La 26enne Natasha Kirkland decide di postare sul suo profilo Facebook una foto col pancione. E’ incinta e a breve partorirà. Abita a Cherokee, una città del North Carolina, negli Usa, e come tante altre ragazze sceglie di rendere pubblico lo stato della sua gravidanza.
Fin qui la sua storia sembra come quella di migliaia di altre ragazze che postano foto simili. Ma nell’immagine di Natasha c’è qualcosa che non quadra. Quel momento speciale da condividere con la community dei suoi amici di Facebook è macchiato dalla presenza di un dettaglio che compare in un angolo della foto.
LACCIO E SIRINGHE
Sulla sinistra dell’immagine ci sono su uno sgabello delle siringhe, polvere e un cucchiaio. Natasha è infatti tossicodipendente. Peraltro la donna ha un laccio legato al braccio perché presumibilmente si era appena iniettata, o stava per iniettarsi, una dose di stupefacenti.
I PRIMI COMMENTI
In un primo momento, come si legge su awn.com (1 agosto) i suoi amici hanno elogiato la foto, definendola “sexy”. Hanno scritto commenti di compiacimento come “love it”, ma ingrandendo l’immagine si è capito il retroscena. La ragazza è stata subito segnalata alla polizia, che ha indagato sul suo passato.
L’ARRESTO
Natasha è in realtà una pregiudicata con alle spalle numerosi precedenti penali, tra cui frode, clonazione di carte di credito, oltre ai suoi problemi noti con la droga. La polizia l’ha arrestata tre giorni dopo la pubblicazione del post su Facebook, oscurandone il profilo.
“MI SENTO BENEDETTA”
La foto è diventata virale sui social network ma come simbolo negativo del degrado attraversato da questa donna, che ha messo in mostra la sua dipendenza, peraltro molto rischiosa per la gravidanza del suo bambino. Il suo profilo, quindi, è stato inondato di commenti negativi. A dimostrazione che i canali Social a volte possono dimostrarsi luoghi capaci di autonormarsi.
In un precedente post sul profilo, in cui la donna aveva pubblicato un’altra foto della gravidanza, aveva scritto: “Mi sento una persona benedetta per avere dentro di me un tale benedizione che sta crescendo”.
MORALITA’ SOCIAL
Una condotta, quella di Natasha,che di morale e “sexy” ha ben poco e che punta ancora una volta l’indice sulle buone pratiche da seguire sui social.
Quando si pubblica una foto su Facebook è bene tenere conto di alcune regole. Se si tratta di un selfie o di uno scatto che riguarda se stessi l’attenzione va posta sul contenuto intero dell’immagine, su ogni dettaglio che vi riguarda. In generale, ecco una piccola guida utile per ricordare il comportamento da tenere quando si pubblica una foto su Facebook (AdnKronos, novembre 2016).
PUBBLICAZIONE FOTO: LA NORMATIVA
L’ articolo 167 del codice privacy – spiega il portale di informazione legale – prevede il reato di illecita diffusione dei dati personali. Quando si verifica? La norma, in particolare, individua due diverse ipotesi:
1) Una prima condotta, punita con la reclusione da sei a diciotto mesi, si realizza in caso di trattamento illecito dei dati personali dal quale derivi un danno al titolare. Si configura un trattamento illecito ogni volta in cui manca il consenso espresso da parte del titolare dei dati personali;
2) Una diversa condotta, conseguente rispetto alla prima, punita con la reclusione da sei a ventiquattro mesi, è realizzata attraverso la comunicazione o diffusione dei dati che sono stati trattati illecitamente. Ciò che rileva è aver portato soggetti non determinati a conoscenza dei dati personali, in qualunque forma, anche attraverso la loro messa a disposizione o consultazione. Non rileva in alcun modo invece l’eventuale danno subito.
PUBBLICAZIONE FOTO: LE REGOLE DA SEGUIRE
Quali sono quindi le regole per non finire nei guai dopo aver pubblicato una foto sui social? E’ importante sapere che viene punito colui che non rispetta le disposizioni dettate in materia di trattamento dei dati personali al fine di trarre per sé o per altri un profitto o di recare un danno ad altri. Dunque un tale comportamento, per essere penalmente rilevante, deve essere caratterizzato da dolo specifico che consiste nell’aver posto in essere il comportamento con lo scopo specifico di trarre profitto o arrecare un danno ad altri.
Non è quindi prevista – si legge ancora sul portale di informazione giuridica – la reclusione per ogni violazione del trattamento dei dati personali. Ad esempio, non è sufficiente il semplice disappunto del soggetto che vede una sua foto o alcuni suoi dati personali diffusi senza aver dato il proprio consenso. Inoltre, il danno rilevante ai fini della configurabilità del reato non è soltanto quello derivato al titolare dei dati trattati, ma anche quello subito da soggetti terzi come conseguenza dell’illecito trattamento.
PUBBLICAZIONE FOTO: SE IL SOGGETTO SONO I BAMBINI
Problematica strettamente collegata a quella appena vista, seppur diversa per quanto riguarda fondamenti e disciplina, è quella riguardante la pubblicazione di foto sui social che ritraggono bambini.
Ogni genitore ha il diritto di pubblicare una foto del proprio figlio sui social network, tuttavia è importante essere consapevoli che questo può esporre a rischi, decisamente più pericolosi, rispetto alla semplice mancanza del consenso che può verificarsi quando si tratta di foto che ritraggono persone maggiorenni.
La scelta delle amicizie virtuali, inoltre, non limita il numero delle persone che possono vedere la foto pubblicata e, una volta che il file è stato caricato sul social, è possibile salvarlo e utilizzarlo.
Fonte it.aleteia.org/Gelsomino del Guercio
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