“L’amore coniugale, unico ed indissolubile, che persiste nonostante le tante difficoltà del limite umano, è uno dei miracoli più belli” ed anche “il più comune”. Brilla di speranza il Messaggio conclusivo del Sinodo straordinario sulla famiglia, letto in Aula dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente della Commissione per il Messaggio.
Ringraziando innanzitutto per la “fedeltà, fede, speranza ed amore” che le famiglie offrono al mondo, nella prima parte il documento si sofferma sulla “realtà viva e complessa” in cui vivono i nuclei familiari, su “le luci e le ombre”, le “sfide esaltanti” e le “prove drammatiche”, là dove “il male ed il peccato” si insinuano tra le mura domestiche.
Le sfide, dunque: al primo posto, il Messaggio ricorda la fedeltà coniugale, messa a dura prova da individualismo, indebolimento della fede e frenesia quotidiana che possono provocare crisi matrimoniali affrontate senza pazienza, senza perdono, senza riconciliazione reciproca, senza sacrificio. Dai fallimenti matrimoniali – continua il documento – nascono “nuove relazioni, nuove coppie, nuovi unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni familiari complesse e problematiche per la scelta cristiana”.
Ulteriori sfide: figli disabili, malattie, vecchiaia, morte di una persona cara, difficoltà economiche causate da sistemi perversi, da quel “feticismo del denaro” che umilia la dignità della persona. Il pensiero del Sinodo va quindi ai genitori disoccupati, “impotenti di fronte alle necessità primarie delle famiglia”, ed ai giovani che – in giorni vuoti e senza attesa – possono diventare preda di droga e criminalità. Le “ombre” calano anche sulle famiglie povere, profughe, perseguitate a causa delle fede, colpite da guerre e oppressioni brutali, sulle donne vittime delle violenza e della tratta, sui minori “vittime di abusi persino da pare di coloro che dovevano custodirli”.
Per questo, il Messaggio lancia un forte appello “ai governi ed alle organizzazioni internazionali” affinché promuovano “i diritti della famiglia per il bene comune”. “La Chiesa, casa sempre aperta nell’accoglienza”, si legge ancora nel testo, non esclude nessuno. Gratitudine, quindi, viene espressa per tutti quei pastori, fedeli e comunità che operano nella pastorale familiare.
Ma il documento sinodale non dimentica la “luce” che splende in tante famiglie, quella luce che deriva dall’incontro “pari e reciproco” tra i coniugi, in cui ciascuno si apre all’altro, pur rimanendo se stesso. Centrale, quindi, porre l’accento sul fidanzamento e la preparazione al sacramento del matrimonio, che conosce anche “la sessualità, la tenerezza e la bellezza” che superano il tempo. Perché l’amore “per sua natura”, “tende ad essere per sempre”.
L’amore coniugale si diffonde attraverso la “fecondità e la generatività”, dice il Sinodo, intese non solo come procreazione, ma anche come dono della vita divina nel battesimo, nell’educazione e nella catechesi dei figli, e nella capacità di offrire affetto e valori anche per chi non ha potuto generare.
Il Messaggio sottolinea, inoltre, l’importanza della preghiera comune in famiglia, “piccola oasi dello spirito”, e dell’educazione alla fede ed alla santità, compito che spesso viene esercitato “con affetto e dedizione” anche dai nonni. In quest’ottica, la famiglia, vera “Chiesa domestica”, può esprimere la carità, la vicinanza a “gli ultimi, gli emarginati, i poveri, le persone sole, i malati, gli stranieri”.
Guardando, poi, all’Eucaristia domenicale, quando “la famiglia si siede alla mensa del Signore”, il documento ricorda che “in questa prima tappa del cammino sinodale” si è “riflettuto sull’accompagnamento pastorale e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati”.
Infine, il Messaggio dei Padri Sinodali guarda alla Sacra Famiglia di Nazaret ed innalza una preghiera a Dio Padre anche in vista dell’Assemblea ordinaria del 2015, sempre dedicata al tema della famiglia. L’invocazione è che il Signore doni “sposi forti e saggi”, giovani coraggiosi “nell’impegno stabile e fedele” , e “una Chiesa sempre più fedele e credibile”, per un mondo capace di amare “verità, giustizia e misericordia”.
Nel pomeriggio, i lavori nell’Aula del Sinodo proseguiranno con l’ultima Congregazione generale, la quindicesima: in programma, la votazione della “Relatio Synodi”, documento conclusivo di norma riservato solo al Papa. Sarà poi il Pontefice a stabilire se renderlo pubblico o meno.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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