La consolazione di chi sa di essere peccatore è che Gesù viene per lui e lo perdona sempre. Così il Papa nella Messa celebrata stamattina per gli operai del centro industriale vaticano. Ce ne parla Sergio Centofanti per Radio Vaticana:
Nel Vangelo del giorno Gesù chiama Matteo, il pubblicano, a seguirlo: era un ebreo che collaborava con l’occupante romano per tassare i connazionali e una parte delle imposte finiva nelle sue tasche. I pubblicani – spiega il Papa – erano odiati e considerati “traditori della patria”. “Gesù ha scelto un apostolo tra quella gente, il peggio”. Poi Matteo invita il Signore a pranzo, insieme a “tutta la cricca”, ed era gioioso. I farisei, che si credevano giusti, giudicavano tutti, criticando Gesù di stare in “questa compagnia”. Il Signore dice: “Io sono venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori”. Il Papa, quindi, ha aggiunto:
“Questo mi consola tanto perché penso che Gesù è venuto per me. Perché tutti siamo peccatori. Tutti. Tutti abbiamo questa laurea. Siamo laureati. Ognuno di noi sa dove è più forte il suo peccato, la sua debolezza. Prima di tutto dobbiamo riconoscere questo: nessuno di noi, tutti noi che siamo qui, può dire: ‘Io non sono peccatore’. I farisei dicevano questo. E Gesù li condanna. Erano superbi, vanitosi, si credevano superiori agli altri. Invece tutti siamo peccatori. E’ il nostro titolo ed è anche la possibilità di attrarre Gesù a noi. Gesù viene da noi, viene da me, viene a me perché sono un peccatore”.
Quanti si ritengono giusti – ha proseguito Francesco – non hanno bisogno di Gesù. Invece, quanti sono consapevoli di essere peccatori sanno anche che Gesù “perdona sempre, lui guarisce l’anima sempre, sempre”:
“Ma sono debole, avrò una ricaduta … sarà Gesù ad alzarti, a guarirti, sempre. Questa è la nostra consolazione, Gesù è venuto per me, per darmi la forza, per farmi felice, per fare la mia coscienza tranquilla. Non avere paura. Nei momenti brutti, quando uno sente il peso, di tante cose che abbiamo fatto, tante scivolate della vita, tante cose, e sente il peso… Gesù mi ama perché sono così”.
Il Papa ricorda la vicenda di un grande santo, Gerolamo:
“Aveva un caratteraccio, e cercava di essere mite, ma quel caratteraccio… perché era un dalmata e i dalmati sono forti. Era riuscito a dominare il suo modo di essere e così offriva al Signore tante cose, tanto lavoro, e pregava il Signore: ‘Cosa vuoi da me?’ – ‘Ancora non mi hai dato tutto’ – ‘Ma Signore, io ti ho dato questo, questo e questo…’. – ‘Manca una cosa’ – ‘Cosa manca?’ – ‘Dammi i tuoi peccati’. E’ bello sentire questo: ‘Dammi i tuoi peccati, le tue debolezze, io guarirò, tu vai avanti’”.
Oggi – ha concluso il Papa – “in questo primo venerdì, pensiamo al cuore di Gesù, che ci faccia capire questa cosa bella, col cuore misericordioso, che soltanto ci dice: ‘Dammi le tue debolezze, dammi i tuoi peccati, i perdono tutto’. Gesù perdona tutto, perdona sempre. Che sia questa la gioia, nostra”.
Fonte it.radiovaticana.va
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