Categorie: Testimonium

Medjugorje, Paradiso solo andata di Riccardo Caniato

TESTIMONIANZE DI FEDE – Rita Sberna intervista Riccardo Caniato, giornalista e scrittore italiano. È caporedattore della rivista Studi Cattolici e responsabile dell’ufficio stampa delle Edizioni Ares. Negli anni ha collaborato con il quotidiano Avvenire e i periodici Oggi e Gente, Fogli, Il Timone e Madre di Dio. Per le testate Oggi e Gente ha collaborato con il progetto e i testi di quasi venti speciali di carattere religioso, fra cui quattro dedicati a Medjugorje.

Ha scritto libri di argomento religioso, tra i quali Maria, alba del terzo millennio, indagine sulla vicenda di Medjugorje condotta con Vincenzo Sansonetti e tradotta anche in polacco. Dell’opera, nata per il ventennale di Medjugorje, è uscita una nuova edizione, la decima, in occasione del trentennale.

Sempre per le Edizioni Ares, ha scritto un’altra indagine dedicata alla Madonnina di Civitavecchia, dal titolo La Madonna si fa la strada, firmando poi la prefazione a La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi, di padre Flavio Ubodi, l’unico libro che contiene i messaggi della Madonna in questa sua grande e ancora poco nota manifestazione alle porte di Roma.

Con Rosanna Brichetti, moglie di Vittorio Messori, ha collaborato al libro del biblista monsignor Enrico Rodolfo Galbiati Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa. Le apparizioni di Montichiari e Fontanelle, dedicato alla mariofania di Rosa Mistica.
È autore, per le Edizioni Ares, di Cara Italia e coautore, per Mondadori, de Il mondo di Giovanni Paolo II, due volumi dedicati ai viaggi apostolici di papa Wojtyla.

Riccardo, tu sei stato più volte pellegrino di Medjugorje, e sei devoto alla Regina della Pace, non a caso, uno dei tuoi ultimi libri s’intitola: Medjugorje. Paradiso, sola andata (Edizioni Ares). Perché questo titolo?
Già prima di iniziare a scrivere avevo in mente questo titolo. Posso dirti che tutto il libro è nato da questo titolo, e intorno a esso si sviluppa perché questo libro rispecchia il pensiero costante della mia vita, fin da quando ero bambino, che è il Paradiso. In relazione a Medjugorje mi è venuto in mente il veggente Ivan, tutte le volte che racconta che la Gospa viene a volte coronata di angeli e che sempre porta il Paradiso con sé… Ivan conclude questa sua testimonianza attestando che né la natura né l’arte possono uguagliare la bellezza della Vergine o riflettere i contorni di luce e di gloria che l’accompagnano.

Ho sentito anche altre due veggenti, Marjia e Mirjana sostenere che ogniqualvolta si trovano in presenza della Madonna esse perdono la percezione temporale e sono immerse in una pace del cuore così grande e piena, da non far loro desiderare altro che restare per sempre lì con Lei, con la Mamma celeste.

Ora i veggenti hanno sempre detto che queste grazie tanto speciali che la Madonna gli concede sono per tutti: il che significa che facendo sperimentare loro il Paradiso desidera comunicare il Paradiso a ciascuno, anche a me, e a te.

La Madonna, nelle sue apparizioni, ci dice che veramente siamo figli di Dio e che il Padre dei Cieli ci ha preparato un posto nella sua Casa fin dalla notte dei tempi, perché è da allora che ha cominciato a pensarci e ad amarci. E ci dice, Lei creatura gloriosa, che in questa Casa di pace e di luce, dopo la nostra morte terrena, vivremo per l’eternità…

La seconda parte del titolo allude al fatto che il nostro cammino su questa terra è un viaggio di «sola andata», perché la morte, come sottolineava spesso Padre Pio, è ineluttabile. Ogni battito del mio cuore segna un rintocco irreversibile verso l’avvicinarsi dell’istante in cui io morirò.

