R. – L’Ufficio ha le sue radici proprio nell’esperienza sinodale in corso. Il cardinale Scola ha maturato questa decisione, che è sua, che è personale, e che ha presentato alla diocesi proprio durante il Sinodo, quando si è accorto che da molti padri e alla fine dalla quasi totalità – perché le mozioni sono state votate con un numero molto alto – si parlava di rimettere al centro la famiglia come soggetto dell’esperienza di fede e si chiedeva una particolare attenzione alle famiglie ferite. Allo stesso tempo, il cardinale diceva che riceveva dalla base, dai fedeli, più di una volta, questo riscontro: la fatica per chi stava vivendo come famiglia un momento di difficoltà a rivolgersi direttamente a un tribunale e chiedeva invece al vescovo di esercitare il suo ruolo di pastore e il suo ruolo paterno. Ecco allora l’idea dell’Ufficio: un ufficio pastorale che deriva direttamente dalla paternità del vescovo, che si vuole affiancare a queste persone per aiutarle a leggere quella situazione, a capire come il futuro sia sempre davanti a loro, perché Dio continua ad amarli e allo stesso tempo aiutarli a leggere con gli strumenti che la Chiesa dà la loro situazione per costruire passi possibili.
D. – A chi aprirà le porte questo Ufficio?
R. – Ovviamente, l’Ufficio non nasce sul nulla e non nasce dal nulla: il cardinale ringrazia e riconosce tutto il lavoro che fa la pastorale familiare di base, che fanno i consultori. Per cui, l’Ufficio si limita e si concentra sulle persone che stanno vivendo un momento di forte crisi coniugale, che hanno già deciso la separazione o si stanno orientando per la separazione. L’idea è proprio che l’Ufficio metta a fuoco quel momento e inizi con loro un dialogo su tutti i fronti, che permetta loro di ricostruire anche la loro esperienza di vita. Ecco perché l’Ufficio è stato assegnato al mio vicariato, perché io sono incaricato anche della pastorale familiare. L’idea è di armonizzare questo Ufficio con tutti gli strumenti che già abbiamo proprio per aiutare le persone che ci incontrano a capire e a gustare la tenerezza di Dio, che si fa vicina anche in questi momenti di sofferenza.
D. – Qualche giornale, mons. Bressan, ha titolato polemicamente “l’arcidiocesi di Milano aiuta le coppie a separarsi”. Come replica?
R. – No. Anzi, noi vorremmo fare il contrario. La diocesi di Milano aiuta tutti i fedeli a leggere e a discernere nel quotidiano, con le sue gioie e le fatiche, che cosa vuol dire continuare a seguire il Signore. Ecco perché l’Ufficio partirà ufficialmente l’8 settembre, anche se abbiamo già iniziato la sua costruzione proprio perché nel momento in cui si aprirà possiamo davvero essere operativi e aiutare le persone, che è quello che ci interessa.
D. – Uno dei primi obiettivi di questo Ufficio sarà, quando è possibile, una riconciliazione tra le coppie in crisi…
R. – Certo, con molto realismo. Però, l’idea è di aiutarli a vedere che il matrimonio è sicuramente un dono di grazia e che come tale è giusto salvaguardare, anzi nutrirlo. Allo stesso tempo, però, rimanendo realisti, perché la separazione addirittura è un istituto previsto dal Codice di Diritto Canonico: aiutarli quindi a leggere cosa voglia dire in quel momento nella loro vita continuare a essere fedeli al Signore, servirlo e soprattutto anche continuare a nutrire la Chiesa, come hanno iniziato a fare con il loro matrimonio e, allo stesso tempo, essere nutriti e sostenuti dalla Chiesa, fare l’esperienza della Chiesa madre.
D. – Nella linea del Magistero di Papa Francesco e delle indicazioni che sono finora uscite dal Sinodo, questo Ufficio – dove ve ne siano le condizioni – cercherà di agevolare anche l’accesso ai percorsi canonici per lo scioglimento del matrimonio…
R. – Per la nullità o lo scioglimento del matrimonio, esatto. Anche questo è un obiettivo per togliere qualsiasi aspetto di eccessiva giuridicità a quel percorso. L’idea, effettivamente, è che l’Ufficio vuole far vedere quelle due vie come possibili strumenti e non come un ulteriore aggravio in una situazione già difficile, ma semmai come un percorso che aiuta a ricostruire, anche spiritualmente, la vita dei fedeli.
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Ecco il testo della lettera che il cardinale arcivescovo Angelo Scola ha spedito ai fedeli della diocesi ambrosiana sul nuovo Ufficio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati.
