In Messico due sacerdoti cattolici sono stati sequestrati e uccisi a Poza Rica, nello Stato orientale messicano di Veracruz. Un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella chiesa di Nuestra Señora de Fatima. Trovata viva invece una terza persona, sequestrata con i due prelati. Le vittime sono Alejo Naborì e José Alfredo Jimenez. Dolore e indignazione sono stati espressi dalla Chiesa messicana.
Sulla situazione, Paolo Ondarza ha intervistato Andres Beltramo, corrispondente in Italia per l’agenzia di stampa messicana Notimex:
R. – Lo Stato di Veracruz è uno Stato che si affaccia sul Golfo del Messico. Nel passato è stato al centro di passaggio della droga, per cui si sono create diverse bande, diversi corridoi della criminalità. Se poi ci si somma anche il fatto che in questi mesi c’è una grave crisi politica con il governatore di Veracruz accusato di corruzione, questa situazione fa sì che molte volte ci sia spazio per queste bande che da tempo pullulano e controllano alcuni settori di Veracruz, e che ovviamente vedono nella Chiesa e nei preti magari personaggi scomodi. Ancora non conosciamo esattamente la dinamica né i moventi; quello che possiamo intuire da quello che è emerso all’inizio, è che non è stata una rapina o un fatto solamente di sicurezza, perché sono stati sequestrati, poi ricompaiono torturati, con le mani e i piedi legati e finiti con colpi di grosso calibro …
D. – Quindi potrebbe essere un gesto intimidatorio?
R. – Ahimé, questo non è il primo caso: sempre, ogni anno, ci sono due, tre, quattro preti, ogni anno, che perdono la vita. Quindi, non credo che sia un caso di un avvertimento di adesso … E più li vedo, tutti questi casi come conseguenza più che come avvertimento, conseguenza del lavoro che queste persone stanno facendo …
D. – Quindi, personaggi scomodi – potremmo dire – Alejo Naborì e José Alfredo Jimenez, i due sacerdoti che appunto sono stati sequestrati e uccisi. Di loro sai qualcosa? Sai di cosa si occupassero?
R. – Facevano un lavoro anche molto sociale, ma questo ovviamente dice molto bene di loro, mentre in realtà è una cosa molto comune nei preti di queste zone, che sono zone tra città e campagna, una campagna spesso insicura … E poi, come chiesa, la gente va e chiede aiuto, va a dire tante cose … Quindi è molto comune che ci siano questi preti, che siano molto vicini alla gente per il loro lavoro ma anche per le necessità naturali …
D. – Certo, la Chiesa è un punto di riferimento per la gente, per la povera gente …
R. – Certo, perché molte volte queste persone hanno paura, no? Ci sono queste dinamiche che vanno al di là della loro portata e quindi questo fa sì – come dicevo prima – che i preti siano dei raccoglitori di informazioni molto pericolose, a volte. Alcuni possono fare omelie o sermoni che poi arrivano alle orecchie di altri e lì incominciano le minacce. Anche se per quanto riguarda loro, non si sapeva – almeno a livello dei media – che ci fossero state delle minacce. E comunque è una cosa – ahimé! – abbastanza comune, in queste regioni …
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)
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