Medjugorje: “Maria mi ha detto di riferirti che devi dedicare la giornata a suo figlio Gesù, che il tuo lavoro fatto bene e’ gia’ preghiera!”
Al termine dell’apparizione, Jakov venne da me: “Sei tu il chirurgo di Milano che ha fatto una domanda alla Madonna? Mi ha detto di riferirti che devi dedicare la giornata a Suo Figlio e il tuo lavoro fatto bene è già preghiera!”
Intervista di Isabella Orsenigo al Dott. Mario Botta – Cardiochirurgo all’ospedale Sacco Di Milano
E’ la grande umiltà della gente, la devozione nella preghiera di quel popolo e di tutti i pellegrini
che corrono là che mi ha sempre colpito. Queste sono realtà. Dottor Botta, sei stato uno dei primi accorsi a Medjugorje appena è trapelata la notizia delle apparizioni della Regina della Pace.
Come l’hai saputo e da chi?
Ho avuto notizia delle apparizioni della Regina della Pace da un amico e collega, il dr. Luigi Frigerio. Una sera, dopo avermi telefonato, viene a casa mia, mi parla di questi fatti
nuovi e mi lancia un’idea-proposta: “Che ne diresti di andare là a vedere?” La cosa trovò
subito un’eco concreta in me e in mia moglie. Partimmo poco dopo insieme anche ad un caro amico di Como, il dr. Piero Tettamanti, alla volta di Medjugorje.
Che anno era e che impressione ne hai ricevuto, vista anche la grande amicizia con i sei ragazzi veggenti? Ci racconti l’episodio del piccolo Jakov, che ha fatto da tramite fra te e la Madonna, per una tua precisa domanda?
L’impressione che ebbi fu che nei ragazzi c’era sincerità. Furono momenti di intensa ommozione, di intensa preghiera, durante i tre giorni che rimanemmo là, la prima volta. Era il
1983. In un viaggio successivo chiesi umilmente alla Vergine la grazia che mio fratello Piero
e sua moglie Rita potessero diventare genitori. Prima nacque Roberto e pochi anni dopo
Martina. Come si potrebbe non dire grazie di cuore a Maria, mamma di Gesù e mamma
nostra? In quanto all’episodio che hai citato, ricordo che al piccolo Jakov, che allora aveva
circa dodici anni, ho detto di chiedere alla Madonna, che continuava a dire Pregate- Pregate-Pregate, come avrei potuto io continuare tutto il giorno a pregare, dal momento che operavo fin dal primo mattino o giravo fra le corsie dell’ospedale.
Al termine dell’apparizione, il bambino venne da me: “Sei tu il chirurgo di Milano che ha fatto una domanda alla Madonna? Mi ha detto di riferirti che devi dedicare la giornata a Suo Figlio e il tuo lavoro fatto bene è già preghiera!”
Hai fatto parte del Bureau Medical, la Commissione che indaga sui miracoli di Lourdes. Hai visto qualcosa di simile a Medjugorje?
A Lourdes sono stato anche recentemente, l’11 febbraio scorso, anniversario delle Apparizioni, per sole 24 ore, ma intensissime. E’ stato un viaggio in auto con due carissimi amici di Varese mai stati a Lourdes, ma uno dei due con 160 viaggi già effettuati
a Medjugorje! In Bosnia ho seguito la guarigione dalla sclerosi a placche di Diana Basile di Milano, ma fatti straordinari, miracolistici, eclatanti non hanno mai polarizzato la mia attenzione. E’ la grande umiltà della gente, la devozione nella preghiera di quel popolo e di
tutti i pellegrini che corrono là che mi ha sempre colpito. Queste sono realtà.
Da 23 anni ormai continui a recarti in quei luoghi. Ciò significa che l’esperienza è stata determinante per la tua vita e per il senso che dà alla tua professione di cardiochirurgo?
In questo momento sono in una fase critica. Il lavoro fatto sempre con tanto impegno, oggi è qualcosa di angosciante. Chiedo anche a voi una preghiera alla Vergine perché cambi le cose. Non riesco più ad andare avanti così. Grazie di cuore, amici, per l’aiuto di preghiera alla Regina della Pace che mi avete proposto.
A 25 anni di distanza dalle prime apparizioni, che cambiamenti hai potuto verificare nei pellegrini, soprattutto giovani anche durante il Festival della Gioventù di agosto, che si recano a Medjugorje sempre più numerosi da ogni parte del mondo?
E’ vero, soprattutto giovani, ma posso parlare anche di qualche esperienza personale. Una
volta, mentre mi trovavo lì, arrivò un professore radioterapista con parte della sua famiglia, che stava allungando un viaggio turistico. Gli ho prestato una tenda per consentirgli di non ridurre solo a poche ore il suo soggiorno. Si è fermato giorni. Un’altra volta, un professore cardiochirurgo milanese, con cui lavoravo, mi chiese indicazioni sulla strada da percorrere per arrivare in Bosnia o, meglio ancora, di accompagnarlo quando fossi andato io. Avevo appena acquistato una nuova auto e decisi di farle fare il rodaggio andando con lui, un altro medico ginecologo e sua moglie. Bene, sono stati momenti brevi, ma indimenticabili per tutti, non mi dilungo a raccontarveli.
E per finire, una decina di anni fa mi trovavo con altri medici a Castelgandolfo per un incontro con Papa Giovanni Paolo II. Ricordo che gli abbiamo chiesto cosa pensasse circa i fatti di Medjugorje. Il Pontefice rispose che in quei fatti non c’era nulla che fosse in antitesi con il Vangelo.
Fonte : Speciale Medjugorje, Ass. MIR I Dobro