In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. Luca 4,38-44.
Ho così bisogno che ti chini su di me.
Ho così bisogno che comandi al dolore di lasciarmi.
Ho così bisogno che entri nella mia camera e mi rialzi.
Ho così bisogno di passare un giorno con te, servirti.
I demoni sanno chi sei.
Ti conoscono.
Ma non conoscono le tue mani.
Il loro tocco, la loro carezza, non la conoscono.
Al suono della tua voce, scappano.
Del tuo corpo non sanno nulla.
Senza conoscere le tue mani, il tuo corpo, di te non si sa nulla, anche se si sa tutto.
Se ci sei tu, la vita vince.
La malattia svanisce.
I demoni scappano.
Se ci sei tu le case, le strade, i giorni, le notti, la pianura e il monte, tutto, tutto, si riempie di persone.
Perché tutti abbiamo qualcosa da svegliare, da guarire, da liberare, da amare.
E solo tu ci sei sempre.
Non puoi fermarti per me. Devi andare. Lo capisco. Ma è difficile.
Quanto è difficile per me da vivere, anche se lo capisco.
Ma ora mi godo questo tempo con te: io in piedi e tu seduto.
Io a servirti. Tu a guarirmi.
Di Don Mauro Leonardi