Due anni dopo, il re mandò alle città di Giuda un sovrintendente ai tributi. Egli venne a Gerusalemme con un grande esercito e rivolse loro con perfidia parole di pace ed essi gli prestarono fede. Ma all’improvviso piombò sulla città, le inflisse colpi crudeli e mise a morte molta gente in Israele. Mise a sacco la città, la diede alle fiamme e distrusse le sue abitazioni e le mura di cinta. Trassero in schiavitù le donne e i bambini e s’impossessarono del bestiame. Poi costruirono attorno alla Città di Davide un muro grande e massiccio, con torri solidissime, e divenne per loro una cittadella. Vi stabilirono una razza perversa, uomini scellerati, che vi si fortificarono, vi collocarono armi e vettovaglie e, radunato il bottino di Gerusalemme, ve lo depositarono e divennero un grande tranello. Fu un’insidia per il santuario e un avversario maligno per Israele in ogni momento. Il re spedì ancora decreti per mezzo di messaggeri a Gerusalemme e alle città di Giuda, ordinando di seguire usanze straniere al loro paese, di far cessare nel tempio olocausti, sacrifici e libagioni, di profanare sabati e feste e di contaminare il santuario e quanto è sacro, di costruire altari, recinti sacri ed edicole e sacrificare carni suine e animali immondi, di lasciare che i propri figli, non circoncisi, si contaminassero con ogni impurità e profanazione, così da dimenticare la legge e mutare ogni istituzione, pena la morte a chiunque non avesse agito secondo gli ordini del re.
Nell’anno cento quarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell’alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte. Trattavano con prepotenza quegli Israeliti che ogni mese venivano scoperti nella città, e specialmente al venticinque del mese, quando sacrificavano sull’ara che era sopra l’altare dei sacrifici. Mettevano a morte, secondo gli ordini, le donne che avevano fatto circoncidere i loro figli, con i bambini appesi al collo e con i familiari e quelli che li avevano circoncisi. Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi impuri e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono. Grandissima fu l’ira sopra Israele (Cfr. 1Mac 1,1-64).
La persecuzione è come il sangue nel corpo dell’uomo. È esso è il portatore della vera vita. Come la vita del corpo muore, non appena il sangue smette di circolare, così la vita della vera fede muore non appena cessano le persecuzioni. Sono esse l’ossigeno della vera fede. Un giorno senza persecuzioni e la nostra fede è già morta e sepolta.
Gesù rivela ai suoi discepoli che la persecuzione mai finirà. Essa accompagnerà per sempre la loro vita di fede. Persecutore è chiunque. Tutti possono esserlo. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a vivere di vera fede.
(Movimento Apostolico)
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