La testimonianza dell’uomo malato di SLA che tornato da Medjugorje, ha cominciato a stare meglio
Volevamo andare come famiglia, sereni, senza aspettarci nulla da questo viaggio. Era nell’anno della fede (…) la malattia ci ha fatto avvicinare ancora di più alla fede, ci ha fatto capire che la vita è un dono, la vita è bella. Sentire la presenza di Dio vicino a me ci ha dato la forza di andare avanti e lottare.
Vicka si è avvicinata, ha fatto l’imposizione delle mani, mi ha abbracciato. Le dissi – sono malato di SLA e sono felice
– e le chiesi una preghiera per mia moglie e per mia figlia.Ho sentito una cascata dalla testa fino ai piedi…
Non abbiamo fatto nemmeno una foto perché eravamo presi dalla giornata, dalla spiritualità…
Ho letto il messaggio, come un’anteprima di quello che doveva succedere. Terminava dicendo che la vita è un dono, cosa che ho sempre vissuto durante la malattia.
Stare là, adorare il Santissimo, ero preso dalle mie preghiere, pregavo per un altro ragazzo. Non chiedevo per me, però là ho avuto questa chiamata di salire sul monte, come dove e con chi dovevo salire sul monte. Nel frattempo che sentivo tutta questa descrizione che avevo durante l’adorazione, sapevo che potevo andare sul monte.
Ho detto a Francesca – Domani andiamo sul monte. Lei ha detto – Sei malato di testa! Mi toccava le gambe, le gambe congelate. È stata una notte bella e non ho attaccato il respiratore
. Aspettavo l’alba, il mio nuovo giorno che coincideva col MIO nuovo giorno.Arriviamo a Giovedì mattina. Siamo arrivati con la carrozzina ai piedi del monte. Mi sono alzato. Abbiamo iniziato questa salita. Non ho mai dubitato. Sentivo le mani tranquille, belle, gonfie, avevo solo dei problemi a livello respiratorio, ogni tanto ci fermavamo e mi riposavo un po’. Gli altri non capivano nulla di quello che ci stava accadendo.
Siamo arrivati in cima. Anche in quel momento dicevo alla Madonnina – Madonnina mia, ancora sei in tempo, io non mi arrabbio…
Abbiamo fatto esami diagnostici da cui si vede il danno neurologico e mi hanno detto che si vedeva un notevole miglioramento che in una patologia neurovegetativa come la SLA non avvengono. I medici non avevano una giustificazione su quanto accaduto. Mi hanno chiesto se mi ero sottoposto a qualche tipo di sperimentazione come le staminali. Prendevo solo farmaci palliativi.
Continuerò a fare quello che ho fatto fino adesso, lottare con più forza di prima per i diritti dei malati… Affianco porterò avanti il discorso della fede perché nonostante una malattia così invalidante come la SLA, avendo vicino la presenza di Dio – io ti parlo della mia esperienza – siamo riusciti sempre con più forza e fede.
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