Caro Gesù Bambino, quest’anno dopo tanto, tanto tempo ho deciso di scriverti una letterina.
Ecco, sono seduta al pc e digito sulla tastiera le lettere che formeranno le mie parole, cerco invece di ricordare quando, da bambina, andavo nella cartoleria sottocasa con 50 lire legate nel fazzoletto per non perderle, a comprare la mia letterina da scrivere a te.
Appena entrata in quel piccolissimo negozio, già gli occhi mi luccicavano vedendo l’esposizione delle statuine del presepe. In casa nostra si è sempre fatto l’albero ma un anno i miei genitori hanno deciso di regalarmi il presepe. Cioè non è che per Natale mi sono trovata il presepe impacchettato sotto l’albero, mi sono state regalate le statuine che io chiamo “abitanti della capanna” ma mi pare che non c’erano neppure il bue e l’asinello, di certo non c’era la capanna (che sarebbe arrivata dopo alcuni anni) che si costruiva con carta accartocciata: il presepe si sarebbe costruito con aggiunte di qualche pezzo ogni anno. Così dai primi di dicembre ogni scusa era buona per andare in cartoleria a sbirciare le nuove statuine arrivate per trovare quelle due, al massimo tre, che mi sarebbero state comprate.
Dopo la perlustrazione e la scelta dei pezzi, cominciavo l’opera di convincimento per avere quello che desideravo.
Ma in cartoleria oltre ai personaggi del presepe, gli addobbi di vetro soffiato per l’albero e i fili argentati, c’erano anche le letterine stampate a disegnini natalizi, angioletti e polverina luccicante. Sagomate in modo che quando fossero state scritte si ripiegavano inserendo un lato nella base e la letterina era pronta per essere “spedita”.
Si doveva scegliere con cura perchè era molto importante che fosse bellissima in quanto doveva contenere tutti i nostri desideri di un anno e si doveva “far bella figura” con Gesù Bambino. Già, proprio tu! E qui ti voglio inviare tutta la mia comprensione per tutti questi anni che hai passato in cassa integrazione. Ormai nessuno ricorda più ( e alcuni neppure hanno mai conosciuto) il bambino scalzo con la vestina celeste e l’aureola di cartoncino dorato che arrivava sul suo asinello la notte di Natale, si fermava fuori dalle nostre porte, beveva il bicchiere di latte che avevamo preparato alla sera e dava all’asinello il tozzo di pane secco che noi gli avevamo lasciato. Poi apriva la nostra letterina, scritta con mano tremante dopo diverse prove su un foglio di “brutta” e se decideva che meritavamo quello che gli avevamo chiesto, toglieva dal suo sacco i regali e ce li lasciava al posto del nostro spuntino.
Oggi è di moda Babbo Natale: vuoi mettere la slitta scintillante e piena di campanelli, le renne volanti, il vestito rosso come la Ferrari….poi hai visto la nuova moda della scalata ai balconi? Tu lo sai fare? eh caro mio, sei passato di moda. Però non te la devi prendere è solo il progresso che cammina, una volta eravamo persone sempliciotte legate alla nostra cultura e alle nostre tradizioni, adesso ci siamo evoluti, siamo più istruiti, abbiamo la TV, internet ed è normale che siamo diventati tutti persone di “mondo” informate di tutto quello che succede.E’ inevitabile che si vada a curiosare anche tra le tradizioni degli altri.
Quindi conosciamo il “Babbo gelo” russo e il “Santa Klaus” dei paesi nordici ( i tuoi concorrenti) Ormai sappiamo esattamente quando inizia e finisce il Ramadam, facciamo ricerche per calcolare quando cadrà il Capodanno Cinese e ci informiamo che segno governerà l’anno nuovo, però i bambini “nuovi” non sanno chi sei, e i bambini “vecchi”, pare si siano dimenticati di te mentre gli altri popoli sono orgogliosi delle loro tradizioni sia che facciamo parte di una fede o di una cultura .
Io ripenso ancora al presepe che veniva allestito nella mia chiesa, con statue a grandezza naturale, la culla era vuota perchè tu saresti arrivato il 25 dicembre in pompa magna, depositato dal parroco sopra il tuo giaciglio di paglia. Mi ricordo benissimo di te, bambino di gesso con gli occhi di vetro, grande come un neonato vero. Non posso dimenticare com’eri anche perchè in tempi recenti ho acquistato in un mercato d’antiquariato una di quelle statue : il mio “Giùbambi”, scusa non voglio che pensi sia una presa in giro, ti chiamo così con tutto l’affetto che posso e lo devi prendere come un complimento affettuoso, un nomignolo dato ad un amico.
Prima ti ho depositato provvisoriamente in un cesto di vimini ma ho continuato la ricerca per più di un anno finchè non sono riuscita a trovare una culla degna di te: una vera mangiatoia in castagno. Adesso fai bella mostra nella mia camera adagiato su una copertina di lana bianca e tutte le sere prima di addormentarmi i miei occhi si girano nella tua direzione.
