Categorie: Italiae et Ecclesia

Migranti alla deriva arrivati in Calabria

È attraccato nella notte nel porto di Corigliano Calabro il mercantile Ezadeen che trasporta i 360 immigrati di nazionalità siriana, tra cui una cinquantina tra donne e minori, soccorsi ieri dalla Guardia costiera nel Mare Jonio al largo della costa della Calabria dopo che gli scafisti avevano abbandonato l’imbarcazione. Dopo l’attracco sono cominciate le operazioni di sbarco degli immigrati coordinate dalla Prefettura di Cosenza con la collaborazione delle organizzazioni di volontariato per garantire assistenza ai migranti. Una volta completato lo sbarco, gli immigrati sono stati portati in alcuni centri di accoglienza dove si procederà alla loro identificazione. Al momento non ci sono immigrati che presentano problemi di carattere sanitario. Complessivamente sono giunte 360 persone, tra le quali 232 uomini, 54 donne e 74 minori, 8 dei quali da affidare perché non accompagnati da adulti. Questi ultimi 8 sono stati temporaneamente affidati alle cure di una casa famiglia di Corigliano in attesa di decidere dove trasferirli.

Li hanno abbandonati al loro destino, dopo avere impostato la rotta automatica verso le coste della Calabria e aver lasciato la nave. Qualche giorno fa un caso analogo: un cargo battente bandiera moldava privo di equipaggio e carico di migranti è stato abbandonato e poi condotto nel porto pugliese di Gallipoli. Il mercantile Ezadeen – lungo una sessantina di metri, con bandiera della Sierra Leone, ora diretto verso il porto di Corigliano Calabro – è stato lanciato verso le coste calabresi nel pomeriggio del 1 gennaio col suo carico di circa 450 migranti di nazionalità siriana, tra i quali donne e bambini. Giunti in quelle che vengono definite acque “Sar” (ricerca e soccorso) italiane, a circa 80 miglia da Crotone, i migranti hanno lanciato l’allarme. In zona sono arrivate le motovedette della Guardia costiera e la nave islandese Tyr della missione Frontex. Impossibile, però, per gli uomini della Guardia costiera salire a bordo, anche dopo che il cargo si è fermato per avere esaurito il carburante. Con onde alte sette metri il rischio di un abbordaggio era troppo elevato. E così, come già successo nel caso di Gallipoli, i marinai si sono dovuti calare a bordo col verricello di un elicottero dell’Aeronautica militare. Una volta ai comandi, i militari si sono anche resi conto che questi erano fuori uso; si è reso quindi necessario l’intervento della nave islandese, che ha trainato la Ezadeen verso il porto di Corigliano Calabro.

Gli ultimi due episodi confermano la nuova strategia messa in atto dai trafficanti di essere umani: per evitare ogni pur minimo rischio di essere arrestati, lasciano le navi ingovernate, col rischio di farle finire sugli scogli. Una metodica già nota alla Guardia costiera calabrese, che si è trovata ad affrontare casi analoghi nel recente passato. Per questo tipo di “sbarchi” l’organizzazione – spiegano alla Guardia costiera – usa navi dismesse da 2-3 anni, di cui non vi è più traccia nei registri navali ma che ricompaiono misteriosamente in queste circostanze. Navi, tra l’altro, di dimensioni tali – dai 60 ai 100 metri – da consentire la navigazione anche d’inverno, col mare grosso, mentre in passato venivano usate solo vecchie carrette di pochi metri e gli sbarchi erano concentrati nella stagione estiva.

Dopo la partenza da porti della Grecia o della Turchia, a distanza di sicurezza dalle coste italiane, gli scafisti inseriscono il pilota automatico – o comunque danno i rudimenti di navigazione a qualcuno dei migranti a bordo – e abbandonano la nave. A modificare l’approccio degli scafisti avrebbe contribuito anche il fatto che i profughi provenienti dalla Siria sono disposti a pagare prezzi più alti per il viaggio – in alcuni casi sino a ottomila dollari a testa – ma pretendono, come contropartita, l’uso di mezzi sicuri. Il cambio di strategia, però, oltre ad essere rischioso per i migranti e per gli stessi soccorritori – costretti a salire a bordo di navi in movimento in condizioni meteo marine spesso al limite – provoca anche un altro problema: l’occupazione delle banchine dei porti di attracco che limitano, a volte per periodi molto lunghi, le normali attività commerciali degli scali, con danni per gli operatori e l’economia della zona.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

Ultimi articoli

Oggi, 20 novembre, festa di Sant’Edmondo: il patrono dei regali. Chiedigli una grazia che hai particolarmente a cuore

Sant’Edmondo: vita e preghiera per una grazia Sant'Edmondo è stato un sovrano e martire inglese; è considerato da molti il…

20 Novembre 2024

Inizia oggi, lunedì 18 novembre 2024, la potente novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa

Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa Il testo della preghiera alla Madonna della Medaglia Miracolosa si può recitare per nove…

18 Novembre 2024

Festa di oggi, 18 Novembre: è la Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo (Preghiera)

Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo Storia e preghiera della festa di oggi 18 Novembre: Dedicazione delle basiliche dei…

18 Novembre 2024

Triduo. Prega la Madonna della Salute (per i prossimi 3 giorni). Affidiamoci a lei da oggi, 18 novembre 2024

Questo sabato 18 novembre inizia il Triduo alla Madonna della Salute. Rivolgiamoci a Lei per la guarigione del corpo e…

18 Novembre 2024

Ogni Giorno Una lode a Maria, 18 novembre 2024. Maria, Porta del cielo, prega per noi

Ogni Giorno Una lode a Maria, 18 novembre 2024. Maria, Porta del cielo, prega per noi Dal profondo t'invoco, o…

18 Novembre 2024

Non dimentichiamo i poveri: l’appello di Papa Francesco alla compassione cristiana

In occasione della VIII Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha lanciato un accorato…

17 Novembre 2024