Milano, 6 maggio 2015
Ai fedeli della Diocesi di Milano
Carissime e carissimi,
parlare della famiglia come soggetto di evangelizzazione significa individuare nella famiglia in quanto famiglia, cioè a partire dalle relazioni che la costituiscono e che accompagnano il cammino dei suoi membri (sposa, sposo, genitori, figli, nonni, parenti, amici e conoscenti), una realtà ecclesiale e sociale chiamata a vivere con fede esplicita gli elementi che caratterizzano la vita quotidiana di ogni uomo e di ogni donna (affetti, lavoro, riposo, male fisico, dolore, sofferenza e morte, male morale, educazione, giustizia, edificazione di una vita buona).
In questo contesto la Chiesa ambrosiana è impegnata ad approfondire il significato e le conseguenze pratiche dell’affermazione centrale della Relatio Synodi circa la famiglia come soggetto di evangelizzazione.
Il Santo Padre, nell’intervento finale della III Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, ha rivolto a tutti i fedeli questa raccomandazione: «Ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie» (18 ottobre 2014).
La comunità cristiana è impegnata, in modo del tutto particolare, ad accompagnare le famiglie ferite. I mass media stanno dando molta eco alle problematiche delle famiglie ferite e ad altre questioni scottanti affrontate dall’assemblea sinodale. Spesso, tuttavia, non riescono a cogliere la vera natura del lavoro dei padri sinodali e della partecipazione del popolo di Dio alla preparazione di tale lavoro.
A questo cammino della Chiesa universale, la Chiesa ambrosiana intende partecipare, con spirito di comunione e di particolare riguardo nei confronti degli sposi che soffrono a causa della loro condizione di separati o di divorziati. Come afferma la Relatio Synodi al n. 49: «Circa le cause matrimoniali lo snellimento della procedura, richiesto da molti, oltre alla preparazione di sufficienti operatori, chierici e laici con dedizione prioritaria, esige di sottolineare la responsabilità del vescovo diocesano, il quale nella sua diocesi potrebbe incaricare dei consulenti debitamente preparati che possano gratuitamente consigliare le parti sulla validità del loro matrimonio. Tale funzione può essere svolta da un ufficio o persone qualificate (cfr. Dignitas Connubii, art. 113, 1)».
In secondo luogo, il 47° Sinodo Diocesano (cfr. cost. 423 § 3-4) aveva previsto che in ogni zona pastorale si predisponesse un qualificato servizio di consulenza pastorale, morale e canonistica. Svolto da operatori specificamente preparati, in stretto collegamento con i consultori familiari, tale servizio avrebbe dovuto affrontare ed eventualmente risolvere situazioni di crisi matrimoniale, discernendo e accompagnando famiglie ferite, e verificando l’opportunità di avviare un’eventuale causa di nullità matrimoniale.
Sulla base di queste premesse, sentito il Consiglio Episcopale, ho deciso di istituire nella nostra diocesi l’Ufficio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati. Questo ufficio, che diventerà operativo in occasione della Festa di Santa Maria Nascente (8 settembre 2015), avrà inizialmente come sedi Milano, Varese e Lecco. L’Ufficio è pensato come un servizio pastorale per i fedeli che vivono l’esperienza della separazione coniugale agevolando, laddove se ne diano le condizioni, l’accesso ai percorsi canonici per lo scioglimento del matrimonio o per la dichiarazione di nullità (giungendo nei casi dovuti fino alla presentazione del cosiddetto libello presso il Tribunale diocesano).
Caratteristiche peculiari di tale ufficio sono le seguenti: essere espressione diretta della cura del Vescovo verso i fedeli; favorire l’accelerazione dei tempi per un eventuale avvio del processo di verifica di nullità; collaborare con l’opera dei consultori familiari, le cui competenze restano immutate, e con i patroni stabili del Tribunale ecclesiastico. L’Ufficio svolgerà le sue funzioni in modo gratuito.
Oltre al Decreto Arcivescovile, la Cancelleria ha predisposto un nota di commento, la cui attenta lettura raccomando soprattutto ai sacerdoti e a quanti collaborano attivamente alla pastorale familiare.
Affidando alla Madonnina la XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo nel prossimo mese di ottobre, vi chiedo speciali preghiere anche perché questo nuovo Ufficio possa rappresentare una modalità per far brillare la bellezza e l’importanza della famiglia presso tutti i nostri fratelli.
Nel Signore vi benedico
+ Angelo Card. Scola
Arcivescovo
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana e Avvenire
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