“Mio figlio ruba, tenetelo voi poliziotti”. La richiesta di questa madre c’insegna la forma d’amore più difficile

E se il mondo andasse al contrario? Una cameriera quarantenne dell’est europeo che lavorava a Pavia, ha accompagnato in questura il figlio tredicenne chiedendo al magistrato dei minori di mandarlo in comunità di recupero.

Lei aveva un lavoro che le permetteva di vivere dignitosamente, ma da quando il ragazzo ha iniziato a frequentare una compagnia di magrebini era diventato ingestibile. Ogni volta che lo scopriva a delinquere avvisava polizia e carabinieri: ma poi le forze dell’ordine lo riportavano a casa e lui, poco dopo, fuggiva di nuovo. Alla fine, la madre aveva deciso di lasciare il suo lavoro di cameriera e di tornare a vivere nel suo paese ma, al momento di partire, il figlio è scappato per l’ennesima volta. A quel punto il suo amore di madre l’ha spinta a compiere un gesto che non so quanti di noi saprebbero ripetere. Questa donna coraggiosa ha chiesto aiuto alla polizia.

Si inizia da piccoli ad insegnare che la Polizia mette in punizione e in un attimo il messaggio percepito è che le forze dell’ordine servono, sì, ma è meglio starne alla larga. Proprio in contemporanea, girava su Twitter la foto di uno scaffale di biscotti di un supermercato in cui la scritta veniva giudicata “geniale” da chi twittava. E questa donna invece va da loro a chiedere aiuto: chissà, forse non ha Twitter.

In questi giorni, accanto alla foto choc del bimbo morto in mare a Bodrum, si è sentita spesso la frase “nessuno metterebbe i figli in mare se il mare non fosse più sicuro della terra”.

Parafrasando, dico che nessuno porta in questura un figlio di 13 anni per affidarlo alle forze dell’ordine, a meno che non sia una buona madre che sa di non farcela da sola. Quanta forza c’è in un’azione così? Bella lezione, di senso civico e di amore materno. È una notizia piccola di quelle che non mettono neanche la foto. Ma merita, perché in coda non ha veleno. Neanche quello della morale pro o contro gli extracomunitari.

È una storia con la forza dei nostri giorni. Di un’epoca in cui per amare devi andare fino al fondo delle tue convinzioni, saper mandar giù le lacrime e chiedere aiuto.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da L’Huffingtonpost

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