono in sintonia, tutto risulta facile in una famiglia. Quando io sono coi pellegrini lui resta con le bambine, perché nulla manchi loro e ricevano l’attenzione che a loro spetta come figlie; mentre, quando lui lavora, sto io con loro, e cerco di fare bene la mamma.
Quanto alle apparizioni, ci sono cresciute dentro: sono nate che io già le avevo. C’è un ricordo carino che riguarda Marija quando ancora non aveva due anni, ma lei ha cominciato a parlare molto presto. Stava giocando con una bambinetta più grande di lei che si mise a vantare quanto sua madre fosse brava, perché guidava la macchina… Marija la ascoltò ammirata, poi, quando fu il suo turno replicò felice e contenta:
«La mia invece parla con la Madonna»… Rimasi colpita perché, essendo così piccola, non avevo ancora affrontato quest’argomento esplicita mente con lei, ma ebbi la prova che le visite della Madonna facevano parte della nostra storia come famiglia, e per quel che riguarda le mie figlie sono del tutto naturali.
E ne sono felice, perché lo sforzo costante mio e di Marco è di fare tutto il possibile affinché il Signore e la Madonna siano al primo posto nella nostra famiglia, nella nostra casa. in questo discorso rientra anche il fatto che non valgo di più delle altre mamme o delle mie stesse figlie perché vedo la Madonna, perché la Madonna mi dà i messaggi: no, perché la Madonna mi ha scelto proprio per spiegare che tutti siamo amati allo stesso modo e che tutti, una volta riconosciuto l’amore di Dio, dovremmo essere apostoli suoi e della Madre celeste.
Da qui la scelta di pregare insieme tutti i giorni con mio marito, con Marija e Veronica, per incominciare insieme il loro cammino verso il Signore.
Il primo che deve riconoscere che la Madonna è al primo posto è proprio tuo marito. Non credo sia facile in una dinamica di coppia, te lo di ce chi è sposato, avere una moglie che parla con la Madonna…
Ogni due del mese non ho mai avuto un incontro con la Madonna senza che fosse presente anche Marco. Finché dureranno, lui starà sempre con me, starà a casa per starmi vicino, e la sua preghiera non vale meno perché non vede la Madonna.
Che mamma sei? Come prima impressione sembri un tipo esigente…
Sì, sono severa. La mia ricetta è fissare delle regole e poi dar tempo al le mie figlie per acquisirle, stando con loro, giocando con loro e cercando di comportarmi bene. Io sono molto severa, Marco no. Tant’è che l’altro giorno ho detto a Marija: «Occhio, che papà ha detto che cambia registro anche lui». E lei: «Ma papà sono dieci anni che dice così, e poi non se ne fa niente…». È che io sono stata educata così: i miei erano spesso duri, mai troppo dolci, ma mi hanno passato tutta l’autenticità del loro volermi bene.
La Madonna ti ha mai detto come essere mamma, ti ha mai dato dei consigli pratici?
No, vedi, devi capire una cosa: io per la Madonna sono uguale a tua moglie, così come tua moglie è uguale a tutte le altre donne del mondo. Per la Madonna non esistono figli privilegiati: quello che la Madonna dice a me io lo dico a tutti, e io devo pregare allo stesso modo degli altri per capire che cosa il Signore mi trasmette con quel dato messaggio. La Madonna mi ha fatto capire — e mi piace tanto che sia così — che non ci sono dei privilegiati: siamo davvero tutti uguali, tutti amati. Tu non puoi amare un figlio più di un altro, non saresti un vero papà o una vera mamma se lo facessi. Così la Madonna ama tutti senza diversità, il suo cuore è così grande che ci possiamo stare tutti dentro senza distinzioni.
Il Concilio ha sottolineato la chiamata universale alla santità: la vostra scelta di vita si può inquadrare come un segno dei tempi?
Può essere. Noi all’inizio, quando eravamo ancora bambini, abbiamo chiesto alla Madonna che cosa voleva dalla nostra vita e lei ci ha lasciati liberi, ci ha detto di fare «quello che sentite nel vostro cuore: se vi consacrate voglio che si veda che io ero con voi; se volete formare una fa miglia, voglio che siate un esempio». Io non vedo differenza sulla via della santità tra me e una suora: io posso servire meglio o peggio il Signore a seconda di come sono capace di rispondere alla sua chiamata. Non parlo come veggente, ma come mamma e come moglie: è come mamma che devo diventare santa e posso diventare santa allo stesso mo do che se fossi una suora. L’ importante è che l’una e l’altra incominciano la giornata e la concludano con il Signore.
Posso chiederti di pregare per una persona?
Ma senz’altro, e lo farò molto volentieri come una sorella, ma solo se prima ti convincerai del fatto che la mia preghiera vale come la tua. L’altro giorno è venuto un italiano che voleva a tutti i costi che lo benedicessi sulla fronte: «Ma non posso, lo vuoi capire che non posso?», gli ho detto… «Come non puoi, e chi lo può fare?», ha replicato; e io: «So lo il sacerdote e la tua mamma!».
Fonte: https://medjugorje.altervista.org/doc/mirjana/int_mirjana_1.html