Si intitola “Per mille strade” ed è il vademecum messo a punto dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), guidato da don Michele Falabretti, per organizzare al meglio il pellegrinaggio dei giovani italiani che convergeranno a Roma l’11 e 12 agosto 2018, anno del Sinodo, per incontrare papa Francesco.
Le diocesi, le regioni e i gruppi, infatti, iniziano a muoversi e dai primi confronti emergono anche le prime domande: il pellegrinaggio deve essere diocesano o regionale? Quanto deve essere grande il gruppo? Quale la misura del cammino? Come farlo diventare un’esperienza di integrazione per disabili e stranieri? Chi non partecipa al cammino?
Diocesano o Regionale? La risposta è chiara. Per il Snpg
“il punto di riferimento dell’esperienza deve essere la singola diocesi.
Sarebbe auspicabile che il cammino – in qualche modo guidato e sostenuto dal proprio vescovo – veda la presenza di giovani delle parrocchie, provenienti da associazioni e movimenti e da gruppi animati da religiosi e religiose”. Un secondo livello possibile, si legge nel testo, “è quello inter-diocesano: è utile che le diocesi più piccole si mettano insieme per organizzare il proprio itinerario. Un riferimento interessante, in questi casi, è quello della metropolia che in diverse regioni italiane è già criterio per la condivisione di tante attività pastorali. Le regioni ecclesiastiche più piccole si stanno muovendo insieme, a livello regionale: questo è utile solo dove il numero è di qualche unità ed è attorno alla decina di diocesi”. Alle realtà giovanili che hanno carattere nazionale viene suggerito di organizzarsi con itinerari propri.
Quanto deve essere grande il gruppo? Il Snpg in questo caso si limita a indicare due criteri: il primo riguarda “la capacità organizzativa del gruppo che si mette per strada”. Il secondo “il fatto che
non bisogna precludere la partecipazione a nessuno”
e per questo “l’organizzazione dovrà essere flessibile e dovrà tenere aperta la possibilità di allargare la partecipazione o di ricalcolare le dimensioni del gruppo in dirittura finale”. Un suggerimento utile è quello di “farsi accompagnare dagli uffici diocesani pellegrinaggi e/o dalle altre realtà ecclesiali impegnate nella pastorale del pellegrinaggio”.
Quale deve essere la misura del cammino? “Scegliamo una misura di tempo e non di spazio” è l’indicazione del Vademecum. Insomma “non è tanto importante la quantità di chilometri macinati a piedi, quanto piuttosto il tempo di condivisione effettiva”. Un’esperienza di alcuni giorni permetterà la fruizione “di momenti celebrativi e di preghiera, tempi di cammino fatti di parole e di silenzi, proposte di incontro con testimoni, soste presso luoghi di servizio o di impegno civile, incontro di realtà significative (santuari, luoghi di cura della persona, monasteri di clausura, carceri o luoghi di marginalità…) o per il loro valore storico e artistico”. L’itinerario che verrà scelto, inoltre, dovrebbe cercare di “fare riferimento alle esperienze di fede che gli itinerari storici di pellegrinaggio offrono su tutto il territorio nazionale”.
Un’esperienza di integrazione: i disabili e gli stranieri. “La forza dell’esperienza che andiamo a proporre – spiegano dal Snpg – sta nella possibilità di un forte esercizio di integrazione”. Cosa che vale per
le persone con disabilità: non vanno lasciate “a casa”
ma tenute vicino “perché la cura reciproca fa crescere tutti”. Ne deriva la necessità di “ricalcolare i propri tempi” anche in vista di “una presa in carico condivisa e collettiva affinché il cammino non risulti troppo gravoso per qualcuno e leggero per altri”.
Stessa attenzione per i giovani stranieri. “Molti di loro sono cattolici che spesso non vengono coinvolti, né presi in considerazione”. Per questo è importante fare alleanza con i responsabili diocesani della Migrantes e/o della Caritas della propria diocesi soprattutto dove esistono comunità strutturate che contano una significativa presenza di giovani”. Non vanno dimenticati nemmeno “quei giovani che sono più lontani dai nostri circuiti tradizionali: probabilmente battezzati, ma che per mille ragioni si sono allontanati dalla vita della Chiesa”.
Chi non partecipa al cammino? A tutti costoro, raccomanda il Vademecum, si faccia la proposta di partecipare all’incontro dei giovani italiani con il Papa il fine settimana (11/12 agosto). A tale riguardo, affermano dal Snpg, “cercheremo di tenere le iscrizioni aperte il più possibile. È in preparazione anche il sistema informatico di iscrizioni che verrà spiegato alla ‘Fiera dei cammini’ a Sacrofano (26/27 gennaio 2018). Le iscrizioni, viene ricordato, saranno “necessarie e obbligatorie” anche per problemi di sicurezza. “L’accesso all’area degli incontri, infatti, sarà presidiato dalle forze dell’ordine”.
Fonte agensir.it
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