Ministro Kyenge, cosa dici?

Non sono mai entrato nel merito delle critiche mosse al ministro Kyenge. In democrazia tutti abbiamo diritto alla libertà di espressione e di pensiero. A maggior ragione l’articolo della Costituzione vale anche per l’alto rappresentante del governo, di cui stiamo parlando. Tante sue affermazioni, mi hanno lasciato senza parole. Ho preferito tacere per non essere etichettato come razzista dell’ultima ora. Ho impressione, che la Signora venuta dal Congo, viva in un mondo fantastico, dove tutti devono ubbidire senza discutere. Proprio così, chi dissente dalle sue ideologie è contro la democrazia, retrogrado e fondamentalista.
La seguente riflessione non vuole assolutamente essere un giudizio sulla persona di cui ho massimo rispetto. E’ soltanto una riflessione a voce alta sulle considerazioni irrazionali e prive di fondamento che sono uscite dalla sua bocca. Recita un antico adagio: “prima di aprire la bocca, aziona il cervello”. Secondo il ministro i segni della civiltà sono quelli proposti dalle sue aberranti affermazioni. L’ultima in ordine di tempo riguarda la struttura antropologica della famiglia. Il ministro Kyenge si è detta favorevole alla proposta di usare la parola “genitore 1” e “genitore 2″ al posto del – parole sue – “concetto obsoleto” di “padre” e “madre”.
Da Venezia, la congolese ha confermato l’impegno nella battaglia legislativa che mira a definire “italiani” tutti i bambini che nascono in Italia, anche per caso. E ha dichiarato di approvare la proposta Pd della delegata ai diritti civili del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi, di utilizzare la terminologia “genitore 1” e “genitore 2. “Mi sono sempre battuta per le pari opportunità – ha detto – se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo.” Ovviamente il bambino non ha voce in capitolo. E perché fermarsi a ‘genitore 1 e 2′, nel suo caso di famiglia poligamica i numeri e le combinazioni possono essere anche superiori a due. Due è un numero così ‘obsoleto’.
don Salvatore Lazzara

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  • Sono assolutamente in accordo! Il fare di questa ...ministra (ma chi l'ha voluta?!) sa veramente di arroganza, nella sua espressione fisiognomica e nei contenuti che esprime. Non serve certo la giustizia se i suoi dettami e proclami sono slegati dalla situazione sociale, grave, del nostro paese e della nostra sensibilità, continuamente calpestata dalla prepotenza di chi, se è davvero nel bisogno, arriva nella nostra terra senza un briciolo di umiltà e riconoscenza. Perchè la Sig.ra non torna in Congo a portare innovazione, cultura ecc.,visto che il suo paese è tanto nel bisogno?...

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