Categorie: Italiae et Ecclesia

Migranti, ecco le quote Ue: “L’Italia ne ospiterà duemila”

Le navi di Triton potranno stazionare su una rotta a 50 miglia dalle coste italiane nelle acque del Mediterraneo per controllare il traffico e salvare altre vite umane. L’agenzia per la vigilanza delle frontiere Ue, Frontex, ha imbastito un’intesa col governo italiano per dare un più ampio spettro di azione alla missione, oltre le attuali 30 miglia. L’orientamento replica il profilo di Mare Nostrum, l’operazione chiusa in autunno perché accusata di «attirare i migranti». Si ritiene anche di ampliare il mandato al «search & rescue» (ricerca e salvataggio) considerata una svolta importante. I leader Ue sono favorevoli; i tecnici di Frontex, a cui tocca la delibera, ritengono che si possa e si debba fare.

Più mezzi e soldi 
L’Europa ha cambiato idea. Jean-Claude Juncker ha contestato chi ha lasciato Roma «da sola nel Mediterraneo» e, con la sua Commissione, prova a cambiare scena. Più mezzi per sorveglianza e salvataggi. Più soldi, in tutto 190 milioni di nuovi fondi e un sistema di distribuzione su base obbligatoria, 20 mila sbarcati sarebbero smistati tra i Ventotto in base a Pil, popolazione, occupazione. A noi ne toccherebbero 2000; ai tedeschi più o meno 2500. Da aggiungere altri 20 mila rifugiati. In totale: 40 mila. Non un dato immenso visto che nel 2014 gli illegali giunti in Italia sono stati 170mila.

La bozza di Agenda per l’Immigrazione che l’esecutivo comunitario conta di approvare domani ha superato senza danni la riunione dei capi di gabinetto. È un segnale forte, in parte per i numeri (relativi), ma soprattutto perché introduce il principio della distribuzione obbligatoria e proporzionata dei migranti. Con una maggiore solidarietà «forzata», l’Ue potrebbe ora cominciare a dire di avere un approccio integrato, se non proprio una vera politica unica per l’Immigrazione.

Gentiloni: principio giusto 
La Commissione sa che non sarà uno scherzo, in particolare quando la palla finirà nel campo del Consiglio, cioè dei governi nazionali. L’Italia ovviamente spinge. Ieri in un’intervista alla «Cnn», il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto che «una condivisione dell’accoglienza sulla base di un sistema di quote sarebbe un principio giusto».

L’ira del Regno Unito 
Parigi è d’accordo: il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve ha affermato che «la proposta è in parte ispirata a idee della Francia». Favorevoli alle quote anche Germania, Austria e Paesi Bassi. Per approvare la ripartizione occorre una maggioranza qualificata: almeno 15 Paesi in rappresentanza del 65% della popolazione. «In questo momento c’è», assicura una fonte Ue. L’opposizione è a Est, in Polonia e Ungheria, fra romeni, cechi e slovacchi. Decisa la reazione dei britannici che si chiamano chiaramente fuori dalla manovra. «Ci opporremo a ogni distribuzione non volontaria dei migranti», ha assicurato un portavoce del ministero degli Interni britannico – e non parteciperemo ad alcuna legislazione che imponga un sistema obbligatorio di rilocazione o redistribuzione».

Piano in sette punti 
La proposta di Bruxelles è basata su sette azioni chiave. Si parte con Triton, la cui riforma è attesa per fine mese: fondi triplicati e maggiore campo di azione. Due: sostegno a un’operazione antiscafisti Ue-Onu nel Mediterraneo e sulle coste libiche. Tre: attivazione in giugno del sistema di emergenza con la ripartizione obbligatoria dei migranti. Quattro: approvazione entro l’anno di un sistema permanente per ripartire chi arriva e ha diritto di restare. Cinque: sistema di ricollocamento (rifugiati) per un approccio permanente oltre il 2016. Sei: 30 milioni per i programmi nei Paesi terzi. Sette: creazione di un centro pilota in Niger entro il 2015, una novità assoluta.

Inedita anche l’idea di creare un «approccio hotspot» che permetta a Frontex, all’Ufficio Ue per l’asilo e a Europol di lavorare sul terreno fianco a fianco con gli Stati per il segnalamento degli stranieri, partecipando anche alla creazione di strutture di smistamento gestite dall’Europa dove gli stranieri saranno ospitati fino all’avvenuta identificazione. È uno schema di raccordo che suscita dubbi in alcune fonti del Viminale, secondo cui si tratta di «un oggettivo commissariamento».

Il piano operativo dell’intero pacchetto sarà presentato dalla Commissione entro maggio. I ministri europei ne parleranno a metà giugno, prima del vertice Ue dei giorni 25 e 26 che dovrebbe chiudere la contesa. Ci saranno anche fondi aggiuntivi: 50 milioni per reinsediare i rifugiati, 30 per i programmi nei Paesi terzi, un centinaio per Triton e una decina di fondi vari. Fanno 190 milioni. Oltre il doppio di quanto c’era finora in cassa alla voce «Immigrazione».

A cura di Redazione PapaBoys fonte: La Stampa

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