Categorie: Italiae et Ecclesia

Messaggio del Patriarca Bartolomeo per la Quaresima

Il Patriarca Bartolomeo, per la Quaresima ha inviato come da tradizione, ai fedeli un messaggio catechetico per vivere in pienezza la sequela del Signore Gesù. La riflessione inizia con la citazione paolina: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” (2 Cor. 6, 2-3). La Quaresima è uno dei tempi forti che la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa celebra lungo l’anno liturgico, ciascuna secondo la propria ritualità e tradizione.. È il periodo che precede la celebrazione della Pasqua e che, secondo il rito romano, dura quaranta giorni. Tale periodo è caratterizzato dall’invito alla conversione a Dio. Sono pratiche tipiche della Quaresima il digiuno e altre forme di penitenza, la preghiera più intensa e la pratica della carità. È un cammino di preparazione per celebrare la Pasqua, che è il culmine delle festività cristiane. Il periodo quaresimale, ricorda i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. È anche il momento favorevole in cui i catecumeni vivono l’ultima preparazione alla ricezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Di seguito la riflessione del Patriarca Bartolomeo:

Amati Fratelli e Figli nel Signore, La nostra Chiesa Ortodossa ci raccomanda questo periodo per volgere il nostro interesse alla vera conversione, la “fornace del peccato” secondo San Giovanni Crisostomo. La conversione è il primo tema dell’insegnamento del nostro Signore Gesù Cristo e la quintessenza dell’insegnamento cristiano. E’ l’invito giornaliero della Chiesa a tutti noi. Nonostante ciò, molti di noi cristiani non abbiamo vissuto realmente la conversione. Talvolta la consideriamo come se non riguardasse ognuno di noi, perché non ci tocca nel proprio io, non ci fa rinvenire e non abbiamo coscienza di essere incorsi in qualche peccato. Ma come insegna l’esperto della vita spirituale, Abba Isacco il Siro, e decretano praticamente la maggior parte dei Padri della nostra Chiesa, “la conversione è indispensabile anche a coloro che sono perfetti”. E questo perché la conversione non è solo il pentimento per i nostri peccati ed il conseguente proposito di non ripeterli, ma anche il cambiamento delle nostre percezioni verso il meglio, cosicché sopraggiunga un miglioramento duraturo delle nostre percezioni su Dio e sul mondo, un aumento dell’amore e della umiltà, della purificazione e della pace.

In questo senso, la conversione è un cammino senza fine verso la perfezione di Dio, verso la quale dobbiamo tendere e muoverci continuamente. Poiché come  la perfezione di Dio è immensa, così il nostro cammino  per assomigliare ad essa è immenso e senza fine. Vi è sempre un piano di perfezione superiore di quello sul quale ci troviamo ogni volta e per questo dobbiamo sempre ambire al nostro progresso spirituale e al nostro cambiamento, come esorta l’Apostolo Paolo, colui che è salito fino al terzo cielo contemplando i misteri indicibili, scrivendo: “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2 Cor. 3,18). Quanto più si purifica il nostro mondo interiore, quanto più si ripulisce il nostro occhio spirituale, tanto più limpido vediamo il nostro io e ogni cosa, e questo cambiamento, questo miglioramento della visione delle cose del mondo  e della nostra propria situazione spirituale, raccomanda una conversione, uno stato del nostro spirito evidentemente più nuovo e divenuto migliore, di quello in cui ci trovavamo fino ad allora. In questo senso, la conversione è il presupposto basilare del progresso spirituale e della sua riuscita  per vivere a somiglianza di Dio.

La conversione naturalmente, per essere reale, deve essere accompagnata  da analoghi frutti, particolarmente dal perdono del nostro prossimo e dalle buone azioni verso di esso. Il motto del nostro cuore, oltre all’amore per il prossimo, nell’accoglierlo e per quanto possibile, nel far fronte alle sue necessità, rappresenta un elemento base della conversione sincera. La via d’altra parte, della conversione è un  biasimo dei peccati ed una  loro confessione, il non serbare rancore, preghiera fervida e puntuale, carità, umiltà, amore verso tutti, vittoria del bene sul male, il fuggire la vanagloria e il vano innalzarsi e che allo stesso tempo porta alla morte. La “differenza del fariseo e del pubblicano…” rivela la lotta della conversione dentro  l’animo umano, e ci chiama tutti a “odiare da un lato la voce superba di uno e dall’altro ad invidiare la preghiera assai compunta dell’altro”, pregando assiduamente con lacrime: “O Dio purifica noi peccatori ed abbi misericordia di noi”. Il periodo della Santa e Grande Quaresima che sta per iniziare è offerto, nel mezzo nella vasta crisi economica su piano  mondiale, per manifestare il nostro aiuto materiale e spirituale verso il prossimo.  Così operando in modo filantropico e manifestando in pratica il nostro cambiamento,  da quel modo farisaico individuale  di affrontare la vita,  per affrontarla invece in modo collegiale e veramente altruistico, avremo realizzato una conversione grande e assai proficua ed un cambiamento del modo della percezione individualistica e avremo vissuto la conversione come da uno stato di vita sommaria e sbagliata attraverso il passaggio dal peccato dell’egocentrismo e della vanagloria,   nella virtù dell’altruismo, “ammirando come si deve  la umiltà misericordiosa e il pensiero del pubblicano.”

Dal Trono Patriarcale di San Giovanni Crisostomo, l’annunciatore e maestro pratico della conversione, entrando in questo periodo salvifico della purificazione del cuore e dello spirito, per accogliere la Passione, la Croce, il Sepolcro e la Resurrezione di nostro Signore, non solo a simboli e parole, ma in pratica e con la vita, veniamo esortati attraverso di lui in modo diacronico e anche noi, l’ultimo tra i suoi successori, invochiamo e supplichiamo: “Della conversione è, l’essere divenuti nuovi dopo essere invecchiati sotto i peccati, il desistere dalle cose vecchie e lavorare per le nuove…qui infatti la Grazia era il tutto.” Ecco dunque, fratelli e figli, si apre davanti a noi un tempo gradito “per essere contriti” ed uno stadio di ravvedimento e di ascesi, affinché “ prima che si chiuda il sipario,  prendiamo cura della nostra salvezza”,  in conversione vera, personale e dal cuore, per quanto “abbiamo peccato, abbiamo agito male, abbiamo fatto torto… né abbiamo conservato, né abbiamo fatto … come ci aveva comandato” il Signore, affinché Colui che è presente in ogni luogo ed ogni cosa ricolma ci risparmi”, Cristo Dio, secondo la Sua grande e indescrivibile Misericordia, del quale la Grazia salvifica sia con tutti. Santa e Grande Quaresima 2014. Il Patriarca di Costantinopoli, + Bartolomeo I Fervente intercessore presso Dio per voi tutti. a cura della Redazione Papaboys

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