Tra i minori stranieri sbarcati in Italia oltre 10 mila sono arrivati soli. Circa 700 sono morti nel tentativo di raggiungere l’Europa e da gennaio ad oggi sono più di 215 mila quelli che hanno chiesto asilo in Ue. Nel mondo in circa 30 milioni hanno lasciato la propria casa.
In fuga dalle proprie case, in balia delle onde su barconi affollati, soli sulle coste di paesi lontani alla ricerca di un futuro migliore, che non sia fatto di guerra, terrore, povertà e violenza. E’ la storia di migliaia di bambini che tentano di attraversare ogni anno il Mediterraneo per chiedere asilo in Europa, molti lontano dalle bombe della Siria, altri da vecchie e nuove minacce. Troppo spesso, però, le loro storie finiscono in mare, sulla battigia o nelle spirali dello sfruttamento. In questo ultimo anno le associazioni e le organizzazioni che si occupano di rifugiati e immigrati hanno tristemente aggiornato i numeri dell’esodo verso l’Europa. Dati che tornano in risalto in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra in tutto il mondo il 20 novembre. Numeri che descrivono uno scenario internazionale che cambia e che non riesce a tutelare la vita dei più piccoli.
Soli sulle coste italiane. Secondo il Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia al 10 ottobre 2015 sono oltre 10 mila i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia, il 73 per cento di tutti i minori soccorsi (14.109). A dicembre 2014 erano circa 13 mila, il 50 per cento di tutti i minori sbarcati (26.122). I segnalati dal ministero del lavoro al 31 agosto 2015 sono 14.378, di cui 5.434 irreperibili, mentre 8.944 sono stati accolti nelle strutture. Al primo posto come presenze di minori in Italia gli egiziani; tra gli irreperibili, invece, gli eritrei. Minori stranieri non accompagnati che, secondo il Rapporto 2015 sulla Protezione Internazionale (curato da Fondazione Migrantes, Caritas, Anci, Sprar con la collaborazione di Unhcr) non hanno ancora tutti uguali tutele. “Soltanto un minore non accompagnato su 5 è in una struttura dello Sprar – spiega la Fondazione Migrantes-. I circa diecimila minori non accompagnati oggi sono accolti nella maggioranza dei casi in strutture di prima accoglienza inadeguate, contrariamente a quanto stabilito dal Patto Stato e Regioni del 2014: oltre 3000 in Sicilia, oltre la metà in sole tre regioni (Sicilia, Calabria e Puglia)”.
Il futuro interrotto dai confini. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il numero dei migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa è di oltre 3.100 persone tra gennaio 2015 e la metà di ottobre. Tra questi, nel 2015, circa 700 sono bambini morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, secondo i dati riportati dall’Unicef pochi giorni fa. In quest’anno, quindi, lungo le rotte che attraversano il Mediterraneo sono morti quasi 2 bambini al giorno. Un bilancio che negli ultimi tempi si è fatto sempre più pesante non solo nel Canale di Sicilia, ma anche sulle recenti rotte verso la Grecia, nel Mar Egeo: una “ecatombe di innocenti”, denuncia il Centro Astalli, che non sempre riesce a catturare lo schermo dei media come nel caso del piccolo corpo di Aylan, le cui foto hanno commosso l’intera comunità internazionale.
Le richieste d’asilo all’Ue. Sono circa 700 al giorno i minori che nel 2015 hanno cercato asilo nell’Unione europea. Secondo i dati resi noti dall’Unicef, infatti, da gennaio ad oggi sono più di 215 mila i minorenni che chiedono asilo in Europa. Un numero che mostra come i minorenni in movimento lungo le rotte dei migranti sia in “costante aumento”, spiega l’Unicef, nonostante l’inverno. Solo nel mese di giugno, specifica l’Unicef, solo uno rifugiato su 10 tra quelli registrati al confine tra Grecia e Macedonia era un bambino. Ad ottobre, sempre allo stesso confine, era uno su tre.
Minori in pericolo, lontano dalle rotte. I dati che riguardano i confini europei rappresentano solo in parte le sofferenze dei più piccoli in un contesto di crisi molto più ampio. Dall’inizio del 2014, spiega l’Unicef, circa 30 milioni di bambini hanno lasciato le proprie case a causa di guerre, violenza e persecuzioni. Più di 2 milioni di minori rifugiati hanno trovato riparo in Egitto, Iraq, Giordania, Libano e Turchia. In Iraq, 1,3 milioni di bambini sono sfollati, 2,3 milioni nello Yemen dove ne sono stati uccisi 573 negli ultimi 6 mesi. In Sud Sudan più di 1 milione di bambini sono sfollati a causa del conflitto. In Africa, infine, è lo spettro di Boko Haram a disturbare i sonni dei bambini: in Nigeria, Camerun, Niger e Chad, sono 1,4 milioni quelli costretti a lasciare il loro paese a causa delle violenze perpetrate dal gruppo armato.
Redazione Papaboys (Fonte www.redattoresociale.it)