A partire da questa considerazione volevo, però, comunicare ciò che mi grida dentro, cioè che la morte vissuta nella fede, non ha un esito triste, anzi la morte sarà il nostro compimento perché la nostra fine quaggiù coinciderà con l’ingresso promesso nel Regno dei Cieli. Certo, devo volerlo, mettendoci anche del mio in termine di amore e carità sorrette da buona volontà, guardando passo dopo passo all’esempio di Gesù e della sua santa Famiglia, cercando il bene comune, nonostante tutte le mie miserie, le sporcizie e le cadute di ogni giorno.

Il percorso di «Medjugorje, Paradiso sola andata» è dunque quello di ogni uomo pellegrino verso la casa del Padre, esattamente come il Figliol Prodigo.

Ci racconti il tuo primo pellegrinaggio a Medjugorje?
La mia prima attenzione al fenomeno Medjugorje risale ai primissimi tempi delle apparizioni, direi già al 1982/1983.
Avevo dei compagni di classe, che non erano persone legate particolarmente alla fede, che intorno alla primavera di quell’anno, si recarono a Medjugorje con i loro genitori. Tornarono da quel pellegrinaggio, realmente trasformati.

Mi interessai al loro cambiamento e cominciai a chiedergli cosa fosse successo e come fosse andato il viaggio, loro mi risposero che era stato bellissimo perché avevano pregato. «Abbiamo pregato», dicevano. «Bello e poi?», incalzavo io. «Beh, abbiamo pregato»… Va bene, ma dopo? «Pregato, pregato, abbiamo sempre pregato».

Dai loro racconti capii come mai prima di allora che la preghiera è un vero e proprio dialogo con Dio.

Passarono gli anni, e, frequentando oltre la mia parrocchia, diverse persone di vari gruppi ecclesiali e movimenti, come il Rinnovamento e CL, mi capitò di imbattermi spesso in testimonianze di religiosi che tornavano da Medjugorje rinnovati nella loro vocazione.
Per questi motivi ho avuto sempre una predisposizione positiva verso questo luogo e ho custodito a lungo il desiderio di andarci, a Dio piacendo, anche io.

Ci andai nel 2001, in circostanze del tutto particolari.

Avevo chiesto al giornalista Vincenzo Sansonetti, caposervizio del settimanale Oggi, se era disposto a scrivere un libro per la mia casa editrice, in occasione dei 20 anni delle apparizioni.

Lui mi chiese di farlo insieme e finì che sono stato letteralmente coinvolto e travolto da Medjugorje.

A quel punto, riguardo al nostro progetto di libro, si sono aperte tutte le porte in modo a dir poco rocambolesco, se non si volesse più correttamente ricondurre il tutto alla Provvidenza. Nel giro di pochissimi giorni con ho incontrato Padre Livio Fanzaga a Radio Maria; ho conosciuto la veggente Marija e subito dopo padre Jozo, il parroco dei primi giorni delle apparizioni, entrambi qui in Italia. Poi si sono liberati due posti su un aereo stracolmo la sera prima della partenza, quando ancora eravamo in lista e in cuor nostro avevamo ormai rinunciato…

È come se qualcuno ci stesse preparando la strada. In chiesa a Medjugorje mi scoprii con le lacrime agli occhi quando lessi che la Madonna ci raccomanda di «fare sempre tutto con il cuore». Mi sono commosso profondamente perché in quel momento, nella chiesa di San Giacomo, mentre divoravo i messaggi della Regina della Pace, ho avuto come la rivelazione della Madonna come Madre; una Madre viva – non una pala d’altare capisci? – che ci tiene sotto il Suo manto e ci vuole bene.

