Il visitatore permanente di Papa Francesco nel paesino delle apparizioni ha denunciato la presenza di clan napoletani «in cerca di profitti»
A Medjugorje «stanno penetrando le mafie», segno di «azioni demoniache che stanno cercando di fare tutto per rovinare quel luogo». È una denuncia seria quella di monsignor Henryk Hoser, arcivescovo emerito di Warszawa-Praga in Polonia, nominato da Papa Francesco lo scorso 31 maggio «visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje , a tempo indeterminato» e a disposizione della Santa Sede. Il prelato ha parlato di infiltrazioni mafiose nel paesino dell’Erzegovina divenuto da decenni meta di milioni di pellegrini a motivo delle prolungate e non ancora concluse apparizioni raccontate a partire dall’estate 1981 da un gruppo di veggenti. Lo ha fatto durante l’omelia della messa celebrata il 4 luglio 2018 nella cappella dell’aeroporto Chopin di Varsavia: il resoconto è stato riportato del settimanale cattolico polacco Niedziela
e della Radio EM, ripresa in Italia da Tv2000.Parlando della lotta tra il bene e il male, Hoser ha detto: «E vediamo come si stanno mobilitando le forze maligne per disturbare tutto. Mi dovrò confrontare con quelle forze a Medjugorje. Lì dove è luogo di massicce conversioni, enormi folle che si confessano, dove i confessori non sono mai a sufficienza. In quel luogo ci sono anche azioni demoniache che stanno cercando di fare tutto per rovinare quel luogo».
«Lì già stanno penetrando le mafie – ha aggiunto il visitatore apostolico – non solo per il flusso di pellegrini ma anche per le loro vittime, che devono pagare per poter stare là, la mafia per esempio napoletana, ho già sentito che c’è là, e anche un’altra. E quindi come è successo a Czestochowa, quando c’era il comunismo, a fianco la principale entrata del santuario di Jasna Gora c’era una clinica per aborti. Un reparto ginecologico che soprattutto faceva interruzioni di gravidanza. Questa è la realtà e non dobbiamo essere ingenui davanti a questa realtà».
L’arcivescovo polacco ha parlato dunque di mafie: quella napoletana, cioè la camorra, e «anche un’altra» non precisata. A che cosa si riferiva? Secondo quanto scrive il quotidiano Il Mattino di Napoli in riferimento di Hoser riguarderebbe le risultanze dell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un prete esorcista abusivo arrestato a febbraio scorso e accusato di aver maltrattato e abusato sessualmente di almeno tre donne, tra cui una ragazzina di 13 anni. Indagando su di lui, e sulle sue parentele sarebbero emersi sospetti su un business camorristico per la gestione dei pellegrinaggi.
Secondo Il Mattino, potrebbe esserci l’ombra della camorra anche nella gestione dei tre alberghi – sempre gli stessi – che accoglierebbero i pellegrini in arrivo da Napoli e Caserta, come pure la gestione delle guide abusive e nella gestione delle bancarelle che vendono merce di ogni genere ai pellegrini. Tutti elementi ancora da provare, ma che possono aver impressionato monsignor Hoser, il quale, nel breve passaggio dell’omelia, non voleva rubare il lavoro ai magistrati ma piuttosto suggerire come il male cerchi di agire e di infiltrarsi proprio là dove avvengono significative conversioni.
di Andrea Tornielli per Vatican Insider
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