Mi ricordo ancora come fosse ieri le notti passate insonni ad aspettare il tuo arrivo. L’albero e il presepe venivano preparati vicino al mio letto, per cui la notte della vigilia riuscivo a chiudere occhio solo proprio qualche minuto, poi mi svegliavo di soprassalto parecchie volte per vedere se eri arrivato e quando nella penombra distinguevo le sagome dei regali ( che la mamma era finalmente riuscita a mettere sotto l’albero dopo avermi minacciata per tutta la notte che se non mi fossi addormentata Gesù bambino non sarebbe arrivato….e ci credo!) balzavo dal letto e iniziava la festa. Accendevo la luce correvo all’albero prendevo un pacchetto, correvo nella camera dei miei genitori, buttavo il pacco sul letto,saltavo su anch’io, scartavo il regalo :” Guarda che bello! mi ha portato proprio quello che gli avevo chiesto! ma come faceva a saperlo prima di leggere la mia letterina? E’ proprio magico!” e avanti così per ogni pacco fino ad aver trasportato tutto quello che c’era sul letto dei miei genitori che diventava una specie di discarica.
Mio papà ad un certo punto si girava dall’altra parte perchè voleva cercare di dormire (teniamo presente che magari erano le due del mattino) mia mamma cercava di portare un po’ più pazienza e si dimostrava “curiosa e stupita” dei regali che avevo ricevuto. Dopo circa un paio d’ore di questo tran tran riuscivano finalmente a spedirmi a letto con tutta la mia roba nuova. Se c’era anche qualche capo d’abbigliamento comprato perchè serviva, ma fatto passare come regalo di Natale non me la prendevo più di tanto: lo ignoravo e basta.
Per non parlare del trucco della bambola fatta sparire un paio di mesi prima di Natale, che veniva vestita a nuovo dalla nonna. Ma che? pensavano di avere una figlia tonta? Ma io ero una bambina “signora” e non mi sono mai permessa di farli rimanere male dicendo che quella bambola era la mia vestita a nuovo. Poi arrivava finalmente la luce e potevo alzarmi e riguardare bene i miei tesori e lì cominciava qualche problema. Invariabilmente c’era sempre qualche giocattolo a cui mancavano le pile e allora era una delusione feroce non poterlo usare, magari mancava qualche pezzo di un gioco, insomma c’era sempre in agguato la brutta sorpresa.
La mattina di Natale passava in fretta e arrivava il momento di mettersi tutti a tavola.
Il menù era quello della tradizione Lombardo- Veneta con gli immancabili ravioli che la nonna e il nonno avevano preparato il giorno prima e che dovevano bastare fino a capodanno.Ne preparavano anche 400! Prima di metterci a tavola si accendevano le candeline (vere) sul grande abete (vero) che avevamo allestito in sala da pranzo, quando avevamo acceso l’ultima candelina le prime erano già consumate in un mucchietto di cera sul pavimento lucido e la mamma urlava di spegnerle subito. Ci si sedeva a tavola alle 13 e praticamente non ci si alzava più fino a tarda sera! Una portata, pausa, un’altra, altra pausa e via di questo passo: era la tradizione della nostra famiglia, ma che barba per me!
Ho un ricordo vivissimo dei miei Natali da bambina, forse perchè sono sempre rimasta una bambina e anche adesso preparo un albero gigantesco in casa con il presepe Napoletano,addobbi di rami di pino sulle porte, un albero addobbato fuori casa con presepe in ceramica sotto, Babbo Natale alto 3 metri gonfiabile e luminoso, slitta luminosa appesa alla casa, babbi natali che si arrampicano su per le colonne, appena passa Natale appendo anche una Befana alta un metro.
Sono un po’ esagerata? Può darsi ma io amo il Natale e terrei le decorazioni tutto l’anno!
In casa mi conoscono e mio marito non mi da i regali quando ce li scambiamo tutti, ma me li mette a sorpresa sul piatto appena mi alzo per andare in cucina, uno per volta. Così mentre gli altri mangiano io scarto regali come quando lo facevo da bambina sul lettone di mamma e papà.
Caro Gesù bambino, anzi Giùbambi, anche quest’anno è passato, è stato un anno abbastanza buono con me e con la mia famiglia, in questa letterina ti chiedo solo di farci continuare così: in salute e senza problemi.
Ti chiedo solo questo e so che è tanto, forse per te sarebbe più facile portarmi una bambola ma ormai, di bambole, ho la casa piena (e, se vogliamo essere pignoli, penso di aver passato da un pezzo l’età delle bambole).
Vedi se puoi accontentarmi, fa che l’anno prossimo ti possa scrivere ancora…..
Ciao, Buon Compleanno e felice anno nuovo anche a te. Pam
Gesù Bambino mio ti prego aiutami e soccorrimi in questo momento di depressione ti supplico fammi incontrare presto la mia anima compagna ti imploro fammi incontrare prestissimo l’uomo con cui stare finalmente bene ed essere serena dopo anni di tormenti e di guai. Te lo chiedo con il cuore e con l’anima in mano aiutami ne ho tanto tantissimo bisogno ora più che mai. Aiutami