“Mi chiamo Laura, ho 43 anni, sono sposata e ho due figlie, di 14 e 9 anni. Mi sono recata la prima volta a Medjugorje nell’agosto 2011; sono partita alla vigilia di Ferragosto infilandomi su di un bus di Pellegrini in partenza da Milano.
Ho lasciato a casa marito e figlie trasportata da una “chiamata” che non avevo assolutamente messo in conto nella mia vita. E, dovendo essere sincera fino in fondo, non sapevo dove stavo andando e perché.
Ero completamente ignorante dell’ambiente sia geografico sia storico in cui mi stavo recando, per non parlare poi della mia completa estraneità riguardo alle apparizioni della Madonna.
Oggi, a distanza di 3 anni, ancora provo i brividi a pensare a quella calamita invisibile e fortissima che aveva stravolto i miei stessi familiari i quali mi hanno vista fare una valigetta, buttare dentro un paio di jeans e due magliette e partire.
Quando sono stata sul bus un signore mi ha aiutato a mettere lo zainetto nella cappelliera e mi ha chiesto: “Quando ti ha chiamata?”. Io l’ho guardato come si può guardare un ufo e gli ho domandato : “Ma chi?” e lui: “La Madonna”.
Non avrei mai, mai e poi mai pensato che la mia vita da quel preciso istante potesse cambiare in modo così totale e determinante per i giorni a venire. Ho affrontato quel primo viaggio pensando di me stessa “ecco mi sono sciroccata e sto viaggiando con gruppo di sciroccati”.
Ma quante e quali cose GRANDI erano in riserva per me. Sono arrivata a Medjugorje e non sapevo di essere malata, malata nel cuore e nell’anima. Negli anni passati la vita mi aveva messo di fronte a prove dolorose e non sapevo che tutto quel dolore era diventato pietra dentro di me.
Ma le prove difficili non mi sono state risparmiate nemmeno in quel mio primo viaggio: la ragazza, a me totalmente sconosciuta, con cui avevo accettato la condivisione della camera era una giovane dark-emo-autolesionista e portava sul corpo profonde cicatrici che si era procurata tagliandosi con le lamette.
La seconda sera l’ho trovata in camera riversa sul letto in stato comatoso, aveva “strippato” mischiando aulin ed alcool. Sono rimasta comunque sua compagna di stanza fino alla fine del viaggio perché ho pensato: “Me l’ha data la Madonna ed ora me la tengo”.
La guida spirituale che è stata assegnata al nostro gruppo era un sacerdote dell’Ordine dei Legionari di Cristo. Al termine della mia prima “vera” confessione, in cui ho riversato i macigni che albergavano in me, ha imposto le mani sul mio capo ed ha recitato una preghiera di liberazione.
Non sono in grado di spiegare con parole cosa sia successo in quell’istante… so solo che “è uscito passando dai piedi” ed io sono stata immediatamente una persona nuova. Ma se l’inversione di rotta della mia esistenza aveva avuto inizio, il “colpo di Grazia” è arrivato il giorno seguente sul Monte Krizevak. Ho lasciato là, alla 14ma stazione, il mio cuore di pietra e sono ridiscesa con un cuore nuovo, aperto e ricolmo di amore.
Quanto ho pianto in quei tre giorni lo sa solo Dio. Sono ritornata a casa completamente cambiata. Avevo 40 anni ma il mio cuore e la mia mente erano ridiventati puri come quelli della mia adolescenza. I ricordi si sono dipanati e ho rammentato quanto bella e intensa fosse stata la mia fede da ragazza, e da quel punto sono ripartita.
Il secondo viaggio a Medjugorje è stato nel 2012, perché maturava dentro di me sempre più l’esigenza di assistere ad un’apparizione della Gospa a Mirjana. Ero là il 2 novembre, lasciando di nuovo a casa la famiglia e pensando di fare l’unica cosa giusta ed utile per tutti.
Il mio cambiamento aveva iniziato a modificare molti degli aspetti della mia vita matrimoniale e familiare, quindi dovevo proseguire per quella strada che mi veniva indicata.
Il mio terzo viaggio è avvenuto nell’aprile del 2014, perché la Madonna ha chiamato la mia piccola bimba di soli 9 anni. Mentre mio marito non si rendeva conto del suo forte desiderio di andare a Medjugorje io ne ero pienamente cosciente che non avrei mai potuto trascurare quella chiamata.
Siamo partite, io, mia figlia ed una amica ed è stata una esperienza unica, irripetibile. Ogni giorno, da aprile, io e la mia bimba ci guardiamo negli occhi e, abbracciandoci, diciamo: “Che voglia di ritornare a Medjugorje!
Fonte : Informazioni da Medjugorje
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