Fu allora che pregai la Madonna veramente con il cuore, così: «Senti, io sono venuto fin qui per realizzare un mio libro, ora ti chiedo che d’ora in avanti tutto ciò che io scriva sia tuo, serva al piano di salvezza che tuo Figlio, tuo tramite vuole compiere nel nostro tempo». Così dicendo chiesi anche a Maria che fosse Lei a organizzare l’agenda del pellegrinaggio, perché ormai i giorni di permanenza stavano per terminare, e tutto il successivo lavoro…

Non ti nascondo la sorpresa quando, uscendo dalla chiesa di San Giacomo, mi trovai di fronte l’abbé René Laurentin (il grande mariologo, cantore di Lourdes e devoto della Regina della Pace, ndr). Ci concesse un’intervista, dicendo: «Siete fortunati», perché stavo già per ripartire»… E quando stavamo per finire con lui, ecco che squillò il telefono e avemmo notizia che la veggente Mirjana era disponibile per incontrarci nel pomeriggio. «Siete fortunati», disse testualmente padre Ljubo, «perché Mirjana non incontra praticamente mai i giornalisti». Lo stesso frate ci comunicò subito dopo che la mattina seguente avremmo visto in privato Vicka e la sua mamma e che poi sarebbe stato il turno di Ivan in canonica… Uscendo dalla casa di Mirjana mi sono imbattuto, infine, per strada in Jakov, il più giovane dei sei veggenti…

Avevo chiesto un aiuto per un agenda di lavoro ed ero stato accontentato.

Perché secondo te la Madonna appare a Medjugorje da tantissimi anni?
Hai detto bene: sono «tantissimi anni» che appare la Madonna. Ma non solo a Medjugorje… Secondo tradizione la Madonna subito dopo l’Assunzione al Cielo sarebbe apparsa a san Giacomo nel 40 dC. Si dice che sia apparsa anche agli altri apostoli… Nel 47 guarì Vila, una donna francese convertitasi al cristianesimo, e questo fatto è ricordato con l’edificazione del Santuario di Le Puy abbellito nel 1254 da san Luigi IX. A Cesarea, nel 363 dC. La Madre di Dio si è presentata al vescovo Basilio come «Potente Interceditrice presso Suo Figlio»…

E si potrebbe andare avanti, perché tutti i secoli, per non dire tutti gli anni della storia del cristianesimo sono accompagnati dalle apparizioni di Maria Santissima. Non a caso il beato papa Paolo VI ha definito la Madonna «Madre della Chiesa e Regina dell’umanità»: perché lei è sempre stata presente nelle vicende dell’una e dell’altra e non ci ha mai lasciati soli.

La Madonna appare perché essendo Madre ci ama. A Medjugorje ha detto chiaramente che il fine ultimo dell’uomo deve essere la vita eterna, cioè stare con Dio. Vedi? «Medjugorje Paradiso sola andata»…

A Medjugorje, la Madonna appare da oltre 30 anni, proprio in un momento delicato come il nostro perché la nostra generazione, incredula e razionalista, nega Dio, ma negando il suo Creatore e Padre buono, nega la sua stessa radice e non punta lo sguardo né ripone le speranze nell’eterno infinito di Dio che le appartiene. La Madonna ci chiede di convertirci, lo fa da 2000 anni nella storia della Chiesa e lo fa da oltre 30 anni a Medjugorje.

Le parole chiave di tutti i messaggi che la Regina della Pace da a Medjugorje sono: Pace, Fede, Conversione, Preghiera e Digiuno. Sono cinque termini che indicano altrettanti strumenti utili per arrivare a Dio. Quello che vuole la Madonna è che noi riconosciamo Suo Figlio Gesù come Signore della storia.

Lei ci chiede di restituire la storia, anche la nostra a suo Figlio Gesù, perché lui possa riscattare perfino me e te con la sua Croce.
La Madonna, come in tutte le sue apparizioni, anche a Medjugorje è «Cristocentrica», cioè porta i Suoi figli a Gesù, che come con forza grande ricordava sempre san Giovanni Paolo II è il Salvatore dell’uomo.

Per questa stessa certezza, la Madonna fin dai primi giorni delle apparizioni, ha detto ai veggenti: «Se dovete scegliere tra la santa Messa e una mia apparizione, andate in chiesa alla Santa Messa, perché lì incontrate mio Figlio Gesù». Il più grande miracolo della storia del Cristianesimo, è il mistero dell’Eucarestia, in cui Gesù è veramente presente – vivo, lo capisci? – nella specie di Pane e di Vino.

