In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.» Luca 6,20-26.
Mi guardi negli occhi per parlarmi di povertà, fame, pianto, odio, disprezzo, solitudine.
Perché lo sai.
Che senza il tuo sguardo su di me.
Che senza di te vicino a me.
Io non reggo.
Io cedo.
Io dispero.
Sei tu la mia beatitudine.
Sei tu il mio presente.
Sei tu il mio futuro beato.
Sei il cielo sceso in terra.
Sei il cielo di fronte a me.
Sei il cielo che mi guarda.
Sei tu la ricompensa.
Sei tu.
Non voglio essere sazia di ricchezze a consolarmi.
Non voglio essere sazia di cibo.
Non voglio essere sazia di complimenti.
Voglio una vita normale.
Voglio la mia vita: gioia e dolori a riempirla e svuotarla.
Ma mai sazia.
Voglio sempre uno spazio che solo tu puoi colmare.
Voglio una beatitudine eterna ora e domani.
Sazia, si, ma di te.
Di Don Mauro Leonardi