Tu hai avuto modo di conoscere i sei veggenti personalmente. Cosa puoi dirci di loro?

In tutte le sue apparizioni, segnalate in ogni parte del mondo, la Madonna di volta in volta si è rivolta a delle persone come altre, comunemente dette veggenti le quali, come gli apostoli nel Vangelo, hanno testimoniato perché avendo visto la Verità hanno creduto.

Anche a Medjugorje è stato così. Prima di averli conosciuti, mi aveva molto colpito la storia di Jakov, il veggente bambino rimasto orfano presto di entrambi i genitori… Come dire, che il fatto di vedere la Madonna non comporta sconti «in questa vita», forse perché, come fu detto a Bernadette di Lourdes dalla Signora sul Gave… la nostra gioia sarà «nell’altra»…

Orbene, Jakov, nei primi giorni di apparizione, portato a forza nell’obitorio di un ospedale psichiatrico e lasciato per alcune ore in compagnia dei morti, affinché dichiarasse che le apparizioni erano false, senza turbamento alcuno disse: «Potete anche uccidermi, tanto non ho paura perché vado a stare con la Madonna e con Gesù!».

Ecco questa cosa mi ha colpito, perché quando incontri uno che ti dice «Io c’ero» e lo vedi che si commuove, lo vedi che è preso e poi magari vedi anche che è pronto a morire (come è stato per gli apostoli) per ciò che ha visto…, come fai a non farti coinvolgere?

Perché – mi sono chiesto – uno così, a 10 anni appena compiuti, da un giorno all’altro smette di giocare a pallone coi suoi compagni e preferisce passare ore e ore in preghiera?

Poi i veggenti li ho incontrati. E avendoli conosciuti posso dire che sono rimasto conquistato non tanto dalla straordinarietà delle loro vite, delle loro esperienze, ma dalla loro normalità. Di come, vivendo ogni giorno lo straordinario di Dio, essi affrontino pacatamente l’ordinario del quotidiano.

I veggenti non sono riconducibili a stereotipi da santino o a rigidità bigotte. Standoci un po’ insieme si resta coinvolti piuttosto dalla loro voglia di scherzare e dalla freschezza del rapporto interpersonale che ciascuno, con le proprie caratteristiche e timidezze sa creare intorno a sé.

Allo stesso modo ho notato delle attenzioni.

Marija abita in Italia, è con lei si è creato anche un rapporto. Potrei dire tante cose, ma potrei riassumerle evidenziando la naturalezza con cui lei, veggente di Medjugorje, serve a tavola. Sono stato suo ospite con la mia famiglia: devi vedere la cura che mette quando apparecchia, il modo in cui presenta la sera il cibo avanzato a pranzo, dandogli veramente una nuova dignità. In queste piccole attenzioni, mi immagino le attenzioni che la Madonna ha verso di noi, comprendo le attenzioni di una madre verso i suoi figli.

I veggenti non si vantano di ciò che gli accade, ma traducono questo dono nella testimonianza che passa anche nell’accoglienza e nel servizio agli altri. Nelle persone di Chiesa questo è un atto distintivo.

Ricordo che la prima volta a cena da Marija: io ero molto emozionato e come si dice, stavo sul pezzo, pronto a dire le cose giuste curando le battute spiritose… Mia moglie, invece, quella sera era arrivata sfinita da una interminabile giornata lavorativa e, per farla breve, si addormentò sul divano… Io ero imbarazzato e ancora oggi la prendo in giro riguardo a questo episodio, ma la verità è che mia moglie era talmente a suo agio da sentirsi come in famiglia.

Quello che mi colpisce, infine, è la Madonna abbia scelto sei persone con una personalità molto diversa fra loro, così che, in qualche modo, ci rappresentano tutti. Scegliendoli con caratteri differenti la Madonna ci vuole forse dire che siamo tutti a lei cari, ciascuno con le proprie peculiarità. Scegliendo persone sposate ha valorizzato la «chiamata universale» alla santità sottolineata dal Concilio e ribadita in tutto il pontificato di Papa Wojtyla. Apparendo nelle famiglie dei veggenti, pregando nelle loro case e invitandoli a frequentare i Sacramenti, mostra a tutti che Dio desidera abitare in ogni casa e, attraverso la preghiera e i Sacramenti, abitare in ogni cuore.

Che posizione ha preso la Chiesa nei confronti delle apparizioni di Medjugorje?
Il discorso è un po’ complesso.
Innanzitutto desidero sottolineare che la Chiesa siamo anche io e te, perché come dice Gesù, «dove due o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro», e questa è Chiesa. E Chiesa sono anche i milioni di pellegrini che ogni anno si recano a Medjugorje e lì si confessano, fanno l’adorazione serale, si accostano quotidianamente all’Eucaristia e salgano sui monti delle Apparizioni recitando il Rosario…

Ora il sensus fidei, cioè il sentire comune del popolo di Dio guarda con favore all’evento Medjugorje: è sufficiente, per comprenderlo, leggere i dati che vengono comunicati ogni mese, delle confessioni quotidiane e delle comunioni in parrocchia.
Gesù, nel Vangelo, ha spiegato che un albero buono lo si giudica dai frutti e chiunque si rechi a Medjugorje non potrà che constatare una grande messe di anime che si alimentano del Pane eucaristico e ritornano alla vita sacramentale. Veramente Medjugorje, per questa gente, è luogo di incontro con Gesù Eucaristia e di dialogo cuore a cuore con la Madonna nel silenzio del Podbrdo e del Krizevac.

Poi c’è la Chiesa gerarchica, che ha ricevuto da Dio il compito di guidare il suo popolo. E che per questo va ascoltata e ubbidita.
Ora a Medjugorje è successo un fatto curioso. All’inizio delle apparizioni il parroco (che rappresenta la prima autorità della Chiesa) non ha creduto alle apparizioni, mentre il Vescovo ha creduto subito… Ma nel giro di qualche tempo si sono invertite le loro posizioni, con il parroco che, dopo avere a lungo interrogato i ragazzi, è diventato a sua volta discepolo di Maria Regina della Pace, mentre il Vescovo e il suo successore hanno negato le apparizioni, rifiutandosi di incontrare i veggenti.

C’è , però, un Decreto dell’ex Sant’Uffizio (oggi Congregazione per la Dottrina della Fede), firmato da papa Paolo VI, che stabilisce che quando un apparizione desta un’eco ben oltre i confini della Diocesi il giudizio su di essa spetti alla regione episcopale e direttamente la Santa Sede.

Nel 2010 Papa Benedetto XVI ha formato una Commissione Internazionale per un discernimento sulle apparizioni di Medjugorje. Ne è stato presidente il cardinale Camillo Ruini e ne hanno fatto parte altri cardinali insieme con diversi teologi e alcuni laici.
Questa Commissione ha finito le sue indagini e ha consegnato i risultati alla Congregazione per la Dottrina della Fede e al Papa. In ogni caso queste valutazioni non possono considerarsi definitive, perché le apparizioni sono ancora in corso e con tutta probabilità la Chiesa pronuncerà una sospensione di giudizio, dando alcune regole pastorali su come i sacerdoti e i fedeli debbano prepararsi e vivere il pellegrinaggio. Il fatto importante è che l’autorità della Chiesa ha attivato ilo suo discernimento, che potrà portare ad avere un esito in tempi brevi o in tempi lunghi.

Aspettiamo con tanta fiducia il giudizio della Chiesa che è prudente e fa le sue indagini, ed è un segno di grande serietà perché la Madre Chiesa vuole soltanto la Verità.

Nel frattempo le persone testimoniano con gioia ciò che hanno ricevuto a Medjugorje e continuano a portare i propri frutti nelle comunità di appartenenza e nel mondo intero.

Servizio di Rita Sberna

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